Redazione ANSA
01 novembre 2020

Spari ad un prete ortodosso a Lione, aggressore in fuga 

Il religioso sarebbe in prognosi riservata ma cosciente

Un prete ortodosso, Nikolaos K., di nazionalità greca, è stato ferito a colpi di arma da fuoco a Lione. L'aggressore è in fuga, riferisce la polizia.  Secondo quanto si apprende dalla tv Bfm, il prete, che ha 52 anni, è stato colpito da un uomo armato di fucile mentre stava chiudendo la chiesa. Il religioso sarebbe in prognosi riservata ma cosciente. Il procuratore della Repubblica di Lione, Nicolas Jacquet, ha annunciato stasera il fermo di un sospetto.

"Una persona che può corrispondere alla segnalazione dei primi testimoni è stata posta in stato di fermo", ha detto il procuratore, precisando che il sospetto "non era in possesso di armi al momento del fermo". "Verifiche sono in corso sul suo eventuale coinvolgimento" nei fatti, si è appreso dalla procura.
Il prete, noto a tutti come "padre Nikos", era stato coinvolto due anni fa in una oscura vicenda che lo vedeva accusato da un ex monaco greco ortodosso, Jean-Michel Dhimoila, di appropriazione indebita di fondi e molestie sessuali. Nel processo per diffamazione che il prete ferito aveva intentato al suo accusatore, quest'ultimo era stato condannato.
Padre Nikos era responsabile della chiesa ortodossa greca di Lione da 8 anni ed era giunto a fine mandato. Avrebbe dovuto lasciare la sede e l'appartamento che occupava con la moglie e i due figli al piano superiore dell'edificio ed essere sostituito da un altro prete, già nominato. Due anni fa, le accuse di appropriazione di fondi e molestie sessuali, rilanciate dal monaco ortodosso Dhimoila su un blog fino a quando padre Nikos aveva deciso di sporgere querela per diffamazione. Nel novembre 2018, il tribunale di Lione aveva condannato l'accusatore per diffamazione, sentenza confermata in appello. Negli ultimi tempi, secondo fonti della stampa lionese, padre Nikos si era lamentato con alcune persone a lui vicine per problemi con la moglie.
L'inchiesta per "tentato omicidio" dopo il ferimento del prete ortodosso di Lione resta alla polizia anticrimine di Lione e non passa all'antiterrorismo di Parigi. Sulla vicenda, il sindaco di Lione, Gregory Doucet, ha detto ai giornalisti che "nessuna pista viene privilegiata e nessuna esclusa al momento". Stando a fonti citate dalla tv Bfm, il prete ferito stava per lasciare la diocesi lionese in seguito a "diverse dispute" con persone della sua comunità.

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30 Ottobre 2020

Avignone, Francia. Se il terrorista è nazista, non fa notizia…
di Andrea Mencarelli

… vogliamo riportare un altro fatto, accaduto ad Avignone, sempre nella mattinata di ieri, ritenuto inizialmente collegato all’attacco terrorista di Nizza, ma subito dopo sparito dall’attenzione di quasi tutti i media francesi. 
In Italia, alcuni hanno inizialmente riferito  di un “doppio attentato”, senza andare alla verifica dei fatti, puntando solo sull’effetto del rimbombo mediatico.
Le prime indiscrezioni parlavano infatti di un altro attacco islamista ad Avignone. Niente di tutto ciò. Secondo le informazioni di Mediapart, e quanto riportato poi anche dal quotidiano Le Monde, un uomo di 33 anni è stato ucciso dalla polizia dopo aver minacciato con una pistola un commerciante maghrebino. 
L’uomo indossava una giacca blu, con il logo “Defend Europe” del gruppo di estrema destra Génération identitaire, al quale lo stesso assalitore ha affermato di appartenere.
Nell’aprile 2018, equipaggiati con le loro giacche blu “Defend Europe”, i militanti di Génération identitaire avevano bloccato il passo del Col de l’Échelle (Hautes-Alpes) utilizzato dai migranti per attraversare dall’Italia alla Francia. 
Questi soggetti fascisti da anni godono di tutto lo spazio di agibilità e visibilità desiderato, senza alcuna ripercussione giudiziaria o amministrativa, confermandosi come sempre al servizio delle logiche dominanti e del potere.
La Procura Nazionale Anti-Terrorismo ha deciso che non intende aprire alcun dossier a riguardo, così come accaduto nel caso dell’attacco alla moschea di Bayonne da parte di un ex candidato del Front National nell’ottobre 2019. 
“Abbiamo più a che fare con una persona squilibrata, che sembra vicina all’estrema destra e che ha seguito delle cure psichiatriche. Non ci sono rivendicazioni”, ha detto il procuratore Philippe Guemas. Sarà dunque polizia giudiziaria ad occuparsi del caso.
Le aggressioni e le violenze da parte di individui e gruppi fascisti non sono degne di attenzione nei media mainstream, i quali intendono concentrare l’intera opinione pubblica sugli attacchi dell’integralismo islamico, con l’intento di fomentare l’idea del “nemico” della sicurezza interna e di rafforzare gli appelli alla “unità nazionale” contro la “minaccia islamista”.
E soprattutto guai ad accostare le due notizie: a Nizza, come a Conflans, si è trattato di pericolosi estremisti islamici che vogliono creare e diffondere paura; i fascisti di Génération identitaire, per il governo francese, sono “bravi ragazzi” che ogni tanto “sbroccano”. 
Come in Italia, insomma… 

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