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4 giungo 2020

 

E’ cominciato il crollo sistemico della società americana

Traduzione di Elvia Politi

 

CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v62), quality = 82 Ho vissuto negli Stati Uniti per un totale di 24 anni e durante tutto questo lungo periodo ho assistito a molte crisi: ciò però che sta succedendo oggi è veramente unico e molto più serio di ogni altra crisi precedente che io ricordi. E per spiegare il mio punto di vista, vorrei cominciare dicendo ciò che non sono i disordini che stiamo vedendo in centinaia di città americane.

 

Le cause di questi disordini non riguardano:

  1. Razzismo o “privilegio bianco”
  2. Violenza della polizia
  3. Alienazione sociale e disperazione
  4. Povertà
  5. Trump
  6. I liberali che versano benzina sul fuoco
  7. Conflittualità interna élite/Stato Profondo

 

Non si tratta di nessuna di queste cause perché i disordini le comprendono tutte, e non solo.

E’ importante tenere sempre presente la distinzione tra i concetti di “causa” e di “pretesto”. E se è vero che tutti i fattori prima elencati sono reali (almeno in una certa misura e senza guardare alla distinzione causa ed effetto), nessuno di questi è la vera causa di ciò a cui stiamo assistendo: sono al massimo dei pretesti, degli inneschi se vogliamo, ma la vera causa di ciò che sta succedendo oggi è il crollo sistemico della società americana.

L’altra cosa che dobbiamo tenere in mente è che questa prova di correlazione non è una prova di causalità. Prendete, per esempio, questo articolo della CNN intitolato “L’ineguaglianza neri-bianchi in 6 chiari grafici [in inglese] che fonde totalmente i due concetti e che include la seguente frase (sottolineatura aggiunta) “Queste disparità esistono a causa di una lunga storia di politiche che hanno escluso e sfruttato i Neri americani, ci ha detto Valerie Wilson, direttore del programma su razza, etnicità ed economia dell’Istituto di Politica Economica, un gruppo di sinistra”. La parola “causa” si riferisce chiaramente alla causalità che però non viene sostenuta da nulla che sia presente nell’articolo o nei dati. I media americani sono stracolmi di questa combinazione di correlazione e causalità, che però molto raramente viene denunciata.

Perché funzioni una società, qualsiasi essa sia, deve essere presente una serie di fattori che creano il contratto sociale. La lista esatta di questi fattori dipende da ogni singolo Paese, ma comprende normalmente un qualche consenso sociale, l’accettazione da parte della maggior parte delle persone della legittimità del governo e delle istituzioni, spesso un’ideologia unificante o, almeno, dei valori comuni, la presenza di una classe media stabile, la speranza ragionevole di una “vita sociale” funzionante, istituzioni educative, ecc. Infine (e cinicamente), è sempre di aiuto alle élite al potere poter fornire alla maggior parte delle persone sufficiente panem (cibo) e circenses (TV). E’ vero anche per le cosiddette società autoritarie/totalitarie che, al contrario del mito liberale, di solito godono del sostegno di un’ampia parte della popolazione (anche solo perché questi regimi sono spesso più capaci di provvedere ai bisogni fondamentali della società).

In questo momento, dico che il governo americano ha perso quasi completamente la capacità di provvedere ad ognuno di questi fattori e di agire per porre rimedio alla rottura del contratto sociale. Ciò che infatti possiamo vedere è esattamente il contrario: la società americana è fortemente divisa, così come lo è la classe al potere americana (che è persino più importante). Non solo: sin da quando Trump è stato eletto, tutti gli infervorati hater[odiatori] di Trump hanno minato la legittimità non solo di Trump stesso ma anche del sistema politico che ha reso possibile questa elezione. Lo ripeto da anni che, dicendo “Trump non è il mio presidente, gli hater di Trump hanno delegittimato anche il potere esecutivo in quanto tale.

[Inciso. E’ un fenomeno assolutamente sorprendente: se da quasi quattro anni Trump sta distruggendo per sempre l’Impero americano, gli hater di Trump hanno passato lo stesso periodo di tempo distruggendo gli Stati Uniti dall’interno! Se guardiamo oltre le (in gran parte false) differenze tra i Repubblicani e i Democratici, possiamo vedere che si comportano come una sorta di coppia di demolizione e che, mentre si odiano appassionatamente gli uni con gli altri, contribuiscono entrambi alla distruzione dell’Impero e degli Stati Uniti. Sarebbe facilmente prevedibile per chiunque avesse studiato dialettica, ma, ahimé, la dialettica non viene più insegnata, quindi oggi lo sguardo attonito da “gatto abbagliato dai fari” è sul viso della maggior parte delle persone]

Infine, è piuttosto chiaro che, con tutte le dichiarazioni di sostegno nei confronti dei “manifestanti pacifici” e con la condanna dei “saccheggiatori di fuori città”, gran parte dei media americani (così come dei media alternativi) è completamente incapace di dare una valutazione morale/etica a ciò che sta succedendo. Quello che intendo dire è:

CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v62), quality = 82 Ripetendo il mantra che la “rabbia nera è legittima”, i media liberali americani stanno sostanzialmente ponendo un sigillo di approvazione alla violenza e ai saccheggi. Dopo tutto, se la “rabbia” dei Neri è legittima e se è reale il “privilegio dei Bianchi”, allora è piuttosto “comprensibile” che questa “rabbia” “qualche volta” “trabocchi” e porti a “deplorevoli” “eccessi”. Guardate questa foto di Biden che si inginocchia davanti a un manifestane di colore:

Naturalmente, Biden e i suoi sostenitori diranno che si stava solo inginocchiando davanti a una bambina carina e a suo padre che protestava pacificamente; se però tutto questo si somma agli attacchi contro la retorica “legge e ordine” di Trump da parte di Biden e dei suoi sostenitori (inclusi i precedenti presidenti degli Stati Uniti! [in inglese]), sono convinto che con questo tipo di foto si stia mandando un messaggio molto diverso: continuate a “protestare” perché noi siamo dalla vostra parte che, detto da un tipo come Biden e cioè il simbolo massimo di quell’1% di élite e perfetto esempio di “privilegio bianco”, dimostra proprio che l’ipocrisia dei politici non conosce davvero alcun confine o limite.

[Inciso: devo ora far notare che queste rivolte rappresentano anche un pericolo potenziale per entrambe le fazioni del monopartito al potere: per il Democratici, i tumulti rappresentano probabilmente l’ultimissima possibilità di impedire una rielezione di Trump ma, se sono troppo esplicitamente a favore delle sommosse, allora potrebbero rischiare un effetto contrario e un ribaltamento a loro svantaggio di tutti i tipi spaventati di “legge e ordine”. Ma se non sostengono le sommosse, allora i Demolicani si renderanno ostili al loro elettorato principale (un miscuglio di varie “minoranze” che spingono la loro limitata agenda di identità politica). Allo stesso modo, per Trump questa è un’opportunità per mostrare le sue credenziali di “legge e ordine” e promettere alla gente bianca e ai relativamente meno numerosi Neri della sua base che lui li proteggerà. Ma se lo fa in maniera troppo diretta e se ordina ciò che potrebbe essere considerato da molti come una forza ingiusta ed eccessiva (che ce n’è stata molta quasi ovunque), allora Trump rischia di spingere molti Repubblicani moderati oltre il limite e vicino ai Democratici (o, almeno, a negargli il voto). In altre parole, entrambe le fazioni del monopartito sentono che le rivolte sono un’opportunità ma anche una minaccia, ed è la ragione per cui nessuna delle due fazioni si è alzata e ha parlato onestamente delle cause reali dei disordini].

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Esattamente lo stesso messaggio di debolezza e anche di impotenza sottomessa viene dato, io credo, ogni volta che un poliziotto si inginocchia di fronte ai manifestanti anche se pacifici, come in questa foto. Anche se potrebbe essere percepito come un messaggio di comprensione (e forse anche di scuse), l’unica cosa che i manifestanti vedranno è un potente segno di resa da parte delle autorità locali, e lo trovo estremamente pericoloso.

Sì, negli Stati Uniti ci sono molti poliziotti razzisti, violenti, se non incompetenti. E, sì, molti dei miei amici di colore mi hanno riferito di sentirsi isolati e trattati in maniera sgarbata dai poliziotti. Avendo però viaggiato molto per il mondo, vi voglio assicurare che i poliziotti americani non sono i peggiori. Credo infatti che la maggior parte dei poliziotti siano persone per bene. Ed è ancora più importante che tali poliziotti siano la “sottile linea blu” che separa la società dai criminali. Anche se credo che i poliziotti americani debbano essere meglio istruiti, addestrati, guidati e meglio gestiti, mi rendo anche conto che nel medio termine non esiste alcuna alternativa a loro. Va benissimo sognare dei poliziotti istruiti, pacifici e non razzisti ma, se togliete dall’equazione l’attuale forza di polizia, non c’è alternativa (la Guardia Nazionale o le forze armate regolari non sono qualificate e non hanno comunque il corretto addestramento per gestire dei civili), specialmente in quegli Stati che sono riusciti a uccidere il Secondo Emendamento attraverso ciò che io chiamo la “morte da mille tagli governativi” (tra cui New York e New Jersey).

Poi c’è quello che Solzhenitsyn chiamava il “declino del coraggio” dell’Occidente: la stragrande maggioranza dei politici americani ha fondamentalmente perso la capacità di criticare i Neri, anche se è piuttosto ovvio che molti degli attuali problemi della popolazione di colore degli Stati Uniti sono creati da loro stessi: penso alla davvero volgare, oscena e soprattutto disgustosa “cultura rap” con cui oggi viene “educata” fin dalla prima infanzia la maggior parte della gioventù nera, o a come a questa gioventù venga fatto il lavaggio del cervello fino a farle considerare che i membri delle gang e le prostitute di strada siano il criterio per “sembrare fichi” in termini di vestiti, linguaggio e comportamento in generale. Io credo che sia piuttosto chiaro a chiunque abbia vissuto negli Stati Uniti che i Neri siano molto spesso (principalmente?) la causa del loro squallore: vi posso dire che i miei amici giamaicani e sub-sahariani (che vivono negli Stati Unti) mi hanno detto tante volte che a) loro pensano che i Neri americani abbiano opportunità che non avrebbero mai avuto in Africa o in Giamaica e che b) i Neri del luogo spesso sono infastiditi dai Neri africani e giamaicani perché questi fanno molto meglio di loro nella società americana. Posso anche testimoniare di aver visto molti sentimenti anti-latini da parte dei Neri americani. Per quanto riguarda i sentimenti che spesso i Neri hanno verso gli Asiatici, tutto quello che dobbiamo fare è ricordarci i disordini di Los Angeles del 1992. Infine, credo davvero che negli Stati Uniti molte (la maggior parte?) persone sappiano che la più forte e frequente forma di razzismo negli Stati Uniti sia anti-bianco, specialmente da parte dei Neri impegnati politicamente.

Posso testimoniare personalmente che c’è moltissimo razzismo anti-bianco in America. Non solo l’ho sperimentato di persona (ho vissuto a Washington DC dal 1986 al 1991) ma è stato anche ampiamente documentato da parte di persone come Colin Flaherty, i cui libri “La ragazza bianca sanguina molto: il ritorno della violenza razziale in America e come i media lo ignorino” e “Il gioco del pugno in faccia è una bugia? Eh, certo che no!” sono degli eccellenti manuali sulla violenza e sul razzismo dei Neri verso i Bianchi. Eppure, chiunque osi suggerire che gli stessi Neri americani siano almeno parzialmente responsabili dei loro guai, viene immediatamente etichettato come “razzista”.

A coloro che vivono fuori dagli Stati Uniti raccomando questo semplice esperimento mentale: prendetevi 20-30 minuti e guardate i video SIA delle “proteste pacifiche” SIA dei “violenti disordini” ed esaminate attentamente non solo quello che indossano le persone nei video ma anche come parlano, come si comportano, ciò che dicono e come lo dicono, e fatevi una semplice domanda: assumereste uno di questi tipi e gli paghereste un salario decoroso? Dubito fortemente che molti di voi lo farebbero. Francamente, molti di questi manifestanti sono inassumibili e il “razzismo” non ha nulla a che vedere con questo.

Il fatto è che ciò che qualche volta viene chiamata “cultura MTV” è, in realtà, nient’altro che una sistematica celebrazione del caos criminale. Dimentichiamoci di hit come le famose “Fuk Da Police” o “Kill d’White People”: il 99% del rap è una glorificazione dei peggiori problemi delle comunità nere degli Stati Uniti (droga, violenza, sesso promiscuo, mercificazione delle donne, alcolismo, celebrazione del comportamento criminale nelle strade e nelle prigioni, ecc.). Eppure la maggior parte dei politici americani sembrano essere paralizzati e sentono che devono far finta di essere assolutamente affascinati dalla cosiddetta “cultura nera”. Ma è anche peggio di così.

Prendete un sistema di governo evirato che non osa chiamare le cose con il loro nome e che promuove una (finta) “cultura” che celebra la violenza e l’odio contro tutti i non-criminali, inclusi i Neri rispettosi della legge che vengono chiamati “Tom” e che sono anche presi di mira in questo “bel” rap che include i seguenti “versi”: “Allora hai i negri più neri della notte, che corrono in giro per la città dicendo che i loro migliori amici sono bianchi, i negri come quelli si devono impiccare ad un albero, bruciarli vivi e farlo vedere a tutti” (ascoltate questa “bella” canzone rap a questo link e, per una lettura veramente affascinante, cliccate qui [in inglese] per il testo completo). Buttateci poi dentro uno Stato completamente disfunzionale, di proprietà e gestito da una minuscola banda di bastardi narcisisti oscenamente ricchi (di tutte le razze, compresi molti Neri [in inglese]), aggiungetegli una totale assenza di ogni reale opportunità sociale, mescolatelo con la pandemia Covid e con la peggiore recessione della storia degli Stati Uniti con il record del più alto livello di disoccupazione anche tra coloro che potrebbero essere assumibili (persone con i pantaloni calati, tatuaggi esagerati, condanne precedenti e un comportamento complessivamente non professionale non otterrebbero un lavoro nemmeno in caso di boom economico). Si ottiene quindi una relativamente localizzata “scintilla” (come l’uccisione di George Floyd da parte di una banda di arroganti imbecilli in uniforme) che accende il fuoco che si espande istantaneamente in tutto il Paese, specialmente dato che ci sono così tanti altri gruppi oltre ai Neri che vogliono “cavalcare l’onda” e aggiungere la loro personale agenda a quella del movimento Black Lives Matter e Antifa (Mi sto ovviamente riferendo alla vera cornucopia di hater di Trump che non ha mai accettato la sua elezione).

Conclusione 1: non è la versione americana dei Gilet Gialli!

Qualcuno potrebbe essere tentato di dire che ciò che stiamo vedendo negli Stati Uniti è la versione americana dei Gilet Gialli francesi. Vi assicuro che non lo è. Per prima cosa, i Gilet Gialli avevano un programma politico piuttosto chiaro, mentre i rivoltosi americani non ce l’hanno. Poi, i Gilet Gialli erano per lo più pacifici, e gran parte della violenza era istigata dalle forze di polizia francese (incluso l’uso di finti rivoltosi). Se sicuramente negli Stati Uniti ci sono dei manifestanti pacifici, né il movimento Black Lives Matter né Antifa hanno denunciato realmente le sommosse (e perché dovrebbero farlo dato che nemmeno i media e i politici americani hanno il coraggio di farlo?). Infine, la classe governante e i media francesi non hanno mostrato il tipo di “comprensione” delle rivolte che ci sono state, malgrado Macron abbia posato con due “gangster” nel tentativo di sembrare “fico” (fallendo).

CREATOR: gd-jpeg v1.0 (using IJG JPEG v62), quality = 82 Non solo Biden, anche in Europa…

 

Conclusione 2: non è una rivoluzione o una guerra civile

Qualcuno ora sta fantasticando che oggi stiamo assistendo ad una rivoluzione o a una guerra civile. Io sono convinto che non sia nessuna delle due.

Perché possa aver luogo una rivoluzione, ci deve essere una forza capace di cambiare non la/e persona/e al comando ma di cambiare fondamentalmente il regime, il sistema di governo e rimpiazzarlo con un altro. Dichiarare che le “Vite dei Neri sono importanti”, saccheggiare dei negozi o persino pretendere che alla polizia siano tolti i fondi, non ha quel tipo di capacità potenziale.

Perché possa aver luogo una guerra civile, ci devono essere almeno due parti, ciascuna con un’agenda politica chiaramente riconoscibile. Dato che negli Stati Uniti il vero potere è nascosto alla consapevolezza pubblica, non c’è potenziale per un tipo di guerra civile americana tipo “il popolo contro i governanti”. Non è nemmeno possibile una guerra civile “Destra/conservatori contro Sinistra/liberali”, in quanto la Destra americana e la Sinistra americana sono di fatto controllate dal Deep State, che non è né liberale né conservatore. Infine, non è possibile una “sfida di ritorno” tra Nord e Sud anche perché i moderni Stati Uniti non sono più realmente divisi secondo la linea Nord/Sud. In termini geografici, c’è una sorta di divisione “Grandi città contro America rurale” ma esiste sia al nord che al sud del Paese. Invece, quello che osserviamo negli Stati Uniti è una disgregazione sociale in “zone”, alcune delle quali faranno molto meglio di altre (le grandi città con una forte presenza di popolazione nera se la passano peggio, gran parte delle piccole città bianche se la passano meglio, cosa vera anche all’interno dello stesso Stato). In alcune di queste zone, vedremo molti più atti di auto-protezione di questo tipo:

 

Video: Folks defend their own home

 

Questo tipo di scontri, anche se non sono violenti, sono comunque un altro esempio dello Stato semplicemente incapace di farsi carico della protezione delle persone.

Conclusione 3: questa è un’insurrezione che ha dato il via al crollo sistemico della società americana

Ciò che sta accadendo oggi io la definisco insurrezione: una violenta rivolta o ribellione contro le autorità in quanto tali. Quando dai fuoco ad un distretto di polizia non stai “protestando” contro le azioni di alcuni poliziotti, no, quello che stai facendo è cacciare i poliziotti dal tuo quartiere (lo so per esperienza personale: in Argentina vivevo in un sobborgo di Buenos Aires in cui la stazione di polizia è stata attaccata così tante volte che ha dovuto chiudere e non è mai stata ricostruita). E dal momento che in una società civilizzata lo Stato dovrebbe avere il monopolio dell’uso (legale) della forza, tu stai fondamentalmente rifiutando l’autorità e la legittimità dello Stato che gestisce le forze di polizia. E’ molto improbabile che questa insurrezione rimuova Trump dal suo incarico (non è quindi un colpo di Stato o una rivoluzione) ma la fazione anti-Trump delle élite al potere ora ha chiaramente adottato la strategia del “tanto peggio, tanto meglio” semplicemente perché ha capito che queste rivolte sono probabilmente la sua ultima possibilità di dare tutta la colpa a Trump (e alla Russia, perché no?) e forse, solo forse, di sconfiggerlo a novembre.

In questo momento tutto ciò che vediamo può essere definito solo un “governo della massa” (oclocrazia è il termine tecnico a cui ci si riferisce). Ma le masse, non importa quanto violente, riescono raramente a raggiungere risultati politici concreti dal momento che agiscono “contro qualcosa” e non “per qualcosa”. Questo è il perché la reale classe che governa (dietro le quinte) ha bisogno di strumentalizzare a proprio vantaggio politico questa insurrezione indotta dalla massa. Direi che finora né i Democratici né il Repubblicani hanno avuto successo in questo. Ma ci aspetta un’estate molto lunga e potenzialmente estremamente pericolosa, e ci potrebbero essere benissimo dei cambiamenti.

A prescindere dal fatto che una delle due fazioni riesca a strumentalizzare le rivolte, ciò a cui stiamo assistendo oggi è un crollo sistemico della società americana. Questo non significa affatto che scompariranno gli Stati Uniti. Ma proprio come all’Unione Sovietica ci sono voluti dieci o più anni per crollare completamente (all’incirca dal 1983 al 1993), agli Stati Uniti ci vorranno molti anni per crollare completamente. E proprio come alla fine una Nuova Russia ha cominciato a prendere forma nel 1999, dall’attuale crollo usciranno i Nuovi Stati Uniti. I crolli totali e finali sono molto rari, più spesso danno proprio il via ad un processo di trasformazione lungo e potenzialmente molto pericoloso, il cui risultato è quasi impossibile da prevedere.

Ma proprio come i Russi hanno dovuto smettere di prendersi in giro con sciocchi sogni di “democrazia”, e hanno dovuto affrontare i problemi reali della Russia, così le persone degli Stati Uniti devono trovare il coraggio di affrontare i loro problemi reali, in maniera diretta e consapevole. Se falliscono in questo, è molto probabile che semplicemente il Paese si disintegri ulteriormente in numerose e reciprocamente ostili entità.

Ce lo dirà il tempo.

Il Saker

 

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