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Da Zeitun.info

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13/9/2019

 

Gantz criminale di guerra e colonialista

di Ali Abunimah

Traduzione di Amedeo Rossi

 

Il capo dell’opposizione afferma che l’occupazione è un bene per i palestinesi.

 

Benny Gantz, capo dell’esercito israeliano durante il massacro a Gaza nel 2014 da parte di Israele, sta prendendo in prestito argomentazioni dell’apartheid sudafricano per promuovere la sua campagna elettorale.

Gantz guida la coalizione di opposizione presuntamente di centro-sinistra che spera di spodestare Benjamin Netanyahu nelle elezioni israeliane di questo mese.

Lunedì, durante un attacco elettorale contro il primo ministro israeliano, Gantz ha dichiarato che, a differenza di Netanyahu, avrebbe consentito alle deputate USA Ilhan Omar e Rashida Tlaib di visitare Israele e i territori occupati.

Gantz ha sostenuto che, se l’avessero potuto fare, avrebbero visto “con i propri occhi” che “il miglior luogo in cui essere arabo in Medio Oriente è Israele… e il secondo miglior posto in cui essere arabo in Medio Oriente è la Cisgiordania”.

L’affermazione di Gantz secondo cui l’occupazione militare e la colonizzazione israeliane sono una benedizione per i palestinesi costituisce una diretta imitazione dei governanti dell’apartheid sudafricano, che insistevano sul fatto che il loro brutale regime suprematista bianco era un bene per la popolazione di colore.

Lo scrittore Ben White ha segnalato un’intervista del “New York Times” nel 1977 con John Vorster, che all’epoca era il primo ministro del regime razzista del Sud Africa.

“Il livello di vita dei neri in Sud Africa è da due a cinque volte più alto di quello di qualunque altro Paese africano,” sostenne Vorster.

Questa affermazione era un pilastro della propaganda del Sud Africa quando, durante gli anni ’80, il movimento globale per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni si rafforzava.

Non è sorprendente, in quanto i colonialisti sostengono sempre che il loro dominio violento è un regalo per il popolo che sfruttano ed opprimono.

Nelle attuali iniziative di Israele gli echi della propaganda del Sud Africa sono forti.

E come i razzisti sudafricani che cercavano di lottare contro l’isolamento del loro regime, Gantz ha dichiarato che “chiunque collabori con il BDS sta agendo contro lo Stato di Israele.”

L’ex capo dell’esercito ha anche sostenuto che il BDS – il movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni per i diritti dei palestinesi – è una “forma di antisemitismo”.

Nei fatti è un movimento antirazzista radicato nelle leggi internazionali e nei diritti universali.

Le affermazioni di Gantz mostrano che, nonostante i tentativi di presentarlo come un’alternativa ripulendone l’immagine, egli non rappresenta niente di diverso rispetto a Netanyahu.

 

Gantz deve affrontare un processo per crimini di guerra.

Le elezioni israeliane da rifare cadono il 17 settembre.

Quello stesso giorno in Olanda ci sarà un’udienza in tribunale del processo di Ismail Ziada contro Benny Gantz.

Zaida, un cittadino palestino-olandese, ha citato in giudizio Gantz e un altro comandante israeliano per l’attacco del 20 luglio 2014 contro la casa della sua famiglia nel campo di rifugiati di al-Bureij a Gaza.

Il bombardamento israeliano uccise sette persone – la madre settantenne di Ziada, Muftia Ziada, tre fratelli, una cognata, un nipote di 12 anni e un amico che era andato a trovarli.

L’assalto contro Gaza del 2014 diretto da Gantz uccise 2.200 palestinesi, compresi 550 minori.

Ben lungi dal vergognarsi dei suoi crimini, nelle elezioni israeliane di aprile – che non sono riuscite ad esprimere un chiaro vincitore, provocando quindi queste votazioni di settembre – Gantz ha anzi messo annunci pubblicitari in cui si vantava di quanti palestinesi aveva massacrato nel 2014.

 

Il “dialogo” dell’UE con un criminale di guerra.

I sanguinari precedenti e la difesa del colonialismo da parte di Gantz forniscono anche un metro di giudizio con il quale misurare il presunto sostegno dell’Unione Europea ai diritti umani.

Invece di stare dalla parte delle vittime di Gantz e della loro campagna per la giustizia, l’UE sta promuovendo il responsabile.

Proprio lo scorso mese Emanuele Giaufret, l’ambasciatore dell’UE a Tel Aviv, e i suoi colleghi europei si sono incontrati con Gantz per un’amichevole chiacchierata.

“Abbiamo intenzione di continuare il dialogo”, ha twittato Giaufret.

Ciò dimostra che non c’è un livello di razzismo e di crimini che un leader israeliano possa commettere contro i palestinesi che lo escluda dal caldo abbraccio dell’UE.

Speriamo che i giudici olandesi abbiano il senso della giustizia, della decenza e del coraggio di cui molti diplomatici e politici europei sono privi in modo così spregevole.

 

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