https://www.huffingtonpost.it/

07/03/2020

 

In Cina crolla un hotel usato per la quarantena: in 70 sotto le macerie

 

I soccorritori hanno salvato per ora 33 persone

 

Il crollo improvviso di un hotel usato per la quarantena con decine di persone intrappolate sotto le macerie ha rovinato un’altra serie di notizie positive per la Cina sul fronte della lotta al coronavirus.

La struttura della città di Quanzhou, nel Fujian, convertita per osservare il periodo di isolamento post guarigione, è collassata nella serata locale. In piena notte sono stati mobilitati più di mille pompieri in una lotta disperata contro il tempo, quando il bollettino si è fermato a 38 persone salvate e trasferite in ospedale su una settantina che erano rimaste intrappolate.

La giornata, invece, si era aperta con il numero di nuovi contagi sceso a doppia cifra per la prima volta dal 21 gennaio, giorno di inizio dei conteggi. La Commissione sanitaria nazionale ha annunciato 99 infezioni aggiuntive, incluse 74 nell’Hubei (prima volta sotto quota 100 dal 23 gennaio), e 28 nuovi decessi, che hanno spinto il totale a 3.070. I nuovi casi includono anche 24 infezioni importate: 17 nel Gansu, 3 a Pechino, tre a Shanghai e uno nel Guangdong. Un trend temuto che si unisce alla sfida di Pechino per far ritornare i lavoratori migranti alle loro basi operative per l’inizio di aprile. Allo stato circa 78 milioni di loro, pari al 60% di quelli che partirono a gennaio per il Capodanno lunare, sono tornati sul luogo di lavoro. Yang Wenzhuang, della Commissione sanitaria nazionale, ha spiegato che “il rischio di contagio aumenta con l’incremento dei flussi di circolazione della popolazione. Non dobbiamo allentare i controlli”.


I contagi al Covid-19 sono saliti a 80.651, con le guarigioni aumentate a 55.404, sfiorando ormai il 70%. A Wuhan, città focolaio dell’epidemia e capoluogo dell’Hubei, è stata disposta la chiusura del Fangcang, il più grande dei tre ospedali d’emergenza costruiti nel picco della crisi: 25 pazienti sono stati dimessi e altri 59 sono stati portati al Leishenshan, uno dei due designati per il trattamento del Covid-19.

A completare la serie positiva, il Global Times ha dato conto della guarigione del paziente più giovane: un neonato trovato positivo al quinto giorno di vita e dimesso sabato nell’Henan.

Sul fronte dell’economia, invece, l’epidemia comincia a presentare il conto. La Cina ha registrato un deficit commerciale di 7,09 miliardi di dollari a gennaio-febbraio, mancando le attese di un surplus di 24,6 miliardi. Oltre all’export, sceso del 17,2% annuo, l’import si è fermato a -4%, con la soia in controtendenza e in salita del 14,2% grazie ai maggiori acquisti dagli Usa in scia alla tregua nella guerra commerciale.

I Paesi dell’Asean (Filippine, Singapore, Brunei, Cambogia, Laos, Indonesia, Malaysia, Myanmar, Thailandia e Vietnam) hanno superato l’Ue e sono diventati i primi partner commerciali di Pechino, a conferma della nuova attenzione cinese verso l’area dopo le tensioni con gli Usa.

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07/03/2020

 

In Cina crolla un hotel usato per la quarantena: 6 morti, 38 feriti

 

È il bilancio del cedimento dello Xinjia Express Hotel, nella città cinese di Quanzhou

 

Almeno sei persone morte e altre 48 estratte vive dalle macerie: è il bilancio del crollo dello Xinjia Express Hotel, nella città cinese di Quanzhou, che veniva usato come struttura di quarantena per l’emergenza del nuovo coronavirus. Lo riferisce il Global Times.

La struttura della città di Quanzhou, nel Fujian, convertita per osservare il periodo di isolamento post guarigione, è collassata ieri. Mobilitati più di mille pompieri in una lotta disperata contro il tempo.

La giornata, in Cina, si era aperta con il numero di nuovi contagi sceso a doppia cifra per la prima volta dal 21 gennaio, giorno di inizio dei conteggi. La Commissione sanitaria nazionale ha annunciato 99 infezioni aggiuntive, incluse 74 nell’Hubei (prima volta sotto quota 100 dal 23 gennaio), e 28 nuovi decessi, che hanno spinto il totale a 3.070. I nuovi casi includono anche 24 infezioni importate: 17 nel Gansu, 3 a Pechino, tre a Shanghai e uno nel Guangdong. Un trend temuto che si unisce alla sfida di Pechino per far ritornare i lavoratori migranti alle loro basi operative per l’inizio di aprile. Allo stato circa 78 milioni di loro, pari al 60% di quelli che partirono a gennaio per il Capodanno lunare, sono tornati sul luogo di lavoro. Yang Wenzhuang, della Commissione sanitaria nazionale, ha spiegato che “il rischio di contagio aumenta con l’incremento dei flussi di circolazione della popolazione. Non dobbiamo allentare i controlli”.
I contagi al Covid-19 sono saliti a 80.651, con le guarigioni aumentate a 55.404, sfiorando ormai il 70%. A Wuhan, città focolaio dell’epidemia e capoluogo dell’Hubei, è stata disposta la chiusura del Fangcang, il più grande dei tre ospedali d’emergenza costruiti nel picco della crisi: 25 pazienti sono stati dimessi e altri 59 sono stati portati al Leishenshan, uno dei due designati per il trattamento del Covid-19.

A completare la serie positiva, il Global Times ha dato conto della guarigione del paziente più giovane: un neonato trovato positivo al quinto giorno di vita e dimesso sabato nell’Henan.

Sul fronte dell’economia, invece, l’epidemia comincia a presentare il conto. La Cina ha registrato un deficit commerciale di 7,09 miliardi di dollari a gennaio-febbraio, mancando le attese di un surplus di 24,6 miliardi. Oltre all’export, sceso del 17,2% annuo, l’import si è fermato a -4%, con la soia in controtendenza e in salita del 14,2% grazie ai maggiori acquisti dagli Usa in scia alla tregua nella guerra commerciale.

I Paesi dell’Asean (Filippine, Singapore, Brunei, Cambogia, Laos, Indonesia, Malaysia, Myanmar, Thailandia e Vietnam) hanno superato l’Ue e sono diventati i primi partner commerciali di Pechino, a conferma della nuova attenzione cinese verso l’area dopo le tensioni con gli Usa.

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