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giovedì 9 aprile 2020

 

I collassi economici, le tre profezie e i quattro messaggeri dell’Apocalisse

di Damiano Mazzotti 

“Le tre profezie” di Giulio Tremonti è un saggio molto scorrevole e tonificante, che prende in esame la nuova globalizzazione, il fondamentalismo finanziario e l’attuale collasso economico e sociale, cose in parte già avvenute nei decenni passati (in edicola, Solferino edizioni, marzo 2020).

Le tre profezie che hanno ispirato Tremonti, riguardano alcune riflessioni storiche di Marx, Goethe e Leopardi. Le prime due riguardano le cause delle crisi economiche, mentre l’ultima di Leopardi, riguarda soprattutto gli effetti della decadenza sociale, poiché “il corso della storia non è lineare, ma curvo o addirittura circolare e per questa ragione anche drammatico” (p. 19). Giacomo Leopardi nacque a Recanati nel 1798, morì a Napoli nel 1837 e anticipò le rivolte europee del 1848. A mio giudizio, una riflessione più attualizzata di un nuovo Leopardi potrebbe essere questa: “Chi conosce la vera storia sanitaria del mondo può sopravvivere meglio nel mondo che verrà”.

Comunque la profezia Marx riguardava l’avvento economico, finanziario e politico della globalizzazione estrema, quando gli Stati imploderanno e “lo stregone non potrà più dominare le potenze sotterranee da lui evocate” (p. 20, riflessioni ultimate nei Grundrisse). Karl Marx nacque in Germania nel 1818 e morì a Londra nel 1883, quindi anticipò la grande globalizzazione terminata con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale (anche se avversata dai governanti a livello razionale).

Goethe è nato nel 1749 e la sua profezia riguardava il potere della cartamoneta e dei contratti finanziari con tendenze onnipotenti, che creano le realtà virtuali più ingannatrici. Il famoso poeta tedesco è stato anche ministro del Tesoro del granducato di Weimar, dove è morto nel 1832, e conosceva bene il ruolo delle “cambiali mefistofeliche”. Oggi siamo arrivati al punto che i derivati rappresentano il fumoso valore di 33 volte il Pil mondiale. E il sistema bancario e finanziario cinese è semplicemente indefinibile. Inoltre il sistema finanziario ultratecnologico basato sugli algoritmi è diventato un aspirapolvere digitale di valore al servizio di una dozzina di proprietari banche e di una ventina di proprietari di grandi fondi finanziari. Ora le borse sono i casinò finanziari legalizzati dove i banchieri vincono sempre. I “biglietti alati” di Goethe sono diventati i nostri titoli derivati.

Dopo aver abolito le leggi sulla tutela del risparmio popolare, dopo aver legittimato le peggiori speculazioni, e dopo che alcuni Stati hanno sorvolato su molte truffe bancarie, si sono creati dei blocchi quasi invincibili che aggregavano i poteri politici, mediatici, accademici e finanziari (p. 33). Si è ridotta la fiducia nella burocrazia degli Stati, e “L’anima dello Stato è il denaro… ma solo fino a che non è raggiunta la completa demonizzazione della vita” (Thomas Mann, 1924, p. 72).

L’Unione Europea è diventata sempre più fondamentalista a livello finanziario e burocratico. Ad esempio qualche giorno “prima del voto sulla Brexit, Bruxelles sospese il regolamento toilet flushing, sugli impianti igienici da standardizzare nelle case europee” (p. 179). Il 7 aprile Marco Ferrari, presidente del Consiglio Europeo della Ricerca si è dimesso dopo la bocciatura del suo piano di dedicare gli sforzi della ricerca nella lotta al Covid-19 (https://erc.europa.eu/magazine). Forse i principali governanti e dirigenti europei sanno quello che gli italiani non sanno. Forse il Covid-19 non è quello che sembra. In ogni caso solo l’unione economica sembra aver funzionato.

Io posso aggiungere che forse il destino ci ha inviato quattro messaggeri per mettere alla prova gli esseri umani più valorosi. Il messaggero della Libertà è ben simbolizzato dalla spada che difende l’identità e l’individualità. La Verità è ben rappresentata dalla precisione della freccia che ti fa mirare e catturare la conoscenza. Il messaggero della Povertà si esprime con il bilanciamento dei poteri legislativo, esecutivo, giudiziario. La Sanità si rispecchia nei rischi derivanti dal maneggiare il veleno del serpente che può curare. Questa potrebbe essere la versione finale dei quattro cavalieri dell’Apocalisse, intesa nel senso della rivelazione della strada che conduce alla vera società civile.

Oggi una grande multinazionale può avere più potere economico e mediatico di moltissimi Stati. Tutte le multinazionali possono ricattare tutti i media con la perdita degli investimenti pubblicitari, e possono ricattare tutti i partiti con i finanziamenti elettorali. Non serve aggiungere niente.

L’individualismo liberista, esasperato dal capitalismo digitale che sfrutta il narcisismo, ha annullato i molti benefici derivanti dalle nuove reti digitali. Purtroppo troppe persone si divertono regalando i propri dati sul social o svendono la propria identità per ottenere dei banali sconti sugli acquisti.

In conclusione faccio l’ultima fondamentale riflessione esistenziale: nel lungo periodo saremo tutti morti (Keynes). Ma possiamo morire da uomini liberi con dignità. O possiamo spegnerci da schiavi sanitari e da servitori digitali nella totale povertà mentale e sociale. Spero vivamente che non saremo “ricordati come la generazione che ha svenduto i diritti conquistati a caro prezzo dai popoli che ci hanno preceduto” (Enzo Pennetta, studioso indipendente).

Volete difendere la libertà o preferite evitare la paura di lottare?

 

Giulio Tremonti è un docente universitario dal 1974 e ha ricoperto molti incarichi pubblici in Italia e all’estero. Per approfondimenti attuali e vitali: https://www.ilgiornale.it/news/politica/fare-soli-stop-burocrazia-piano-lemergenza-tremonti-e-1850364.html (domenica 5 aprile 2020). Per visionare il curriculum accademico: http://www-3.unipv.it/webdept/p_21.htm.

 

Nota sulla tecnologia 5G – Gli investimenti stratosferici sulle nuove tecnologie possono portare le multinazionali a fare cose mai fatte prima: https://www.youtube.com/watch?v=VhrL4qHLavM (22 minuti, 2019); https://www.youtube.com/watch?v=9K7Ss6CSZI0 (meno di due minuti, 29); “5G, cellulari, Wi-Fi” (libro digitale gratuito: https://emeglio.ch/s/5G_libro). La tecnologia 5G non è stata ancora vincolata a fare degli studi per valutare i suoi effetti sulla salute animale e umana.

 

Nota sul nuovo Coronavirus – Non tutti i medici più preparati sono stati invitati in tv. Qualcuno ha preferito favorire la strategia mediatica più allarmista che ha messo in crisi il paese. Per visionare la bella intervista al Prof. Carlo Federico Perno: https://www.youtube.com/watch?v=v9FV85JH3lQ. Per visionare una bella intervista al Dr. Burgio: https://www.youtube.com/watch?v=LFFspGrmL7s. Per altre info: https://vaccinato.blogspot.com/2020/04/pandemia-covid-19-e-test-di-fabio.html. Questo è il parere del Prof. John Ioannidis, anche redattore capo dell’European Journal of Clinical Investigation: “L’unica situazione in cui è stata testata un’intera popolazione chiusa è stata la nave da crociera Diamond Princess e i suoi passeggeri in quarantena. Il tasso di mortalità dei casi è stato dell’1,0%, ma si trattava di una popolazione in gran parte anziana, in cui il tasso di mortalità della Covid-19 è molto più alto” (https://onlinelibrary.wiley.com/journal/13652362). Alcuni scenari regionali italiani futuri: https://www.quotidiano.net/cronaca/coronavirus-italia-1.5098830. Uno scenario internazionale: https://www.youtube.com/watch?v=gROBKBJTk1s (la fine della famiglia).

 

Nota sulla scienza – Segnalo alcuni siti per capire che la scienza è fatta dagli esseri umani, con i loro pochi pregi e i loro molti difetti: https://cattiviscienziati.com (Enrico Bucci, ricercatore molto critico); https://www.avvenire.it/attualita/pagine/morti-e-nati-cosa-cambier (dati ISTAT); le riflessioni di Enzo Pennetta, https://www.enzopennetta.it/presentazione. A Taiwan, in Israele, in Germania, in Svizzera, in Giappone, in Svezia e nella Corea del Sud, hanno utilizzato la scienza ottimizzando i vantaggi a medio e a lungo termine. I vari funzionari hanno investito nei posti letto, nelle attrezzature sanitarie e nella formazione del personale; hanno evitato il panico, mettendo regolamentazioni meno rigide e lasciando maggiore libertà economica; hanno imparato la lezione della storia delle epidemie (probabilmente grazie ad alcune importanti esperienze internazionali) .

 

Nota sulla libertà – Le multinazionali digitali e quelle farmaceutiche ci hanno già tolto molte possibilità di scelta e hanno ridotto in modo estremo la nostra libertà di agire e di curarci, dopo averci tappato occhi e orecchie con il prosciutto del libero mercato sanitario estremizzato. Quando avremo quasi tutti un microchip sottopelle la civiltà del libero pensiero si sarà completamente estinta, forse anche a causa delle stimolazioni mentali digitali dirette (https://id2020.org), con il rischio di diventare come topi da laboratorio: https://www.youtube.com/watch?v=iVcJY5PbCH4. Henri Laborit è stato un grande scienziato francese indipendente candidato al Nobel e Medaglia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1972, quando era finanziata principalmente dagli Stati e non dai privati come Bill Gates (consiglio Conversazione con Henri Laborit, Eleuthera, 1997).

 

Nota sulla politica italiana – In ogni caso “Senza un rinnovamento radicale, che sia organizzativo ma anche morale, intellettuale e politico, i partiti politici continueranno, specialmente in Italia, a essere percepiti dai cittadini come distratte truppe straniere d’occupazione in un Paese che non conoscono e che si limitano a spremere fiscalmente e a sfruttare. Parassiti, non rappresentanti” (Franco Ferrarotti, 2013, p. 46). Ai cittadini e ai giovani più speranzosi consiglio di visionare un sito, https://pianodisalvezzanazionale.it e un video: https://www.youtube.com/watch?v=QXSQk4x9q4Y (intervista a Simone Lombardini, aprile 2020). Oppure potete approfondire la conoscenza di questo movimento: https://www.movimentoliberazioneitalia.it/web/organigramma. Per un video dell’economista Nino Galloni: https://www.youtube.com/watch?v=HT2SKl2HSq4 (6 aprile 2020).

 

Nota finale – Come i miei vecchi lettori possono testimoniare, nel caso del crollo del ponte di Genova non ho mai sostenuto tesi complottiste. Il ponte aveva superato la fine del suo ciclo di vita e aveva avuto manutenzioni molto approssimative, quindi doveva essere chiuso e demolito dopo aver superato la garanzia del tempo limite stabilita dal suo progettista (che aveva monitorato la corrosione delle strutture a causa dell’acidità dei fumi della vicina acciaieria e dei venti salmastri). Oltretutto le telecamere dovrebbero aver documentato anche il passaggio di un carico eccezionale poche ore prima del crollo. Probabilmente il temporale, con il vento e il carico suppletivo dovuto al peso della pioggia ha fatto il resto (forse un fulmine ha colpito alcune parti dei cavi in acciaio dei tiranti del raro ponte a bilancia e forse il calore molto intenso è stato il colpo di grazia). Ma per quanto riguarda la gestione internazionale dell’emergenza Coviv-19 potrei sostenere tre piste complottiste convergenti su alcuni personaggi del mondo anglosassone. A loro dedico questo video del Prof. Barbero: https://www.youtube.com/watch?v=K2zzNbzIcuw (2019).

 

 

 

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01 aprile 2020

 

Coronavirus, Giulio Tremonti: «Il problema non è vincere la guerra, ma la pace»

di Francesca Cibrario

 

La crisi della globalizzazione, le sfide che ci aspettano, i nuovi equilibri mondiali. E i grandi interrogativi (anche morali): per esempio, a chi andranno i primi vaccini? Ne abbiamo parlato con l'ex ministro dell'Economia

 

«La globalizzazione ha fallito»: inappellabile la sentenza di Giulio Tremonti che abbiamo raggiunto, naturalmente al telefono, durante i giorni in cui si rincorrono i numeri del contagio e si attende il famoso e famigerato picco dell’epidemia di Coronavirus. 

«Il lato tragico è certamente quello sanitario, ma per derivata, per effetto della pandemia, c’è una rottura del meccano della globalizzazione», commenta l’ex Ministro dell’Economia che, in questi giorni torna nelle librerie (per ora in quelle virtuali, le uniche rimaste aperte) con la quarta edizione del suo Le tre profezie (ed. Solferino) in una versione aggiornata all’epoca che stiamo vivendo, quella del «contagio globale».

«Per trent’anni abbiamo vissuto nel dorato mondo dell’Eden, della pace perpetua, dove tutto è positivo e progressivo. Abbiamo avuto l’illusione non solo di uscire dalla storia, ma anche l’illusione che si potesse vivere in assenza di natura. E, invece, poi c’è Greta, i ghiacciai che si sciolgono, la pandemia che arriva».

Quindi tutto è collegato?
«Tutto ha inizio con un “incidente della storia”. Tipico incidente della storia è Sarajevo: un luogo remoto, un evento improvviso, un tempo che trascorre (qualche mese) e poi un effetto devastante, la guerra che sconvolge l’Europa. E si passa dalla Belle Époque a tutto il resto, in peggio.
Questa volta, l’evento è in un luogo remoto della Cina. Un luogo che, guardando alla mappa luminosa di Google, sembra un buco nero. In realtà lì dentro c’è mezzo miliardo di persone, almeno: vecchi in ambiente rurale. E lì esplode l’effetto del confronto tra un mondo millenario e un mondo ipermoderno. Poi, l’irradiazione: il virus sinistramente percorre la via della seta, passa dall’Iran e arriva in Europa».

Un contagio globale.
«Il problema non è tanto in questa fase. Io credo che nel mondo scientifico – nelle università, nelle industrie – sia in atto un’attività straordinaria, come quando fu scoperta la penicillina. Quindi, dal lato scientifico abbiamo tutte le ragioni per pensare che ci sarà un balzo in avanti, il problema è il lato economico. Cioè: quando esci da casa cosa trovi? Trovi un mondo diverso. Ma questa, forse, è la grande occasione per costruire un mondo migliore».

In che modo?
«È un mondo migliore il mondo in cui c’è lo Stato e c’è il mercato, non solo il mercato senza lo Stato. Per secoli abbiamo avuto “liberté, égalité, fraternité”; con la globalizzazione abbiamo avuto “globalité, marché, monnaie”. Ma il mercatismo, l’idea che il divino mercato sostituisce tutto e costituisce tutto, è diventato artefice e vittima del suo stesso destino. Il mercato deve essere liberato da tutti i vincoli che sono stati creati e, così, può contribuire a creare – con investimenti e opere pubbliche – un pezzo del mondo nuovo, che deve basarsi non solo sui valori mobiliari, sui titoli, ma anche sui valori morali e sul recupero della tradizione. In fondo può essere un mondo romantico, nel senso proprio del termine. Nel 2005 ho inventato il 5 per mille ma, se fossi al governo oggi, farei il 10 per mille: per contribuire a creare una società migliore non solo col voto una volta ogni tanto, ma anche con l’impegno della persona verso il volontariato, la ricerca». 

In un primo momento, però, cosa troveremo tolto il lockdown?
«Chi pensa che tolto il lockdown tutto torni come prima si sbaglia: ci sarà un’umanità straniata e diffidente. Gli stati saranno più distanti, le persone saranno più separate. Quindi si deve ricostruire un tessuto geopolitico, un tessuto sociale. L’umanità si adatta e lo farà, però è importante capirlo. Il problema non è vincere la guerra ma la pace».

In che senso?
«La pandemia ha un effetto psicologico enorme che resterà. Il punto vero è questo: non devi calcolare quanti punti di pil perdi col lockdown, ma come funziona l’economia a prescindere da esso. Tra l’altro, supponiamo che venga scoperto il vaccino, questo pone enormi problemi. Nel mondo legale americano si chiamano “le scelte tragiche”: a chi lo dà? Perché all’inizio non c’è per miliardi di persone. Certo, ai medici, ai sanitari, alla polizia e poi? Ai ricchi? Quello dei vaccini sarà uno dei terreni di grandi scelte, anche drammatiche». 

Anche trovare la soluzione, quindi, non sarà la soluzione?
«Lo sarà in prospettiva, ma nell’immediato sarà causa di scontri, di conflitti». 

Quali settori risentiranno di più per il blocco?
«Ci saranno settori certamente più colpiti: avranno serie difficoltà il superlusso globale, il turismo. Meno soldi, meno viaggi».

Come dopo l’11 settembre. E le industrie che, al contrario, vedremo emergere?
«Certamente le tecnologie e la sanità saranno in sviluppo. Sono quelle oggettivamente più utili e possono essere un pezzo del futuro. Poi c’è lo smart working, che vuol dire di tutto: vuol dire meno spostamenti, più tempo libero, comunità diverse, un modo di lavorare diverso, forse meno burocrazia…».

Forse è presto per dirlo, ma come cambieranno gli equilibri a livello mondiale?
«Quando viene eletto Trump, Obama dice: “Non è la fine del mondo, ma è la fine di un mondo”. Il mondo della globalizzazione tendeva a essere multilaterale, l’opposto sarà bilaterale. L’uscita non sarà più “global order”, ma “global disorder”, non sarà più “Washington consensus”, ma “dissensus”. Certamente già prima si stava scivolando nel confronto tra America e Cina. Ed è indicativo che i Paesi che stanno aiutando l’Italia sono tutti Paesi comunisti: è chiaramente un uso “opportunistico”, propagandistico…». 

Lei è ottimista per il nostro Paese?
«L’Italia ha un capitale umano straordinario, e questa non è la retorica del Rinascimento. Una cultura materiale, una cultura intellettuale. Certo è un Paese duale, quello sì. L’Italia è l’unico Paese dove le medie non sono mediane: c’è la luce e c’è il buio, tornando alla mappa di Google. Un pezzo d’Italia è pazzescamente ricco e per il Sud si può fare molto comunque».

Insomma, ci appoggiamo alle nostre peculiarità per risollevarci ancora una volta?
«Io sono convinto di sì. L’Italia ha enormi flessibilità interne e possibilità e ha sempre reagito. La storia ce lo insegna: noi ritorniamo a essere una grande potenza al principio del Novecento, poi torniamo a crescere nel Secondo Dopoguerra… Siamo specializzati nelle crisi».

Una sua profezia per l’Italia?
«L’Italia può essere il luogo di un nuovo Rinascimento. Diciamo che il manuale di montaggio ce l’abbiamo».

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