Fonte: https://www.counterpunch.org/

https://comedonchisciotte.org/

6 Ottobre 2019

 

Snowden, sei una leggenda!

di John Kendall Hawkins

Tradotto da Markus

 

“Chi combatte con i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E se guarderai a lungo nell’abisso, l’abisso guarderà dentro di te.”
–Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male

 

“Sei sicuro di saper scuoiare un orso?”
– battuta dal film Jeremiah Johnson [Corvo Rosso non avrai il mio scalpo]

 

Il nuovo libro di memorie di Edward Snowden, Permanent Record, è un puntuale e benvenuto protagonista nell’attuale, clownesco dibattito sul whistleblowing [1], che ha già riempito il grande tendone del circo di Washington di aria calda, vecchie scoregge e logori leoni che passano il tempo a mangiare caramelle e a leggere, in francese, L’essere e il nulla di Sartre. Perché, tra le altre cose, il libro di Snowden si sforza di innescare una sia pure egoistica “conversazione nazionale” sul whistleblowing, in che modo esso si differenzi dalla semplice delazione e perché è giusto offrire protezione a coloro che mettono in piazza gli abusi del governo. In effetti, non discute solo delle proprie virtù patriottiche, ma invita anche altri “nerd” che lavorano per il governo, come nel suo caso, a risvegliarsi dalla loro idiozia slogmatica e a fischiare per la squadra, come Humphrey Bogart. Volete un po ‘di libertà, si o no?

Snowden insiste sul fatto che esiste una seria distinzione tra un whistleblower e un delatore. “Un ‘whistleblower’ … è una persona che, attraverso una dura esperienza, ha concluso che la sua vita all’interno di un’istituzione è diventata incompatibile con i principi sviluppati nella … società comune al di fuori di essa, [società] a cui tale istituzione dovrebbe rendere conto.” Snowden ha spesso fatto riferimento a Daniel Ellsberg, il divulgatore dei Pentagon Papers, come modello da imitare. E si mette sullo stesso piano. Paragona tutto questo alla delazione, che però riguarda “atti di divulgazione compiuti non per il bene pubblico ma per interessi personali o per il perseguimento di obiettivi istituzionali o politici.” la Signora Libertà potrebbe magari chiederti, come farebbe Bob Dylan, “Sei disposto rischiare tutto o il tuo amore è inutile?”

Secondo la regola di Snowden, la recente figura anonima della CIA che aveva fatto la spia su Trump al Congresso è – beh – ancora al lavoro e presumibilmente, essendo anonima, disponibile per future soffiate. Sembra più simile a ciò che Snowden descrive nel suo libro come una “coscienza” politicamente motivata. Questo tipo di delatori sono un po’ come artigiani [delle tecniche di spionaggio] (Snowden lo sa, lavorava per la CIA) e, per certi versi, fanno un po’ come faceva Obama, che negava timidamente l’esistenza degli attacchi con i droni, mentre passava i Martedì del Terrore a selezionare personalmente dal mazzo di carte dei condannati a morte un nuovo jolly da ‘far fuori.’

Scrive Snowden: “Pubblicizzando in continuazione sul Washington Post e sul New York Times il proprio attacco con un drone ad Anwar al-Awlaki , l’amministrazione Obama aveva tacitamente ammesso l’esistenza del programma di droni della CIA e la sua ‘matrice di eliminazione,’ o elenco delle persone da uccidere, entrambi ufficialmente top secret. Inoltre, il governo stava implicitamente confermando che non si occupava solo di omicidi mirati, ma di omicidi mirati di cittadini americani.” Dov’era l’informatore per una cosa del genere? Snowden sembra meravigliarsi. Questo è il genere di illegalità che non era più riuscito a sopportare.

Ma Permanent Record è molto più di un semplice appello personale ad essere considerati eroi agli occhi del pubblico; è una continuazione della sua drammatica “chiamata alle armi” contro il grave “comportamento criminale” del governo degli Stati Uniti e la catastrofica minaccia alla democrazia e alla privacy conseguenti all’instaurazione, appositamente voluta, dello stato di sorveglianza nato dalle rovine fumanti dell’11 settembre.

Ricapitoliamo ciò che è in gioco, secondo Snowden: il governo americano rivendica la proprietà di Internet. Tutto quanto. In America. In Europa. In Asia. E un giorno, inshallah, anche su Marte. Non l’hanno “ufficialmente” annunciato, ma è così che hanno deciso di procedere. Lo hanno inventato. Hanno sviluppato i protocolli e le tecnologie che lo fanno funzionare. Sanno che sempre più persone faranno religiosamente affidamento sull’accesso ad esso (il 45% di loro è attualmente online, secondo Snowden) e intendono mantenere le persone legate allo zuccherino per tutta la vita. Prima la sorveglianza di massa, poi il controllo di massa. È monetizzato, è militarizzato, è pronto e carico di festosi algoritmi che in pratica sono pallottole. Non è affatto un dono per il mondo, come, diciamo, la Super Democrazia Americana per il Miglioramento dell’Umanità™.

Un tale sistema “Frankenstein” è molto lontano, secondo Snowden, dall’Internet con cui avevamo iniziato. Lungi solo dal descrivere un governo temporaneamente e inconsciamente drogato di sorveglianza, Snowden vuole essere sicuro di farci capire fino in fondo che le cose stanno molto peggio di così. “L’amministrazione presidenziale, attraverso il Dipartimento di Giustizia,” osserva, “aveva commesso il peccato originale di emanare direttive segrete che, sulla scia dell’11 settembre, autorizzavano la sorveglianza di massa.” Dopo che il serpente dell’11 settembre aveva offerto al governo degli Stati Uniti la mela del peccato, non era stato più possibile tornare indietro.

Snowden sostiene che stiamo consegnando sempre più dati, sempre più fatti delle nostre vite, al controllo di questi semidei sconosciuti nelle nuvole del cyberspazio. Chi sono? Fantasisti: tutti i nerd dei Deep State democratico, come Snowden, prima che passasse dalla parte dei buoni, e Bush, Cheney e Rove, che dicevano stronzate come,

“Ora siamo un impero e, quando agiamo, noi creiamo la nostra realtà. E mentre starete studiando quella realtà, giudiziosamente, come siete soliti fare, noi agiremo di nuovo, creando altre nuove realtà, e potrete studiare anche quelle, ed è così che le cose si sistemeranno. Noi siamo gli attori della storia. . . e voi, tutti voi, potrete solo studiare quello che facciamo.”

Ma non possono parlarne.

Snowden è cresciuto leggendo  Le favole di Esopo e Bulfinch’s Mythology e così si è imbevuto di eroi, divinità, chimere, parabole, simbolismi, deus ex machina e di tutta la narrativa del Signore delle Mosche sugli dei dissoluti. Ma si può dire che c’è tutta una serie di persone poco raccomandabili che si fa strada nella politica nazionale alludendo alle glorie del nostro passato condiviso greco-romano classico (senza di cui noi Eccezionali non saremmo nulla), cambiando nome in continuazione e pensando solo all’apparenza. Tipi che spingono le persone più umili, in piedi dall’altra parte della stanza e che vedono tutta quell’apparenza, a stringere istintivamente i pugni per la rabbia.

Tutta questa roba su Dio fa davvero incazzare Snowden. Lo si capisce dal modo in cui introduce nella narrazione leggende e mitologia, come se stesse cercando di usare la loro lingua di terroristi sotterranei ad un livello subtestuale e con sfumature sadiche. La mia parte preferita arriva quando tira fuori una specie di favola sull’origine del suo cognome. Racconta la storia di Rhitta Gawr, un mostruoso re del Galles, che aveva sconfitto e ucciso tutti i re intorno a lui, tagliando loro la barba prima di decapitarli e ricavare capi di vestiario dai loro scalpi. “Infuriato da tanta arroganza,” scrive Snowden, “Re Artù era andato da Rhitta Gawr,” avevano combattuto e Artù aveva squartato Gawr con la spada su una montagna chiamata … Snaw Dun … ”

Rhitta Gawr sembrerebbe rappresentare l’imperialismo americano e Re Artù sarebbe il campione ammazza-arroganza di virtù e nobili cause. Snowden non è Artù, ma sta invocando il suo spirito, il suo coraggio, la sua determinazione ad uccidere la tirannia, mentre, allo stesso tempo, chiarisce che lui è solo un normale patriota. In effetti, Snowden fa fatica a raccontare la sua eredità del Mayflower, la storia militare della sua famiglia e le motivazioni del suo servizio civile. A volte si spinge troppo oltre nel raccontare, come quando narra la morte di un suo antenato paterno che era caduto per mano degli Inglesi durante la Rivoluzione. Aggiunge, apparentemente in modo gratuito, “(La leggenda narra che [gli Inglesi] avessero ucciso i loro prigionieri di guerra costringendoli a mangiare un pastone mescolato a vetro polverizzato).” Strano modo per ricordare la morte di un parente.

Parlando di storia familiare, la chicca più bizzarra e forse più rivelatrice della sua storia personale è l’accenno alla fondazione di Fort Meade, nel Maryland, la sede del quartier generale dell’NSA. Il terreno su cui è costruito il forte era un tempo di proprietà degli antenati di Snowden. Era una piantagione, ma “avevano abolito la pratica della schiavitù nella loro famiglia, liberando i loro duecento schiavi africani quasi un secolo prima della guerra civile.” Ma c’è uno strano risentimento di fondo. Snowden afferma che la piantagione era stata “espropriata” dal governo federale per ospitare le truppe della guerra civile. Roba da capogiro.

Snowden sottolinea in tutto il suo libro di memorie che lo stato “capitalista di sorveglianza,” mentre dà la caccia terroristi, cerca di ottenere la registrazione completa [permanent record] di ogni essere umano sul pianeta. Tutte queste informazioni possono andare indietro nel tempo anche fino alla nascita: ogni telefonata, e-mail, sms, ogni viaggio, ogni acquisto, i dati medici, i registri di servizio e un collegamento digitale a tutte le persone conosciute. Una registrazione permanente, senza apparente motivazione, in attesa che tu venga accusato di un crimine che ti verrà comunicato in seguito.

Snowden lavorava in un sistema in cui, “venivano raccolte informazioni su tutti, il che equivale ad una minaccia da parte del governo: se sgarri, useremo la tua vita privata contro di te.” Il governo come un boss. Una distopia simile al film Minority Report, ma con algoritmi e pensieri macchina al posto dei Precog e con l’eliminazione del veggente principale.

Snowden spende parecchio tempo a ribadire le sue rivelazioni sugli specifici programmi segreti di sorveglianza del governo che, a partire dal 2013, aveva condiviso con i giornalisti. Aveva originariamente avuto l’intenzione di contattare il New York Times, scrive, ma ricordava come [i dirigenti del quotidiano] avessero cancellato l’importante pezzo di James Risen ed Eric Lichtblau sull’illegale sorveglianza sui telefoni cellulari degli Americani da parte dell’amministrazione Bush  (rivelata in seguito da Snowden come programma StellarWind della NSA) che, se avesse funzionato, “avrebbe potuto cambiare il corso delle elezioni del 2004.” La storia era stata pubblicata, senza particolare risalto, più di un anno dopo.

Invece, un secondo mandato Bush/Cheney aveva permesso all’NSA e alla CIA di espandere i loro programmi di sorveglianza globale. Snowden ha portato ulteriori prove della raccolta extra-costituzionale di dati. Scrive:

“PRISM ha consentito all’NSA di raccogliere regolarmente dati da Microsoft, Yahoo!, Google, Facebook, Paltalk, YouTube, Skype, AOL e Apple, incluse e-mail, foto, chat audio e video, contenuti di navigazione web, query sui motori di ricerca e tutti gli altri dati archiviati nei loro cloud, trasformando queste società in complici consensuali. “

Questi co-cospiratori criminali, al di sopra della legge stessa, trattavano tutti quanti come potenziali terroristi, cellule dormienti di disturbi della personalità in procinto esplodere in qualsiasi momento e rilevabili dalle loro ricerche su Google tramite “parole chiave” incriminanti, come “Google, cosa è mai successo alle foto e alle prove del DNA dell’esecuzione ad Abbottabad di bin Laden? ”

C’erano anche un paio di programmi a livello di monitoraggio che erano sbalorditivi e disgustosi, come XKeyscore, “che potrebbe essere definito come un motore di ricerca che consente ad un analista di rovistare in tutti i fatti registrati della tua vita.” Tutto. Chiunque. Dovunque. Mentre vi state riprendendo dallo shock di questa rivelazione, Snowden denuncia un’altra salutare abitudine: LOVEINT, “in cui gli analisti usavano i programmi dell’agenzia per sorvegliare le loro attuali ed ex fidanzate, insieme a soggetti di minor interesse affettivo, leggendo le loro e-mail, ascoltando le loro telefonate e spiandole online.” Inquietante e probabilmente diffuso, considerando che nessuno avrebbe la benchè minima probabilità di essere perseguito, “perché non si può esattamente condannare qualcuno per aver abusato del proprio sistema segreto di sorveglianza di massa, se ci si rifiuta di ammettere l’esistenza del sistema stesso.” Cose segrete da uomini. Batti cinque!

Quasi tutti concordano sul fatto che l’11 settembreè ha fatto da catalizzatore per l’accettazione politica della sorveglianza di massa. I politici avevano ingannato la popolazione facendole credere di avere un bisogno “limitato” e “temporaneo” di sicurezza e l’annientamento della privacy aveva accelerato il passaggio da una vigilanza rafforzata all’intrusività totale di un panottico. Snowden vede due cause principali: una, la trasformazione dei dati cartacei in dati digitali, archiviati online e, due, il subappalto. Per aggirare i limiti di assunzione delle agenzie stabiliti dal Congresso, erano stati assunti dei contoterzisti, non considerati dipendenti. Snowden li chiama Homo Contractus. Lui era uno di loro. Diceva di lavorare per, diciamo, la Dell computer, ma, in realtà, stava facendo il lavoro dell’NSA o della CIA.

Homo Contractus è diventato una specie in evoluzione di lavoratori per il governo degli Stati Uniti. È forse lo sviluppo più pericoloso di tutti, dato che questi contoterzisti sono gli occhi e le orecchie della macchina di sorveglianza. All’improvviso, gli analisti [regolarmente assunti] delle agenzie vanno in prepensionamento, solo per creare in fretta un sito Web aziendale su WordPress e appendere l’insegna di “consulenti,” che vengono poi riassunti dal sistema da cui si erano ritirati. Quando questi consulenti iniziano a lavorare all’estero, in luoghi come gli Emirati Arabi Uniti, diventano mercenari che possono hackerare a loro piacimento. Portano con sé il loro talento, i loro strumenti di lavoro e gli elenchi di quelli su cui lavorare; il governo degli Stati Uniti non può fermarli. Non è stata una sorpresa vedere The Intercept, una pubblicazione per rivelazioni da whistleblowing, venire hackerata dagli Emirati Arabi Uniti.

Permanent Record è un’ottima lettura. C’è un sottotesto nella narrazione che ti fa chiedere se, a volte, [Snowden] non ti stia prendendo in giro. E alcuni aneddoti apparentemente artificiosi, come il gioco da bambino che Snowden fa con la mamma sulla necessità delle tasse, un altro episodio dell’infanzia, con la mamma che gli spiega l’immoralità di aprire la posta della sorella e il capitolo “Dai diari di Lindsay Mills,” che, apparentemente, riporta pagine del diario della sua ragazza (ora sua moglie). Sono rimasto sorpreso dal fatto che questo capitolo non sia bastato a qualificarla come co-autrice. Ma c’è anche da dire che il capitolo è così accuratamente rifinito che sembra quasi una voce non autentica. In un romanzo va bene.

Ho alcune perplessità. Ad esempio, perché la spinta a convincere le persone ad utilizzare il sistema Tor? Snowden afferma che la creazione di un server Tor può aiutare chi vive in società altamente controllate (cita l’Iran) ad uscire dal loro cyberwall. Ma la sicurezza dell’uso di Tor era stata ridimensionata già anni fa, quando era stato rivelato che alcuni hacker statunitensi avevano violato la sua crittografia e, configurando i bridge server, si erano spacciati per utenti. Ma un mistero più grande per me è stata l’inclusione di un riferimento all’esecuzione di bin Laden nel 2011: “un paziente in dialisi ucciso a bruciapelo fra le braccia delle sue numerose mogli nella loro lussuosa abitazione.” Secondo tutti i rapporti, Bin Laden era stato ucciso nella tromba delle scale, non c’erano “numerose mogli” che lo abbracciavano e il complesso abitativo era tutt’altro che “lussuoso.”

Le reazioni a ciò che Snowden aveva fatto nel 2013 sembrano classificare le sue azioni tra l’eroico e il traditore. Un analista politico, tuttavia, crede che il giudizio debba andare oltre la semplice scelta tra il bene e il male. David P. Fidler, redattore di The Snowden Reader,scrive nella sua introduzione al volume che le azioni di Snowden “interrompono la traiettoria degli eventi politici e costringono le società democratiche a riconsiderare le domande fondamentali, le cui risposte aiutano a definire la qualità dell’esperienza democratica.” Questo è, ovviamente, vago e forse anche completamente inutile, ma dà un’idea dell’accoglienza che gli riserverebbero gli intellettuali che potrebbero influenzare il suo destino, se dovesse mai ritornare in America.

L’immagine [della realtà] che Snowden dipinge in Permanent Record è così desolante e (come allude) una tale caduta da tempi più paradisiaci che sembrano esserci ben poche speranze. Tuttavia, come Julian Assange, anche lui afferma che la prima azione da intraprendere da chi vuole iniziare combattere è quella di utilizzare la crittografia, sigillando i propri documenti e usando una VPN sicura. Snowden nota, con speranza, “L’anno 2016 è stato un punto di riferimento nella storia della tecnologia, il primo anno dall’invenzione di Internet che il Web ha visto più traffico crittografato che non crittografato.” Inoltre, molte altre persone, come Tim Berners-Lee, il creatore del World Wide Web, stanno spingendo per l’adozione della “Dichiarazione di Indipendenza del Cyberspazio,” di John Perry Barlow. La verità è che potrebbero essere necessarie azioni ben più radicali.

Personalmente, credo che abbiamo bisogno di una catastrofe più benigna e colossale. Ad esempio, stavo leggendo l’altro giorno la possibilità che la Terra riceva in un occhio un gigantesco scaracchio rovente dal Sole. Leggo:

“Nel mondo moderno di oggi, dipendente dall’energia elettrica, una tempesta solare di questa scala potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Le aurore danneggiano le reti elettriche e possono contribuire all’erosione di oleodotti e gasdotti. Possono interferire con i satelliti GPS e disturbare o addirittura oscurare completamente le comunicazioni radio sulla Terra.”

Un danno del genere, se durasse abbastanza a lungo, potrebbe essere la miglior dannata cosa accaduta su questo pianeta da molto tempo. Parleremmo di più, faccia a faccia.

 

John Kendall Hawkins

 

Nota

[1] whistleblowing “fischiare soffiando,” è un termine intraducibile in italiano. Il whistleblower è il delatore, l’informatore che, a rischio della propria sicurezza, svela al pubblico le malefatte e i segreti del potere. In Italiano i termini spia, delatore, informatore hanno una connotazione negativa, mentre il whistleblower, nel mondo anglosassone, è considerato un vero e proprio eroe. N.D.T.

 


Link: https://www.counterpunch.org/2019/10/04/edward-snowden-you-legend/
04.10.2019

 

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