La Bottega del Barbieri

10 Marzo 2020

 

RICORDANDO FRANCESCO LORUSSO AL TEMPO DEL CORONAVIRUS…

… cioè della medicina asservita al capitalismo

di Vito Totire (*)

 

Il corona virus è anche “colpa” nostra? Ci penso mentre la “valanga” intorno a noi ha ormai prodotto anche una strage in carcere.

Ma sono tanti i motivi che rendono impossibile dimenticare il compagno Francesco Lorusso, a 43 anni dal suo omicidio (impunito).

Pare di vivere in un incubo: sistema sociosanitario in tilt e rivolte (con strage) nelle carceri. Ed è tristemente significativo che la Procura di Modena intenda “classificare” gli eventi sotto le voci: «resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata»…

Sorge spontanea una riflessione mentre abbondano aspiranti scienziati virologi epidemiologi epistemologi clinici filosofi spesso rigorosamente autodidatti (che di per sé non sarebbe un fatto negativo): molto spesso non hanno letto il libro Spillover di David Quammen sull’evoluzione delle epidemie né la recente intervista a Ilaria Dorigatti e Paolo Vineis (**). Intendiamoci: letture non obbligatorie ma che aiuterebbero a evitare l’idea di aver capito tutto. Davvero in molti hanno parlato in pubblico pur “non sapendone mezza” eppure lanciando sentenze e spacciando certezze. Come puoi ragionare su cause e concause o su semplici coincidenze e/o correlati biologici “studiando” una vicenda umana e clinica a partire da quello che ne hanno scritto gli organi di informazione senza aver visionato tac, vetrini, esami…

Tornano in mente i tentativi di attribuire i mesoteliomi allo simian virus (SV40) così, tanto per tentare di assolvere l’amianto o, più precisamente, le bestiali condizioni di lavoro in cui lavoravano gli operai.

Una verità che non possiamo rimuovere è che la diffusione selvaggia del coronavirus e l’ignoranza che l’accompagna è anche “colpa” nostra: ci siamo disgregati dopo il 1977 lasciando la medicina in mano al capitalismo e ai tecnocrati.

 

Cos’è la epidemia di coronavirus se non la sconfitta radicale e planetaria della medicina fondata sulla prevenzione primaria?

Siamo stati sconfitti e tacitati dalla medicina del capitale e dalle case farmaceutiche che hanno imposto una visione medica fondata sulle tecnologie terapeutiche, sulla robotica, sulla riparazione dell’organo malato, non vedendo – giustamente, dal loro infame punto di vista – nella prevenzione primaria un’adeguata fonte di lucro economico.

A nulla sono serviti i nostri vagiti («Un’altra medicina è possibile!»; cfr Archivio del centro Francesco Lorusso) critici contro la medicina capitalistica-spettacolare.

Oggi siamo a un punto di non ritorno: nonostante i robots che ti operano alla prostata, nonostante l’intelligenza artificiale, gli algoritmi che tutto prevedono (come mai per il carcere di Modena non è stato calcolato l’algoritmo del rischio-rivolta?) e altri sublimi marchingegni di questo genere, NON CI SONO NE’ LE RISORSE NE’ I POLMONI ARTIFICIALI DA TRAPIANTARE AI MALATI A RISCHIO.

 

Torno al 1977 e a Francesco Lorusso.

Nonostante la propaganda qualunquistica sul  voto politico” all’università negli anni ’70 noi studiavamo davvero molto e bene. Zooantroposi e antropoozonosi, definizioni persino difficili da dimenticare. Nonostante l’età, rimane impressa nelle nostre menti la classificazione mus musculus, rattus rattus, rattus norvegicus…utile nel caso di un ritorno della peste.

E oggi perché tanta trascuratezza, nonostante il virus Ebola in tutte le sue varianti (zairese, sud-sudanese, ivoriana ecc)? Forse perché “limitato” all’Africa o, ancora una volta, perché la “medicina del capitale” – era il titolo della fondamentale collana di libri Feltrinelli diretta da Giulio Maccacaro – interessa poco quel che è fuori dal binomio e dall’automatismo terapia/profitto ? Se solo un numero limitato dei tuttologi e persino dei presunti esperti ha studiato «Spillover» e riflettuto sulla citata intervista a Vineis e Dorigatti… ecco però che qualche mese prima del coronavirus proprio l’èquipe di Paolo Vineis aveva individuato una causa ambientale nell’incremento di casi di eclampsia nel corso di gravidanze in Bangladesh… Ma la prevenzione a chi interessa?

Dicono gli epidemiologi (italiani, da Londra): gli squilibri climatici e i danni derivanti dalla deforestazione fanno prevedere modificazioni dell’habitat di numerose specie animali viventi tanto da non poter escludere che dopo il coronavirus se ne svilupperanno altri…

Un uomo politico italiano di raro coraggio (era Sandro Pertini) disse: «svuotare gli arsenali, riempire i granai».

Invece le superpotenze ma anche i piccoli regimi sanguinari e quelli finto democratici continuano a sprecare risorse enormi negli arsenali pieni e riempiti di nuovo dopo ogni massacro contro i poveri del pianeta. E sono loro che non fanno nulla per la prevenzione primaria.

Se invece di sprecare energie nella finta competizione sul 5G si fosse prestata maggiore attenzione a prevenire le antropozoonosi nei mercati del pianeta Terra oggi non saremmo in così pietose condizioni.

Ma la colpa è pure “nostra” perché non siamo riusciti ad imporre una politica della prevenzione utile all’umanità.

Francesco Lorusso sarebbe stato una mente in più in questo immane sforzo in cui abbiamo fallito. Anche per questo lo piangiamo.

Domani, 11 marzo saremo con la mente e con il cuore – oppure con la mascherina FFP3 – alla lapide di Francesco.

 

Da questo dobbiamo ricominciare.

(*) Vito Totire è portavoce del Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria “Francesco Lorusso”

 

(**) L’Espresso on Twitter: “Coronavirus, «Il cambiamento …

In “bottega” cfr Per Francesco Lorusso, 11 marzo 1977 e Scordata: 11 marzo 1977 (con i versi di Roberto Roversi)

 

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

 

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

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