Children’s Health Defense.

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2 giugno 2020

 

«La piaga della corruzione»

di Robert F. Kennedy, Jr.

Presidente di Children’s Health Defense

Traduzione di Alessandra Boni

 

Renovatio 21 traduce questo articolo di Robert F. Kennedy jr e Dafna Tachover per gentile concessione di Children’s Health Defense.

 

Si tratta dell’introduzione al libro The Plague of Corruption scritto dalla dottoressa Judy Mikovits. Avrete sicuramente visto il video Plandemic. Esso è stato al centro di uno dei più potenti eventi di censura finora registrati: il video è stato rimosso da qualsiasi canale YouTube o pagina Facebook. Articoli sui principali giornali mondiali, compresi italiani, sono stati scritti per attaccare la dottoressa Mikovits.

Il libro, ad ogni modo, era in testa alle classifiche di vendita di Amazon, dove sembra, al momento, ancora disponibile.

 

Il coraggio morale e il nostro futuro comune: una prefazione alla piaga della corruzione

«Eppur si muove.» Queste le parole ribelli pronunciate da Galileo nel 1615 mentre lasciava il tribunale dell’Inquisizione romana prima che abiurasse la sua teoria secondo cui la Terra – il centro immobile dell’Universo secondo l’ortodossia contemporanea – ruota attorno al sole. Se non avesse ritrattato, avrebbe perso la vita.

 

Ci piace pensare alle lotte di Galileo come al gesto caratteristico di un’era oscura, ignorante e tirannica in cui gli individui sfidavano le superstizioni avallate dal governo solo a grave rischio personale.

 

La storia della dott.ssa Judy Mikovits mostra che le ostinate ortodossie supportate dalle compagnie farmaceutiche e da regolatori governativi corrotti per proteggere il potere e i profitti rimangono una forza dominante nella scienza e nella politica.

 

Un pioniere nel campo della retrovirologia umana

Secondo tutti gli standard, la dottoressa Judy Mikovits era tra gli scienziati più abili della sua generazione. È entrata nella professione scientifica presso l’Università della Virginia dopo una laurea in chimica il 10 giugno 1980, come chimico proteico per il National Cancer Institute (NCI) lavorando a un progetto salvavita per purificare l’interferone.

 

La qualità del suo lavoro e i suoi autorevoli lampi di genio la portarono presto all’apice del mondo della ricerca scientifica, dominato dagli uomini. Al NCI, la Mikovits iniziò quella che sarebbe diventata una collaborazione ventennale con il Dr. Frank Ruscetti, un pioniere nel campo della retrovirologia umana.

 

Mentre dirigeva il laboratorio di Robert Gallo nel 1977, Ruscetti fece la storia della scienza scoprendo insieme a Bernie Poiesz il primo retrovirus umano, HTLV-1 (virus della leucemia delle cellule T umane). Un retrovirus è un «virus invisibile» che, come l’HIV, entra nell’ospite senza allertare il sistema immunitario.

 

Può quindi rimanere inattivo per anni senza causare danni. Prima di uccidere una persona, un retrovirus di solito distrugge il suo sistema immunitario. Di conseguenza, molti retrovirus provocano il cancro. 

 

Con una crescente comprensione del comportamento dei retrovirus, la collaborazione di Ruscetti/Mikovits e la pluripremiata tesi di dottorato della Mikovits alla George Washington University nel 1991 hanno cambiato il paradigma del trattamento dell’HIV-AIDS, trasformando la malattia da una condanna a morte a una condizione gestibile.

 

Integrità prima dell’ambizione personale

Fin dall’inizio, l’ostacolo più scoraggiante all’avanzamento della carriera della Mikovits è stata la sua integrità scientifica. La poneva sempre davanti alle ambizioni personali.

 

Judy Mikovits non ha mai avuto intenzione di immischiarsi nelle lotte per la salute pubblica. Non si è mai considerata una ribelle o una rivoluzionaria. I parenti di Judy lavoravano principalmente nel governo o nelle forze dell’ordine. Credevano nei principi americani fondamentali del duro lavoro, nel rispetto dell’autorità e, soprattutto, nel dire la verità. Questo scenario le rendeva impossibile abbandonare i suoi elevati standard di onestà e integrità anche quando diventavano un ostacolo.

 

Dopo aver lasciato il NIH, ha lavorato per Upjohn, conducendo un progetto per dimostrare la sicurezza dell’Ormone della Crescita Bovino, la punta di diamante dell’azienda. Quando Mikovits scoprì che la formula dell’azienda poteva causare cambiamenti precancerosi nelle colture cellulari umane, rifiutò di obbedire agli ordini diretti del suo capo, cioè di nascondere le scoperte.

 

La rivelazione della Mikovits ha suggerito che l’onnipresenza dell’ormone nel latte potrebbe portare al cancro al seno nelle donne che lo hanno assunto. Il suo rifiuto di indietreggiare accelerò la sua uscita da Upjohn e il suo ritorno al NIH e alla scuola di specializzazione. La guerra di Judy contro l’Ormone della Crescita Bovino alla fine spinse Upjohn ad abbandonare il prodotto.

 

Un nuovo retrovirus: una bomba a orologeria

Nel 2009, stavolta nel mondo accademico, Mikovits e Ruscetti, che era ancora al NCI, guidarono un team che scoprì una forte associazione tra un retrovirus precedentemente sconosciuto e l’encefalomielite mialgica, comunemente nota come sindrome da affaticamento cronico (ME/CFS). Com’era prevedibile, il retrovirus era anche collegato ad alcuni tumori del sangue.

 

I collaboratori l’avevano chiamato Xenotropic Murine Leukemia Related Virus (XMRV), quando lo rilevarono per la prima volta nelle sequenze di DNA nel carcinoma della prostata alcuni anni prima. La comunità medica aveva affrontato la sindrome da affaticamento cronico, che colpisce soprattutto le donne, in malafede sin dalla sua comparsa a metà degli anni ’80.

 

L’establishment medico aveva deriso la ME/CFS come «influenza yuppie» e l’aveva attribuita all’intrinseca fragilità psicologica delle donne in carriera che svolgono professioni in ecosistemi aziendali sottoposte a forti pressioni. La Mikovits aveva trovato prove del retrovirus in circa il 67% delle donne affette da ME/CFS e in poco meno del 4% della popolazione sana.

 

L’8 ottobre 2009, Mikovits e Ruscetti pubblicarono i loro risultati esplosivi sulla rivista Science, descrivendo il primo isolamento in assoluto del retrovirus XMRV recentemente scoperto e la sua associazione con ME/CFS. La sua rivelazione su ME/CFS scatenò immediatamente reazioni di rabbia da parte dei gelosi centri di potere del cancro, ostinatamente resistenti alla scienza, che attribuivano il cancro e le malattie neuroimmuni ai virus.

 

Il contraccolpo divenne ancora più spaventoso quando le successive ricerche della Mikovits suggerirono che il nuovo retrovirus, originariamente trovato nei topi, era in qualche modo passato all’uomo attraverso vaccini contaminati.

 

Ancora più preoccupante per l’establishment medico, la ricerca della dott.ssa Mikovits ha mostrato che molte delle pazienti affette da XMRV avevano figli con autismo. Sospettando che il XMRV si poteva trasmettere da madre a figlio, come nel caso dell’HIV, la Mikovits ha testato diciassette bambini. Quattordici hanno mostrato prove del virus.

 

Questi risultati sono stati combinati con i rapporti dei genitori sulla regressione autistica dopo la vaccinazione. Studi successivi hanno collegato l’XMRV alle epidemie di leucemia, cancro alla prostata, malattie autoimmuni e l’esplosione del morbo di Alzheimer.

 

Peggio ancora, la ricerca ha anche scoperto una diffusa contaminazione da XMRV nell’afflusso di sangue e negli emoderivati. Sulla base delle sue ricerche e delle scoperte di altri, sembrava che tra il 3 e l’8% della popolazione avesse il virus: l’XMRV è diventato parte dell’ecologia umana, trasmesso da madre a figlio in vitro o attraverso il latte materno.

 

I dati della Mikovits suggeriscono che oltre dieci milioni di americani ospitano questo virus come una bomba a orologeria, una potenziale minaccia molto più grande dell’epidemia di HIV-AIDS.

 

Nel gennaio 2011, l’esperto di HIV-AIDS Ben Berkhout pubblicò queste rivelazioni scioccanti sulla rivista Frontiers in Microbiology.

 

Incluse anche la scoperta della Mikovits, che il tessuto di topo usato nella produzione di vaccini era il probabile vettore per la contaminazione umana. All’insaputa di Judy, la coautrice del suo libro, Kent Heckenlively, aveva già scoperto in modo indipendente ricerche mediche pubblicate che mostravano che il primo focolaio registrato di ME/CFS si ebbe tra 198 medici e infermieri presso l’ospedale della contea di Los Angeles nel 1934-1935, in seguito all’iniezione di un vaccino sperimentale contro la polio coltivato nel tessuto cerebrale del topo.

 

Big Pharma contrattacca

Le prove della Mikovits rappresentavano una grande minaccia finanziaria per le aziende farmaceutiche di tutto il mondo a causa del loro uso negligente di colture cellulari animali per produrre vaccini e altri prodotti farmaceutici. Le sue scoperte mettono a rischio gli introiti miliardari provenienti da un’intera branca della medicina chiamata «biofarmaci», che derivano dai tessuti e dai prodotti animali.

 

Le compagnie farmaceutiche e i regolatori sottomessi hanno scatenato una furiosa bordata contro Mikovits e Ruscetti, assediandoli da ogni roccaforte.

 

La rivista Science ha pressato senza sosta la Mikovits per ritirare il suo articolo dell’ottobre 2009. Nel settembre del 2011, il Whittemore Peterson Institute dell’Università del Nevada, a Reno, ha licenziato Judy dal suo incarico di docente.

 

Judy e la sua famiglia hanno notato uomini dall’aspetto minaccioso che la seguivano in camioncini e altri episodi che davano ad intendere che era sotto sorveglianza. In un episodio,  hanno circondato la sua casa e l’hanno costretta a fuggire su una barca. Dopo essere fuggita, hanno fatto irruzione nella sua casa, sostenendo di lavorare per il governo.

 

A novembre, la polizia di Ventura ha arrestato Judy senza un mandato e l’ha tenuta in prigione per cinque giorni senza cauzione. La polizia ha perquisito la sua casa da cima a fondo, spargendo i suoi documenti ovunque. Lo stesso giorno, i poliziotti hanno fatto irruzione nella casa della sua amica, Lilly, e l’hanno costretta a rimanere seduta su una sedia per diverse ore mentre saccheggiavano l’edificio.

 

I funzionari del NIH hanno riferito alla polizia del Nevada che la dott.ssa Mikovits aveva prelevato illegalmente alcuni quaderni di ricerca dal loro laboratorio. Questa era un’accusa inventata. In qualità di ricercatrice principale titolare di due borse di studio governative, era obbligo della Dr.ssa Mikovits conservare tutti i suoi documenti di ricerca. Inoltre, Judy aveva lasciato tutti i quaderni nel suo ufficio universitario il 29 settembre.

 

Lo stesso giorno, qualcuno entrò illegalmente nell’ufficio di Judy, sottrasse i suoi quaderni e poi in qualche modo li sistemò in un armadio della sua casa, apparentemente per incriminarla.

 

Settimane dopo, mentre Judy marciva in cella, suo marito David trovò le riviste ordinatamente imballate in una borsa da spiaggia di lino dentro un armadio nella sua casa nel sud della California. David li portò immediatamente in prigione dopo mezzanotte e li consegnò alla polizia di Ventura.

 

Mentre era in prigione, l’ex capo di Judy disse a suo marito e al dott. Ruscetti che se avesse soltanto firmato una ritrattazione per ammettere che il suo documento era sbagliato, la polizia l’avrebbe liberata e avrebbe potuto salvare la sua carriera scientifica. Judy rifiutò.

 

Nessun procuratore ha mai presentato accuse contro di lei, ma il cartello farmaceutico e le riviste scientifiche schiave delle industria hanno lanciato una campagna diffamatoria nei suoi confronti. Meno di due anni prima, la rivista Science l’aveva celebrata. Ora, la stessa rivista pubblicava la sua foto segnaletica e ritirava il suo articolo.

 

Judy perse le sovvenzioni federali per le quali era la principale ricercatrice. Utilizzò ogni risorsa nel tentativo di trovare lavoro e ripristinare il suo buon nome. Le riviste scientifiche, certamente tutte controllate da Big Pharma, rifiutarono di pubblicare i suoi articoli.

 

Le biblioteche mediche del NIH hanno eliminato i suoi lavori. Nonostante abbia speso centinaia di migliaia di dollari in spese legali, non è stata in grado di avere la meglio in tribunale. Il Procuratore del Nevada ha tenuto il caso «sotto sigillo» per anni. Grazie agli atti fraudolenti di funzionari della sanità pubblica ai vertici del Ministero della salute e dei servizi umani (HHS) hanno fatto in modo che nessuno la assumesse.

 

Sfidare le ortodossie contemporanee è un rischio professionale

La persecuzione di scienziati e medici che osano sfidare le ortodossie contemporanee non si è fermata dopo Galileo: è sempre stata, e rimane oggi, un rischio professionale.

 

Il dramma di Henrik Ibsen del 1882 Un nemico del popolo è una parabola della trappola dell’integrità scientifica. Ibsen racconta la storia di un dottore della Norvegia meridionale che scopre che i bagni pubblici, popolari e redditizi, della sua città stavano in realtà facendo ammalare i visitatori che si accalcavano per ringiovanire. Gli scarichi delle concerie locali avevano infettato le terme con batteri letali.

 

Quando il medico rende pubbliche le informazioni, i commercianti locali, raggiunti da funzionari del governo, i loro alleati nella «stampa indipendente di mentalità liberale» e altre parti interessate finanziariamente si muovono per metterlo a tacere. L’establishment medico gli revoca la licenza, i cittadini lo diffamano e lo marchiano come «nemico del popolo».

 

Il medico immaginario di Ibsen ha sperimentato ciò che gli scienziati sociali chiamano il «riflesso di Semmelweis». Questo termine descrive la repulsione istintiva con cui la stampa, la comunità medica e scientifica e gli interessi finanziari che vi orbitano intorno accolgono nuove prove scientifiche che contraddicono un paradigma stabilito. Il riflesso può essere particolarmente feroce nei casi in cui nuove informazioni scientifiche suggeriscano che le pratiche mediche consolidate stanno effettivamente danneggiando la salute pubblica.

 

La difficile situazione della vita di Ignaz Semmelweis, medico ungherese, ha ispirato il termine e il dramma di Ibsen. Nel 1847, il dottor Semmelweis era assistente professore presso la clinica di maternità del General Hospital di Vienna, dove circa il 10% delle donne moriva di febbre puerperale subito dopo il parto.

 

Basandosi sulla sua personale teoria secondo cui la pulizia potrebbe evitare la trasmissione di «particelle» che causano malattie, Semmelweis introdusse la pratica del lavaggio delle mani obbligatorio per gli stagisti che svolgevano autopsie e assistevano ai parti. Il tasso di febbre puerperale fatale scese immediatamente all’1% circa. Semmelweis pubblicò questi risultati.

 

Invece di erigere un monumento a Semmelweis, la comunità medica, non disposta ad ammettere la colpevolezza nei danni a così tanti pazienti, escluse il dottore dalla professione medica.

 

I suoi ex colleghi indussero il Dr. Semmelweis a recarsi presso un’istituto di igiene mentale nel 1865, quindi lo convinsero contro la sua volontà. Semmelweis morì misteriosamente due settimane dopo. Un decennio dopo, la teoria dei germi di Louis Pasteur e il lavoro di Joseph Lister sull’igiene ospedaliera confermarono le idee di Semmelweis.

 

Gli analoghi moderni abbondano

Herbert Needleman dell’Università di Pittsburgh subì il riflesso di Semmelweis quando rivelò la tossicità del piombo, tale da uccidere il cervello, negli anni ’80.

 

Needleman pubblicò uno studio rivoluzionario nel 1979 sul New England Journal of Medicine, dimostrando che i bambini con alti livelli di piombo nei denti ottenevano punteggi significativamente inferiori rispetto ai loro coetanei nei test di intelligenza, nell’elaborazione uditiva e del parlato e nelle misurazioni dell’attenzione.

 

A partire dai primi anni ’80, l’industria del piombo e del petrolio (la benzina al piombo era un prodotto petrolifero redditizio) mobilitò società di pubbliche relazioni, consulenti scientifici e medici per contrastare la ricerca di Needleman e la sua credibilità.

 

L’industria fece pressioni sull’agenzia per la protezione ambientale, sull’ufficio di integrità scientifica del National Institutes of Health e sull’università di Pittsburgh per avviare indagini contro Needleman.

 

Alla fine il governo federale e l’Università hanno vendicato Needleman. Ma l’impatto dell’aggressivo attacco del settore ha rovinato la carriera accademica di Needleman e bloccato il campo della ricerca di piombo. L’episodio ha offerto una dimostrazione del potere dell’industria per sconvolgere la vita dei ricercatori che osano mettere in discussione la sicurezza dei loro prodotti.

 

Rachel Carson affrontò la stessa sfida all’inizio degli anni ’60 quando espose i pericoli del pesticida DDT della Monsanto, che la comunità medica promuoveva come profilassi contro i pidocchi e la malaria. Funzionari governativi e professionisti medici guidati dall’American Medical Association si unirono alla Monsanto e ad altri produttori chimici, attaccando pesantemente la Carson. Le riviste specializzate e i media popolari la denigrarono come una «donna isterica».

 

L’industria derideva la Carson definendola una «zitella», l’eufemismo contemporaneo per dire lesbica, accusandola di essere poco scientifica. 

 

Le critiche feroci al suo libro sono apparse nelle pagine editoriali di Time, Life, Newsweek, 

Saturday Evening Post, US News and World Report e persino su Sports Illustrated. Sono immensamente orgoglioso che mio zio, il presidente John F. Kennedy, abbia svolto un ruolo fondamentale nel vendicare la Carson. Nel 1962, sfidò la propria USDA, agenzia in combutta con la Monsanto, e nominò un gruppo di scienziati indipendenti che convalidarono ogni affermazione contenuta nel libro della Carson, Primavera silenziosa.

 

L’esperienza del medico ed epidemiologo britannico Alice Stewart offre un’analogia quasi perfetta con il linciaggio della lobby medica a danno di Judy Mikovits.

 

Negli anni ’40, la Stewart era una delle poche donne nella sua professione e la più giovane che fosse mai stata eletta al Royal College of Physicians. Ha iniziato a indagare sulle alte occorrenze di tumori infantili nelle famiglie benestanti, un fenomeno sconcertante dato che la malattia era spesso collegata con la povertà e raramente con la ricchezza. La Stewart pubblicò un articolo su The Lancet nel 1956 che dimostrava chiaramente che la pratica comune di sottoporre a raggi X le donne in gravidanza era colpevole dei carcinomi che in seguito avrebbero afflitto i loro bambini.

 

Secondo Margaret Heffernan, autrice di Willful Blindness, la scoperta della Stewart «è stata uno schiaffo alla saggezza convenzionale» –l’entusiasmo della professione medica per la nuova tecnologia dei raggi X – così come «l’idea dei medici di se stessi, cioè persone che aiutano i pazienti». Una coalizione composta da regolatori governativi, promotori nucleari e industria nucleare si unì all’establishment medico statunitense e britannico lanciando un brutale attacco alla Stewart.

 

La Stewart, morta nel 2002 all’età di novantacinque anni, non ricevette mai più un’altra importante borsa di ricerca in Inghilterra. Ci vollero venticinque anni dopo la pubblicazione del documento della Stewart perchè l’istituzione medica riconoscesse finalmente le sue scoperte e abbandonasse la pratica di sottoporre ai raggi X le donne in gravidanza.

 

Punita, esiliata e rovinata

Judy Mikovits è l’erede di questi martiri e, più direttamente, di una lunga serie di scienziati, che i funzionari della sanità pubblica hanno punito, esiliato e rovinato specificatamente per aver commesso un’eresia contro l’ortodossia dominante dei vaccini.

 

La dott.ssa Bernice Eddy era una virologa pluripremiata e una delle scienziate ai vertici nella storia di NIH. Lei e la sua partner di ricerca Elizabeth Stewart sono state le prime ricercatrici a isolare il Polyomavirus, il primo virus che ha dimostrato di causare il cancro.

 

Nel 1954, il NIH chiese alla Eddy di dirigere i test sul vaccino contro la polio creato da Salk. Ha scoperto, durante il test su diciotto macachi, che il vaccino di Salk conteneva un residuo vivente del virus della polio che paralizzava le scimmie.

 

La dottoressa Eddy aveva avvertito i suoi capi dell’NIH che il vaccino era virulento, ma respinsero le sue preoccupazioni. La distribuzione di quel vaccino da parte di Cutter Labs in California ha causato il peggior focolaio di polio nella storia. I funzionari sanitari hanno infettato 200.000 persone con polio viva; 70.000 si ammalarono, 200 bambini rimasero paralizzati e dieci morirono.

 

Nel 1961, la Eddy scoprì che un virus, SV40, che provocava il cancro nelle scimmie aveva contaminato novantotto milioni di vaccini di Salk contro la polio. Quando iniettò il virus SV40 nei criceti neonati, i roditori furono colpiti da tumori. La scoperta della Eddy si rivelò imbarazzante per molti scienziati che lavoravano sul vaccino. Invece di premiarla per il suo lavoro lungimirante, i funzionari del NIH la bandirono dalla ricerca sulla poliomielite e le assegnarono altri progetti. Il NIH ha seppellito le informazioni allarmanti e ha continuato a usare i vaccini.

 

Nell’autunno del 1960, la New York Cancer Society invitò la Eddy a tenere un discorso alla conferenza annuale. La dott.ssa Eddy scelse l’argomento dei tumori indotti dal virus del polioma. Tuttavia, descrisse anche i tumori indotti dall’agente virale SV40 nelle cellule renali di scimmia. Il suo supervisore al NIH la rimproverò rabbiosamente per aver menzionato pubblicamente la scoperta e la escluse dalle dichiarazioni di crisi della salute pubblica.

 

La Eddy sostenne la pubblicazione del suo lavoro sul virus, accusando la fornitura di vaccini contaminati dell’urgente crisi di salute pubblica. I pezzi grossi delle agenzie editoriali impedirono la pubblicazione, consentendo a Merck e Parke-Davis di continuare a commercializzare il vaccino cancerogeno a milioni di adulti e bambini americani.

 

Il 26 luglio 1961, il New York Times riferì che Merck e Parke-Davis stavano ritirando i loro vaccini Salk. L’articolo non diceva nulla sul cancro. Il Timespubblicò la storia accanto a un articolo sulle multe per il prestito bibliotecario scaduto a pagina 33.

 

Mentre due compagnie farmaceutiche, Merck e Parke-Davis, ritirarono il vaccino contro la poliomielite nel 1961, i funzionari del NIH si rifiutarono di ritirare totalmente il resto della fornitura, temendo di ledere la reputazione del programma vaccinale se gli americani fossero venuti a sapere che PHS li aveva infettati con un virus che provoca il cancro. Di conseguenza, milioni di americani ignari hanno ricevuto vaccini cancerogeni tra il 1961 e il 1963. Il Servizio sanitario pubblico ha poi nascosto quel «segreto» per quarant’anni.

 

In totale, novantotto milioni di americani hanno ricevuto iniezioni potenzialmente contenenti il virus cancerogeno, che ora fa parte del genoma umano. Nel 1996, i ricercatori del governo hanno identificato l’SV-40 nel 23%dei campioni di sangue e nel 45% dei campioni di sperma raccolti da adulti sani.

 

Il 6%dei bambini nati tra il 1980 e il 1995 è infetto. I funzionari della sanità pubblica hanno somministrato il vaccino a milioni di persone per anni dopo aver saputo che era infetto. Hanno contaminato l’umanità con un virus derivato da una scimmia e si sono rifiutati di ammettere quello che avevano fatto.

 

Oggi, l’SV-40 è utilizzato nei laboratori di ricerca di tutto il mondo perché è così efficacemente cancerogeno. I ricercatori lo usano per produrre un’ampia varietà di tumori ossei e dei tessuti molli, inclusi mesotelioma e tumori cerebrali negli animali.

 

Questi tumori sono esplosi nella generazione del baby boom, che ha ricevuto i vaccini contro la polio Salk e Sabin tra il 1955 e il 1963. I tumori della pelle sono aumentati del 70%, il linfoma e il tumore alla prostata del 66% e il cancro al cervello del 34%.

 

Prima del 1950, il mesotelioma era raro nell’uomo. Oggi i medici diagnosticano ogni anno quasi 3000 casi di mesotelioma negli americani; il 60% dei tumori testati conteneva SV-40. Oggi, gli scienziati trovano SV-40 in una vasta gamma di tumori mortali, tra cui il 33% e il 90%dei tumori cerebrali, tutti gli otto ependimomi e quasi la metà dei tumori ossei testati.

 

In misure successive, NIH proibì a Bernice Eddy di parlare pubblicamente o di partecipare a conferenze accademiche, ritirò i suoi scritti, la allontanò completamente dalla ricerca sui vaccini e alla fine distrusse i suoi animali e vietò l’accesso ai suoi laboratori.

 

Il suo trattamento continua a segnare uno scandalo duraturo con la comunità scientifica, eppure il copione del NIH contro Bernice Eddy è diventato un modello standardizzato per i regolatori federali dei vaccini nel trattamento degli scienziati dissidenti che cercano di dire la verità sui vaccini.

 

Il dottor John Anthony Morris era un batteriologo e virologo che lavorò per trentasei anni presso il NIH e la Food and Drug Administration (FDA), a partire dal 1940. Morris ricoprì il ruolo di Chief Vaccine Officer per il Bureau of Biological Standards (BBS) presso il National Institute of Health e successivamente con la FDA quando la BBS venne inglobata da quest’ultima negli anni ’70.

 

Il dottor Morris fece irritare i suoi superiori sostenendo che le ricerche condotte dalla sua unità avevano dimostrato che non vi erano prove affidabili dell’efficacia dei vaccini antinfluenzali nella prevenzione dell’influenza; in particolare, accusò il suo supervisore di basare il programma di vaccinazione di massa del HHS per l’influenza suina principalmente su una campagna di paura scientificamente infondata e su false affermazioni fatte dai produttori farmaceutici. Avvertì che il vaccino era pericoloso e poteva provocare lesioni neurologiche. Il suo superiore al CDC lo ammonì: «Ti consiglierei di non parlarne».

 

Quando i destinatari del vaccino iniziarono a segnalare reazioni avverse, tra cui Guillain-Barré, il Dr. Morris disobbedì a tale ordine e ha reso pubblica la notizia. Dichiarò che il vaccino antinfluenzale era inefficace e potenzialmente pericoloso e disse che non riusciva a trovare alcuna prova che questa influenza suina fosse pericolosa o che si sarebbe diffusa da uomo a uomo.

 

Per rappresaglia, i funzionari della FDA confiscaroni i suoi materiali di ricerca, cambiarono le serrature del suo laboratorio, riassegnarono il suo personale di laboratorio e bloccarono i suoi sforzi per pubblicare i risultati. La FDA relegò il Dr. Morris a una piccola stanza senza telefono. Chiunque desiderasse vederlo doveva ottenere il permesso dal capo del laboratorio. Nel 1976, l’HHS licenziò il dottor Morris con il pretesto di non essere riuscito a restituire i libri alla biblioteca in tempo.

 

Avvenimenti successivi hanno confermato lo scetticismo del dr. Morris sull’influenza suina. Il programma di vaccinazione contro l’influenza suina del 1976 era così carico di problemi che il governo dovette interrompere le vaccinazioni dopo che quarantanove milioni di persone avevano ricevuto il vaccino. Tra le vittime del vaccino c’erano 500 casi di Guillain-Barré, tra cui 200 persone paralizzate e 33 morti. Inoltre, l’incidenza dell’influenza suina tra i vaccinati era sette volte superiore rispetto a quelli che non erano stati vaccinati, secondo le notizie.

 

Secondo un articolo del New York Times, il dottor Morris ha dichiarato: «I produttori di questi vaccini (influenzali) sanno che non sono efficaci, ma continuano comunque a venderli».

 

Morris ha detto al Washington Post nel 1979: «è una fregatura medica, credo che il pubblico dovrebbe avere informazioni veritiere sulla base delle quali possono determinare se fare o meno il vaccino», aggiungendo, «Credo che, date le informazioni complete, non faranno il vaccino.»

 

La FDA ha usato lo stesso sistema nel 2002 per isolare, zittire e allontanare dal servizio governativo il suo epidemiologo di punta, il Dr. Bart Classen, quando i suoi enormi studi epidemiologici, i più grandi mai condotti, collegarono i vaccini Hib all’epidemia di diabete giovanile. La FDA ordinò al Dr. Classen di astenersi dal pubblicare gli studi finanziati dal governo, gli proibì di parlare pubblicamente dello scoppio allarmante e alla fine lo costrinse a lasciare il servizio governativo.

 

Nel 1995, il CDC ha assunto un esperto specializzato di analisi computerizzata, Dr. Gary Goldman, per eseguire il più grande studio mai finanziato dal CDC sul vaccino contro la varicella.

 

I risultati di Goldman su una popolazione isolata di 300.000 residenti di Antelope Valley, in California, hanno mostrato che il vaccino è svanito, portando a pericolosi focolai di varicella negli adulti e che i bambini di dieci anni che hanno ricevuto il vaccino hanno manifestato fuoco di Sant’Antonio, il triplo rispetto ai bambini non vaccinati. L’herpes zoster ha un tasso di mortalità venti volte superiore a quello della varicella e causa cecità. Il CDC ordinò a Goldman di nascondere le sue scoperte e gli proibì di pubblicare i suoi dati.

 

Nel 2002, Goldman si è dimesso per protesta. Ha inviato una lettera ai suoi capi dicendo che si stava dimettendo perché «Mi rifiuto di partecipare alla frode nella ricerca.»

 

La storia medica recente trabocca di altri esempi della brutale soppressione di qualsiasi scienza che esponga i rischi dei vaccini; le vittime includono medici e scienziati brillanti e compassionevoli come il dott. Waney Squier, il gastroenterologo britannico Andy Wakefield, il gruppo di ricerca padre/figlio David e il dott. Mark Geier, la biochimica italiana Antionetta Gatti e l’epidimiologo danese Peter Goetzsche. 

 

Qualsiasi società giusta avrebbe costruito statue per questi visionari e li avrebbe onorati con allori e ruoli di primaria importanza. I nostri funzionari medici corrotti li hanno sistematicamente disonorati e messi a tacere.

 

In Inghilterra una neuropatologo, dott. Waney Squier del Radcliffe Hospital di Oxford, ha testimoniato in una serie di casi per conto di imputati accusati di infliggere la sindrome del bambino scosso. Squier credeva che, in questi casi, i vaccini, e non il trauma fisico, avessero causato lesioni cerebrali ai bambini.

 

Nel marzo 2016, il Medical Practitioner Tribunal Service (MPTS) l’ha accusata di aver falsificato prove e mentito e l’ha radiata dall’albo dei medici. La Squier ha presentato ricorso in appello contro la decisione del tribunale nel novembre 2016. L’Alta Corte d’Inghilterra ha invertito la decisione del MPTS, concludendo che: «La determinazione del MPTS è in molti modi significativi imperfetta.»

 

Il professor Peter Gøtzsche ha co-fondato la Cochrane Collaboration nel 1993 per porre rimedio alla schiacciante corruzione della scienza e degli scienziati pubblicati dalle società farmaceutiche. Oltre 30.000 dei principali scienziati del mondo si sono uniti al Cochrane come revisori volontari nella speranza di ripristinare l’indipendenza e l’integrità della scienza pubblicata.

 

Gøtzsche era responsabile di rendere Cochrane il principale istituto di ricerca indipendente al mondo. Ha anche fondato il Nordic Cochrane Center nel 2003. Il 29 ottobre 2018, gli interessi farmaceutici, guidati da Bill Gates, sono finalmente riusciti a estromettere il professor Gøtzsche. Un comitato corrotto controllato da Gates ha licenziato Gøtzsche dalla Cochrane Collaboration dopo aver pubblicato una critica scientificamente fondata sul vaccino HPV.

 

Nel 2018 il governo danese, sotto la pressione del settore farmaceutico, ha licenziato Peter Gøtzsche del Rigshospitalet di Copenaghen. Le sue scoperte sul vaccino HPV hanno minato i guadagni dell’industria farmaceutica.

 

Una ricerca della verità esistenziale

La scienza, nella migliore delle ipotesi, è una ricerca della verità esistenziale. A volte, tuttavia, queste verità minacciano potenti paradigmi economici. Sia la scienza che la democrazia si basano sul libero flusso di accurate informazioni. Le avide corporazioni e i regolatori governativi succubi si sono costantemente mostrati disposti a distorcere, rigirare, falsificare e corrompere la scienza, nascondere le informazioni e censurare il dibattito aperto per proteggere il potere personale e i profitti aziendali. La censura è il nemico fatale della democrazia e della salute pubblica.

 

Il Dr. Frank Ruscetti cita spesso Valery Legasov, il coraggioso fisico russo che ha sfidato il censimento, la tortura e le minacce alla sua vita da parte del KGB per rivelare al mondo la vera causa del disastro di Chernobyl.

 

«Essere uno scienziato è essere ingenui. Siamo così concentrati sulla nostra ricerca della verità, che non riusciamo a considerare quanto pochi vorrebbero davvero trovarla. Ma è sempre lì, che possiamo vederla o no, che scegliamo o no. La verità non si preoccupa dei nostri bisogni o dei nostri desideri. Non le importa dei nostri governi, delle nostre ideologie, delle nostre religioni. Rimarrà in attesa per tutto il tempo».

 

Questo resoconto di Judy Mikovits e Kent Heckenlively è di vitale importanza sia per la salute dei nostri figli sia per la vitalità della nostra democrazia. Mio padre credeva che il coraggio morale fosse la specie più rara di coraggio. Più raro anche del coraggio fisico dei soldati in battaglia o di una grande intelligenza. Pensava che fosse l’unica qualità vitale necessaria per salvare il mondo.

 

Se vogliamo continuare a godere della democrazia e proteggere i nostri figli dalle forze che cercano di mercificare l’umanità, allora abbiamo bisogno di scienziati coraggiosi come Judy Mikovits che siano disposti a dire la verità al potere, anche a un costo terribile personale.

 

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