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24 jun, 2019

 

Uno scienziato russo vuole creare nuovi bambini geneticamente modificati

di Viola Rita

 

Dopo le gemelle cinesi, il biologo russo Denis Rebrikov intende creare nuovi bambini geneticamente modificati in madri sieropositive per evitare la trasmissione del virus. Ma biologi e bioeticisti criticano questo proposito. Fra l'altro “la tecnologia non è pronta”, dicono

 

Dopo il caso cinese, il tema tanto discusso dei bambini geneticamente modificati torna alla ribalta delle cronache scientifiche. Oggi, infatti, un biologo molecolare russo, Denis Rebrikov, ha appena annunciato sulle pagine di Nature che sta considerando la possibilità di ripetere l’esperienza e sarebbe il secondo scienziato a farlo. Il suo proposito, qualora approvato dalle autorità, sarebbe quello di impiantare embrioni geneticamente modificati in madri sieropositive, con l’obiettivo di prevenire la trasmissione del virus nei nuovi nati.

La tecnica è stata spiegata alla fine del 2018 dall’autore in un articolo su Bulletin of the RSMU, giornale da lui diretto. Lo scienziato russo spiega che rispetto all’esperimento cinese, questo sarebbe diverso, con maggiori vantaggi e minori rischi. E il dibattito si riapre.

 

Il caso cinese

Lo studio di He Jiankui, che nel novembre 2018 aveva annunciato la nascita di due gemelline geneticamente modificate, è stato ampiamente condannato dalla comunità scientifica (qui le repliche dell’autore), la situazione era diversa, secondo Rebrikov. He Jiankui ha selezionato coppie che hanno richiesto la fecondazione assistita in cui il padre era sieropositivo e ha impiegato la tecnica era Crispr per modificare il gene Ccr5. Questo serviva a eliminare il virus contenuto nello sperma prima di iniettarlo nella cellula uovo (con la fecondazione assistita Ivf), una sorta di vaccinazione genetica contro il futuro rischio di sviluppare l’infezione. Ma come si legge su Nature molti genetisti non vedono il vantaggio effettivo, dato che “la probabilità che l’hiv si trasmetta dal padre al figlio è minima”.

 

L’ipotesi di oggi

Anche in questo caso, sempre a partire da coppie che richiedono la fecondazione assistita, l’idea di Denis Rebrikov è sempre di utilizzare la nota tecnica Crispr per modificare il gene Ccr5 e rendere gli embrioni resistenti all’infezione da hiv. Tuttavia, come spiega Rebrikov nella sua pubblicazione sul Bulletin of the Rsmu, l’obiettivo non è agire sullo sperma del padre ma di trovare donne sieropositive con una debole risposta alla terapia antiretrovirale. Rispetto al caso cinese, pur agendo sullo stesso gene, secondo Rebrikov questo esperimento “apporta maggiori benefici”, come riportato nell’articolo su Nature, “minori rischi ed è eticamente più giustificabile e accettabile per il pubblico”. Tuttavia biologi e bioeticisti contattati dalla rivista Nature sono preoccupati dal piando di Rebrikov.

 

Dubbi e critiche

La biologa molecolare Jennifer Doudna, pioniere della tecnica Crispr-Cas9 (la stessa che Rebrikov intende utilizzare), la ha varie perplessità. “La tecnologia non è pronta”, ha commentato su Nature Doudna, che lavora all’Università della California a Berkeley. “Non è una sorpresa, ma è frustrante e fonte di preoccupazione”. Ma non solo gli scienziati non sono d’accordo. “È irresponsabile procedere con questo protocollo in questo momento”, aggiunge Alta Charo, ricercatrice in bioetica che fa parte di un comitato dell’Organizzazione mondiale della sanità per formulare una legislazione sull’editing del genoma umano.

 

Dalla teoria alla pratica

Ora Rebrikov attende l’approvazione da tre agenzie governative, incluso il Ministero della salute russo, questo per evitare che l’operazione possa andare contro la legge russa (ed eventuali pene), che in molti casi vieta l’ingegneria genetica ma che non dà indicazioni rispetto agli embrioni geneticamente modificati. Ma questa approvazione potrebbe essere difficile, secondo Konstantin Severinov, un genetista molecolare che ha recentemente lavorato col governo russo nel realizzare un programma di finanziamento per la ricerca sull’editing genetico. Non è un caso che molti scienziati rinnovino la richiesta per una moratoria internazionale sull’editing delle cellule germinali e che recentemente la rivista Plos Biology ha indicato in due studi come evitare che vengano svolti studi con le modalità di quello di He Jiankui.

 

 

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