Fonte: Press Tv
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28 Febbraio 2019

Le uccisioni israeliane del 2018 a Gaza potrebbero costituire crimini di guerra: indagine Onu
Traduzione di Luciano Lago

Un’indagine autorizzata dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU sulla micidiale repressione israeliana delle manifestazioni anti-occupazione del 2018 nella Striscia di Gaza dichiara che le forze del regime di Tel Aviv potrebbero aver perpetrato “crimini di guerra” o “crimini contro l’umanità” nella campagna contro i palestinesi.

In una dichiarazione rilasciata giovedì, Santiago Canton, presidente della Commissione indipendente d’inchiesta delle Nazioni Unite sulle proteste nei territori palestinesi occupati, ha affermato che i soldati israeliani hanno violato i diritti umani internazionali durante i disordini di Gaza.

“I soldati israeliani hanno commesso violazioni dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario. Alcune di queste violazioni potrebbero costituire crimini di guerra o crimini contro l’umanità “, si legge nella dichiarazione.

Le tensioni sono scoppiate a Gaza il 30 marzo 2018, giorno che ha segnato l’inizio di una serie di proteste, soprannominate “La grande marcia del ritorno”, in cui si richiede il diritto al ritorno per coloro che sono stati cacciati dalla loro patria.

Gli scontri hanno raggiunto il loro apice il 14 maggio, alla vigilia del 70 ° anniversario del Nakba Day (il Giorno della Catastrofe), che ha coinciso quest’anno con il trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme al-Quds occupata. La violenza ha causato la morte di 189 palestinesi e più di 6.100 feriti tra il 30 marzo e il 31 dicembre 2018.

Press-TV Le forze israeliane hanno ucciso 60 palestinesi soltanto nei giorni in cui gli Stati Uniti hanno aperto l’ambasciata La situazione si era presentata instabile e molto tesa vicino alla recinzione di Gaza dove si sono radunati i manifestanti in vista dell’inaugurazione dell’ambasciata Usa a Gerusalemme al-Quds. Altrove nella sua dichiarazione, la commissione dell’ Onu ha dichiarato che oltre 6.000 manifestanti disarmati erano stati uccisi da cecchini militari israeliani nei luoghi della protesta.

Sussistono fondati motivi per credere che le truppe israeliane abbiano ucciso e ferito i palestinesi “che non stavano né partecipando direttamente alle ostilità, né ponendo una minaccia imminente”, ha aggiunto il portavoce della commissione.
“La Commissione ha trovato fondati motivi per ritenere che i cecchini israeliani abbiano sparato a giornalisti, operatori sanitari, bambini e persone con disabilità, sapendo che erano chiaramente riconoscibili come tali”.

Ha inoltre sottolineato che i manifestanti di Gaza “erano di natura civile” e che le manifestazioni “non costituivano campagne militari o di combattimento”. Si è anche lamentato del fatto che le autorità israeliane non avessero risposto alle ripetute richieste di informazioni richieste dall’ONU e di accesso ai territori occupati.

La dichiarazione della richiesta si basa su 325 interviste con vittime, testimoni e altre fonti, oltre a recensioni di oltre 8.000 documenti, filmati a mezzo droni e altro materiale audiovisivo.

Israele è irato
La dichiarazione della commissione dell’ Onu ha fatto infuriare Israele, con il ministro degli esteri facente funzione, Yisrael Katz, il quale ha definito il rapporto come “ostile, ingannevole e prevenuto”. “Israele rifiuta completamente la relazione”, ha detto.
Gaza ha subito un assedio paralizzante dal 2007 e ha assistito a tre guerre dal 2008. L’assedio è stato condannato da varie risoluzioni dell’ONU. Il regime di Tel Aviv ha attaccaco regolarmente l’enclave costiera con il pretesto di colpire posizioni appartenenti al movimento di resistenza di Hamas. Il regime di Israele ha dimostrato più volte con il suo comportamento di ignorare sia le risoluzioni dell’ONU sia di ritenersi al di sopra di qualsiasi norma di diritto internazionale.

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