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23 Marzo 2020

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27 Marzo 2020

 

Che succede se accettiamo il MES? Leggete Varoufakis

di Franz Cvm

 

Una finestra sul futuro: i Leaks di Varoufakis

 

Da quando sono uscite le trascrizioni degli audio delle trattative tra governo greco e Troika del 2015 (pubblicate da Diem25, il partito dell’allora ministro delle finanze Yanis Varoufakis) ho passato ogni momento libero a leggerle e tradurle. Ogni tanto mi sono anche sentito gli audio, per cogliere l’atmosfera di quelle riunioni e quello che ne emerso è un racconto agghiacciante. E ‘un racconto che sembra parlare del passato di un altro paese, ma che in realtà potrebbe benissimo raccontare del futuro del nostro, di paese. E’ il futuro che ci aspetta se dovessimo chiedere soldi all’Europa, con la scusa del Coronavirus, attraverso il MES.

Mai come in questi giorni di clausura, prigionieri di un virus sconosciuto e degli errori del nostro governo, è necessario che più gente possibile sappia cosa realmente significa essere debitori dell’Europa, condizione che sembra essere l’ossessione dell’”uomo solo al comando” Giuseppe Conte e del Quisling 2.0 Gualtieri. E’ talmente clamorosa l’insistenza con cui ignorano ogni possibile (e disponibile) alternativa al chiedere soldi all’UE, da far pensare che forse era proprio quello fin dall’inizio il motivo per cui sono lì…

Costoro, nonostante la BCE abbia approvato un acquisto incondizionato di 750 miliardi di titoli pubblici emessi dagli stati UE, e nonostante la stessa UE stia precipitosamente abbandonando – sotto la paura del contagio e delle sue conseguenze economiche – ogni regola di austerità, continuano ad offrire una sciagurata adesione da parte dell’Italia al MES, chiedendo che non ci siano condizioni. Il che non è ammesso dalle regole del MES stesso… quindi delle due l’una: a) non ci daranno un ghello, oppure b) ce li daranno, ma vorranno mettere le mani sul ns bilancio (vuoi vedere che stanno pensando di compensare le perdite future da COVID-19 con entrate straordinarie, tipo BeniPubbliciItaliani?)

 

Nelle pagine del documento scaricabile dal link sotto riportato sono esposte le conseguenze che avrebbe tale sottomissione: un gruppo di burocrati senza volto che pretende di decidere ogni singolo aspetto della vita pubblica del tuo paese, sottoponendolo a “cure” letali di austerità  espansiva e ignorando ogni controprova del loro fallimento (non dimentichiamo che quello firmato da Tsipras era il terzo Memorandum, e i primi due avevano già ridotto in miseria il paese negli anni tra il 2012 ed il 2014). I cinque mesi raccontati nel documento sono un continuo e sterile rituale in cui una parte (la Grecia) cerca di dimostrare che le misure dei precedenti accordi erano sbagliate e che ci vuole un nuovo accordo, mentre l’Europa risponde che l’austerità non ha funzionato perché “ci vuole più austerità”. E, alla fine, non si argomenta nemmeno più: c’è solo lo scontro di potere tra chi chiede un cambiamento e chi risponde “si fa come dico io”.

 

Il momento emotivamente più significativo è nell’Eurogruppo del 25 giugno 2015, quando, dopo l’ennesimo tentativo di avvicinamento da parte greca alle richieste della Troika, Schauble prende la parola e, nel suo pessimo inglese, tra “um” e balbettii, stronca ogni ipotesi di accordo al grido di “ci sono sette differenze tra il Memorandum nostro ed il vostro (…) Niente soldi freschi (leggi: se dite no ai nostri tagli), niente terzo Memorandum”. Il prolungato gelo che scende in sala dopo il suo intervento vale più di mille parole. (dal minuto 24 circa del leak)

Quando la Grecia indice il referendum (sperando di perderlo, racconta chi c’era), i “falchi” rispondono che “il popolo greco non può decidere anche per gli altri popoli” (che, nella loro narrazione, gli hanno prestato i soldi). I ministri ripetono come un “mantra” che i loro rispettivi parlamenti non accetteranno mai una rinegoziazione del debito greco ed un ammorbidimento dell’austerità, ma sono loro i primi responsabili di questa rigida opposizione. Loro che, incapaci di spiegare che il debito greco (debito privato, si badi bene) era il corrispettivo delle esportazioni tedesche, hanno alimentato tutti i peggiori (e falsi) racconti sui greci “cicale” che sperperavano soldi non loro, solo per ottenere consenso politico. Quel consenso politico che ora li “intrappolava” nel rifiutare ogni concessione.

La durezza e profondità delle misure adottate nel terzo memorandum, sottoscritto da Tsipras all’indomani del NO del 61,3% dei greci (riportate in sintesi nell’ultima parte del documento, la versione completa è QUI) si commenta da sola e le conseguenze disastrose che ne sono derivate sono sotto gli occhi di tutti. L’ultimo, triste capitolo di questa vicenda… potrebbe essere il primo capitolo della nostra, se non fermiamo il Quisling che sta a Palazzo Chigi.

 

Leggete, e meditate.

 

Ora e sempre #STOPMES

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