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11 gennaio 2019

 

Il caso Silvia Romano si avvicina (forse) a una svolta 

di Roberta Pianta

 

A quasi due mesi dalla sparizione della cooperante italiana nel paese, le associazioni proseguono il loro impegno nella risoluzione del caso. A svoltare le ricerche potrebbe però essere Noordin Haji, Director of Public Prosecutions del paese e figura di spicco della classe dirigente

 

Il Kenya è al centro di molte attenzioni in questo periodo, dopo che la cooperante italiana Silvia Romano è stata rapita nel villaggio di Chakama, nel sud del Paese, il 20 novembre scorso. Il nostro governo non ha detto e, probabilmente, fatto molto per risolvere il caso, concentrato come sempre sulle sue priorità elettorali e lotte intestine via social. A essere attive sono soprattutto le associazioni umanitarie, che non demordono.

Ieri mattina Francescomaria Tuccillo, segretario generale di Avocats Sans Frontières Italia, associazione internazionale di giuristi che promuove la legalità e i diritti umani in 18 nazioni del mondo, è stato ricevuto ufficialmente a Nairobi da Noordin Haji, dal marzo 2018 Director of Public Prosecutions (DPP) della repubblica keniota. L’incontro è di grande rilievo. Tuccillo è il primo italiano che Haji incontra dal suo insediamento in un ruolo strategico per il Paese subsahariano. Il cosiddetto DPP è infatti, ai sensi dell’art. 157 della nuova Costituzione, una figura indipendente da ogni altro potere dello Stato, compreso il presidente della Repubblica, e la sua responsabilità è quella di perseguire tutti i reati penali commessi in Kenya e incrementarne la legalità in ogni sede, compresa quella governativa.

L’agenda ufficiale della riunione era discutere di cooperazione nel campo dei diritti umani e della lotta contro la corruzione, che rappresenta una priorità per Haji e un tema al quale Tuccillo ha dedicato sempre un convinto impegno, come dimostra la sua biografia. Da direttore per Finmeccanica dell’Africa subsahariana, area dove ha lavorato per quasi dieci anni, Tuccillo ha infatti lottato per introdurre nel business standard etici allineati con le migliori pratiche di compliance italiane e internazionali e ha operato in particolare per rivedere la rete di agenti e intermediari del gruppo. Operazione difficile e non priva di rischi.

Tuttavia parrebbe strano che i due interlocutori non abbiano parlato anche di Silvia Romano. Nel corso del suo soggiorno africano Tuccillo si è espresso a più riprese sul caso della giovane milanese. E il Kenya sembra adesso intenzionato a procedere in maniera più decisa.Innanzitutto ha cambiato il capo della Polizia responsabile della ricerca, dopo i tentennamenti e gli errori iniziali. Inoltre ha dichiarato che la ragazza si trova quasi sicuramente ancora in Kenya e ha messo il coprifuoco su tutta la zona intorno al fiume Tana, dove è probabile sia detenuta.

L’attenzione di Noordin Haji darà certamente un nuovo impulso alle operazioni. 45 anni, laurea in giurisprudenza al Wales College di Cardiff in Gran Bretagna, il Director of Public Prosecutions rappresenta bene la nuova classe dirigente africana, determinata, colta e internazionale. Ha inoltre lavorato per anni presso il National Intelligence Service di Nairobi, dove è entrato subito dopo la laurea e ha percorso l’intero cursus honorum fino a diventarne direttore della sezione contro la criminalità economica. La sua nomina a DPP, ruolo che per estensione dei poteri è paragonabile solo a quello del capo dello Stato, dimostra infine la sua vicinanza al presidente Uhuru Kenyatta. In sostanza Haji possiede i poteri e le competenze necessarie per risolvere il caso della nostra connazionale, su cui Tuccillo ha certamente contribuito a sensibilizzarlo.

 

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