Originale: Counterpunch

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7 marzo 2020

 

La peste neoliberista

di Bob Urie 

Traduzione di Giuseppe Volpe

 

Per quelli che non hanno familiarità con ‘La peste’ di Albert Camus, vite disparate sono riunite durante una peste che dilaga in una città algerina. Oggi, a causa dell’emergere di un virus letale e fortemente comunicabile (coronavirus) noi, il popolo dell’occidente, abbiamo un’occasione per riconsiderare che cosa significhiamo gli uni per gli altri. La lezione esistenziale è che attraverso la paura e l’angoscia possiamo scegliere di vivere, con le responsabilità che tale scelta comporta, o semplicemente svanire.

Attraverso il virus è gettata una nuova luce su quattro decenni di riorganizzazione neoliberista dell’economia politica. La combinazione di diffusa emarginazione economica e dell’assenza di permessi remunerati fa sì che lavoratori malati e fortemente contagiosi abbiano scarse scelte economiche, se non di diffondere il virus. E il meccanismo dei prezzi delle compagnie assicurative inteso a dissuadere le persone dall’utilizzare eccessivamente l’assistenza sanitaria (‘mettere in gioco la pelle’) fa sì che solo le persone molto malate ‘compreranno’ un’assistenza sanitaria che non possono permettersi.

L’offerta del mercato di kit per il test del virus, di vaccini e di aiuti sanitari elementari, in assenza di coercizione governativa, seguirà il modello monopolista di sotto-fornitura a prezzi che sono inaccessibili per la maggior parte delle persone. Il percorso più fiscalmente responsabile, nel senso di garantire che i ricchi non paghino imposte, consiste nel lasciare che quelli che non possono permettersi l’assistenza sanitaria muoiano. Se questo significa che decine di milioni di persone moriranno senza necessità, i mercati sono un supervisore duro. (3,4 per cento del tasso di mortalità, rispetto al 2-3 per cento di contagio dell’influenza spagnola, cioè il 4 per cento della popolazione del 1918).

Se quest’ultima parte risulta una teoria sociale alla (Ayn) Rand interpretata da un sociopatico in erba nel seminterrato della casa a schiera pericolante del padre morto, è la fondamentale ideologia neoliberista applicata a circostanze che possiamo vedere evolversi in tempo reale. Secondo Ryan Grim del The Intercept, Bill Clinton eliminò la prescrizione del ‘prezzo ragionevole’ per i farmaci prodotti da società che ricevono finanziamenti governativi. Questo pesa sia sui kit di test del coronavirus sia sui vaccini sviluppati commercialmente.

Lasciando da parte le difficoltà tecniche che saranno o non saranno risolte, come sarebbe efficacemente messa in quarantena una parte sostanziale dell’80 per cento della popolazione che tira a campare, quando perdere un reddito crea un effetto a cascata di sfratti, pignoramenti, fame, sequestri, taglio di utenze, eccetera? Il sistema attuale, concepito e organizzato per far lavorare lavoratori disperati o quasi disperati con il minimo di salario e provvidenze, è un disastro della sanità pubblica per progetto.

Ance se la reazione statunitense alla minaccia del coronavirus pare essere meno che solida, c’è stata una reazione quasi istantanea della Federal Reserve a una discesa del 10 per cento dei prezzi delle azioni. La stessa Federal Reserve che aveva organizzato un’ascesa ininterrotta dei prezzi delle azioni dopo che Wall Street era stata salvata nel 2009, sa perfettamente bene quanto strettamente la proprietà delle azioni sia concentrata tra i ricchi; pubblica i dati. Ha rapidamente ridotto il costo della speculazione finanziaria come il costo dei test e di un vaccino per il coronavirus, e la questione di chi li sopporterà resta senza risposta.

Se le priorità paiono mal riposte, non avete prestato attenzione. Le statistiche di suicidi, divorzi, tossicodipendenze e comportamenti autodistruttivi che derivano dalla perdita di lavoro erano comprese e diffusamente pubblicate già nei primi anni Novanta, al picco della tornata di licenziamenti di massa di quell’epoca. Creare insicurezza dell’impiego era l’intero motivo delle riforme neoliberista quali l’esternalizzazione, la de-specializzazione e il lavoro precario. La teoria neoliberista sosteneva che lavoratori disperati lavorano sia più a lungo sia più intensamente. E muoiono più giovani.

La brutalità della logica utilizzata dall’amministrazione Obama nel costruire l’ACA, Obamacare, merita di essere approfondita. La premessa dietro l’idea di ‘giocarsi la pelle” è il neoliberismo elementare, sviluppato da un fondatore del neoliberismo, l’economista Milton Friedman, per razionare l’assistenza sanitaria. L’idea fondamentale è che senza un prezzo, la gente ‘pretenderà’ più assistenza sanitaria di quanta ne abbia bisogno. Che dal punto di vista della salute del pubblico eccedere in assistenza sanitaria sia meglio che offrire in misura insufficiente è ignorata in base alla premessa che le preoccupazioni circa la salute del pubblico sono comuniste. (Si legga Friedman).

Ma quanto è probabile che la gente ‘pretenderà’ troppa assistenza sanitaria? Il punto di partenza dell’Obamacare era che il sistema sanitario statunitense offrire metà dell’assistenza a un prezzo doppio di quello di sistemi paragonabili. Mediante il meccanismo dei prezzi ‘di mercato’ che esisteva, l’incentivo per le persone consisteva nell’evitare di acquistare assistenza sanitaria che aveva/ha un prezzo eccessivo. Non era preso in considerazione il fatto che attraverso ‘monopoli naturali’ geografici e specialistici, i fornitori di assistenza sanitaria avevano un incentivo a offrire un’assistenza sanitaria insufficiente offrendo servizi ad alto margine ai ricchi.

Inoltre perché un sistema di assistenza sanitaria deve essere considerato dal punto di vista dell’utente individuale? Diversamente dal gioco di prestigio in cui dai ‘clienti’ dell’Obamacare ci si aspetta che prevedano le loro malattie e acquistino piani assicurativi che le coprano, l’intera premessa dell’assicurazione sanitaria è che le malattie sono imprevedibili. Il coronavirus non è una prova di tale natura imprevedibile? E attraverso la natura delle pandemie è noto che alcuni si ammaleranno e altri no. E’ precisamente ignoto chi si ammalerà e chi no.

Anche se nell’Obamacare ci sono clausole relative all’emergenza sanitaria pubblica che possono essere invocate o meno, perché avrebbe senso, in ogni caso, prevedere che le persone prevedano malattie future? Un tale programma non è assistenza sanitarie e non è neppure assicurazione sanitaria. E’ un gioco d’azzardo. Indovina e vivi. Non indovini e muori. Perché dovremmo indovinare? Prima dell’Obamacare le compagnie delle assicurazioni sanitarie giocavano d’azzardo con sistema su decisioni di vita e di morte. In vero stile neoliberista, l’Obamacare ha reso casuali il processo mentre gli assicuratori sanitari continuano a giocare d’azzardo con il sistema.

Per come la capisco io, la clausola dell’emergenza sanitaria pubblica nell’Obamacare potrebbe coprire la verifica del virus e il costo di un vaccino, casomai uno sia scoperto. Grandioso. E quanto all’assistenza? Quanti lettori hanno scelto un piano che copra il coronavirus? Quanti giorni potete superare senza un assegno paga se siete malati o in quarantena? Chi si prenderà cura dei vostri figli e quanto a lungo? Come pagherete il vostro affitto o il vostro mutuo? Chi consegnerà generi alimentari a casa vostra e come li pagherete? Come pagherete la rata della vostra auto prima che se la riprendano e come andrete al lavoro se guarirete?

L’assoluta idiozia, e il contenuto politico, del quadro di ‘consumatori’ individuali che utilizzano eccessivamente l’assistenza sanitaria degenera nel fatto che un vasto segmento del popolo statunitense non può permettersi di recarsi dal dottore quando ne ha bisogno. Anche se possono permettersi il costo diretto, non possono permettersi i costi indiretti. Quando l’Obamacare è stato approvato , gli USA avevano i risultati dell’assistenza sanitaria di tutti i paesi ricchi. Dieci anni dopo, gli USA hanno i risultati dell’assistenza sanitaria di tutti i paesi ricchi. E le bancarotte per problemi di salute sono rimaste virtualmente immutate da quando l’Obamacare è stato approvato.

Il motivo per concentrarci sull’Obamacare è che si tratta del sistema nel cui ambito incontriamo il coronavirus. Nello stretto senso politico di ottenere l’approvazione di una legge sull’assistenza sanitaria, l’Obamacare può essere o non essere stato ‘pragmatico’. Nel senso dell’assistenza sanitaria è un disastro in preparazione da decenni. Il problema non è stato/non è Obama per sé. E’ l’ideologia radicale alla sua base che è stata mascherata da pragmatismo. Il successo di Obama è stato ottenere l’approvazione della legge: un risultato politico. Non è stato creare un sistema di assistenza sanitaria funzionante.

La natura dell’altro mondo della teoria neoliberista ha condotto a una delle più brutali filosofie sociali. Obama in seguito ha allungato la durata dei brevetti delle compagnie farmaceutiche per dar loro un vantaggio economico offerto dal governo. L’economista Dan Baker ha costruito una carriera martellando questo punto generale. Michael Bloomberg ha beneficiato del sostegno governativo sia per la tecnologia sia per la finanza. La sua fortuna di 16 miliardi di dollari nel 2009 ha seguito l’aumento dei prezzi delle azioni per farlo arrivare a 64,2 miliardi nel 2020.

Donald Trump ha ereditato una vasta fortuna che analogamente ha seguito i prezzi più elevati delle azioni e degli immobili a Manhattan. Sia lui sia Bloomberg avrebbero potuto investire le loro fortune iniziali in portafogli passivi e ricevere i rendimenti che loro affermano essere il prodotto di un’intelligenza superiore e di duro lavoro. Analiticamente, se la variabilità di tali fortune segue fattori sistemici, piuttosto che personali, allora i fattori sistemici le spiegano. Lo stesso vale per la maggior parte delle fortune dell’epoca del capitalismo finanziario iniziata intorno al 1978.

Il senso di fondere questi temi è che essi rappresentano le due facce della medaglia neoliberista. In un senso generale, il neoliberismo si basa sul darwinismo economico, l’idea quasi religiosa (non di Darwin) che le persone finiscono dove meritano di finire nell’ordine sociale. Questa stessa idea, che differenze sistemiche nei risultati economici sono prova di cause sistemiche, si applica qui. Tuttavia, differenze di intelligenza, spirito d’iniziativa e talento non corrispondono a risultati sistemici, il che significa che la ricchezza concentrata non è un premio per tali qualità.

La brutalità ignorante di questo sistema risulta essere sulla via di essere messa alla prova dei fatti da un minuscolo virus. A meno che il governo federale non risolva davvero rapidamente la cosa, la maggior parte dei corpi saranno portati via da quartieri poveri e della classe lavoratrice come il mio. Pochi qui hanno un’assicurazione sanitaria e la maggior parte dei fornitori di assistenza sanitaria dell’area non accettano l’assicurazione di quelli che ce l’hanno. Più di un giorno di assenza dal lavoro e molti dei miei vicini non avranno più un posto. Gli sfratti sono uno stato regolare delle cose in tempi buoni. Non ci sono risorse per agevolare una reazione più generale.

Il liberalismo, di cui il neoliberismo è un cugino isterico, vive attraverso una patina di pragmatismo fino a quando non cominciano a volare le bombe atomiche o un virus colpisce. Far valutare ai ‘consumatori’ dell’assistenza sanitaria le loro scelte di mercato segue una logica angusta fino al punto in cui nessuna delle scelte è rilevante per un’emergenza di sanità pubblica. Un io più un altro io più un altro non si somma in un noi. La premessa fondamentale del neoliberismo, l’io alla Robinson, è sempre stata un espediente cinico per permettere ai ricchi di tenersi il loro bottino.

Il tasso di mortalità e il fattore di contagio recentemente riferiti per il coronavirus (collegamenti nel terzo paragrafo) lo pongono sopra il parametro moderno dell’influenza spagnola del 1918 in termini di letalità potenziale. Ciò che dovrebbe far arrabbiare la gente è come la riconfigurazione dell’economia politica intesa a rendere pochi realmente ricchi, ha sottoposto il resto di noi a un rischio accresciuto. Queste sono vite di persone reali e sono importanti.

Infine, per gli studenti del neoliberismo: qui non c’è alcuna fusione del neoliberismo con l’economia neoclassica. Milton Friedman, uno dei fondatori del neoliberismo attraverso la Mont Pelerin Society, ha prodotto l’equivalente di una lunga carriera di spazzatura economica raffazzonata. Nelle rare occasioni in cui non aiutava fascisti cileni a gettare studenti da aerei in volo, scaricava le sue teorie infantili su futuri predatori della Camera di Commercio e dell’ALEC. Il suo positivismo era già noto essere una farsa quando lo ha accolto. Qui c’è un’introduzione che spiega perché è, e sarà sempre, una farsa.

 


Rob Urie è un artista ed economista politico. Il suo libro ‘Zen Economics’ è pubblicato da CounterPunch Books. 


da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/the-neoliberal-plague/

 

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