Originale: Open Democracy

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9 Aprile 2020

 

Ho fatto una fortuna prevedendo l’ultima crisi. Ho paura di ciò che sta per succedere

di Gary Stevenson

Traduzione di Giuseppe Volpe

 

Gli economisti di solito non si coinvolgono nel lavoro incasinato di fare predizioni, il larga misura perché sono pessimi al riguardo. Fortunatamente  prima di essere un economista sono stato un operatore finanziario, con ottimi precedenti nel fare predizioni dopo l’ultima crisi finanziaria.

 

Che cosa ha in serbo il futuro per l’economia dopo la pandemia di coronavirus? Prevedere l’economia è sempre incerto ma ho paura di ciò che sta per succedere.

Alcuni economisti stanno predicendo un “ritorno alla normalità” dopo questa crisi. Ma secondo me questo gruppo ha mancato di comprendere che la situazione finanziaria di un gran numero di gruppo importanti nell’economia è cambiata considerevolmente.

E’ facile non coglierlo perché per molti la nostra situazione non è cambiata molto: se stiamo lavorando da casa, abbiamo conservato i nostri redditi; se siamo autonomi o temporaneamente non in grado di lavorare, il governo ci versa qualcosa di prossimo al nostro reddito consueto. Poiché molte delle nostre spese sono essenziali (affitto, mutuo, bollette, cibo) le nostre spese non sono diminuite di molto.

 

Ma questo non vale per tutti i gruppi:

I ricchi sono in una situazione di liquidità molto migliorata, poiché le loro entrate (affitti, interessi, parcelle, lavori ad alto reddito) non sono state toccate significativamente, ma le loro spese, largamente discrezionali in beni di lusso, sono diminuite acutamente. Come ho spiegato nel mio ultimo articolo, molti stanno seduti su pile di contanti.

I governi hanno ottenuto in prestito denaro di nuova stampa dalle banche centrali e lo hanno dato a lavoratori che non possono lavorare. Poiché il governo si sta indebitando per farlo, comincerà a trovarsi seduto su vasti debiti.

Le banche centrali hanno stampato un’enorme quantità di denaro. Esso va (mediante il governo) a lavoratori che lo versano ai ricchi, dove rimane, poiché i ricchi non stanno spendendo. La quantità complessiva di denaro nel sistema aumenta di molto.

Un numero considerevole di imprese e singoli individui ci sta rimettendo poiché finisce attraverso i vuoti dell’attuale pacchetto di sostegno. I più evidenti sono i proprietari di piccole imprese, i lavoratori autonomi recenti e quelli tra un lavoro e l’altro.

Che cosa succederà dopo? E’ difficile saperlo con certezza, ma ecco che cosa mi aspetto accada.

 

Fase 1: Panico

Il forte declino di entrate per molte aziende e singoli causerà panico. Molte persone e società hanno un bisogno disperato di liquidità per evitare la bancarotta, e alcune possono essere costrette a vendere bene per raccogliere contanti. Le banche centrali continueranno a pompare liquidità nel sistema, che finisce nei conti bancari dei ricchi. Ma i ricchi, timorosi dell’elevata volatilità dei mercati patrimoniali, e incerti circa quali aziende finiranno in fallimento, o tengono il denaro o acquistano i beni più sicuri – oro e titoli governativi – che hanno già visto i prezzi salire alle stelle. Alcuni individui potranno essere costretti a vendere le loro case per sostituire entrate perse e sostenere aziende in difficoltà.

 

Fase 2: Salvataggi e grande inflazione delle attività

Alla fine i governi chiariranno chi sarà salvato e chi non lo sarà. Nuove informazioni chiariranno anche quanto a lunga durerà il blocco economico. A questo punto i ricchi saranno seduti su vaste pile di liquidità e saranno ansiosi di metterlo all’opera.

Qui è importante capire ciò che è successo dopo il 2008, quando la stampa di denaro è stata usata su vasta scala per sovvenzionare un’economia debole. Dopo tale crisi i prezzi delle attività sono esplosi. Le azioni statunitensi sono aumentate di più del 400 per cento (non includendo i dividendi) dai loro minimi del 2009 ai loro massimi del febbraio di quest’anno. Le azioni statunitensi sono anche raddoppiate in meno di dieci anni. In meno di tre anni da metà 2008 il prezzo dell’oro, in once, è più che triplicato. E naturalmente sappiamo tutti cosa è successo ai prezzi delle case nel Regno Unito. Tutto questo è accaduto nonostante una persistente debolezza economica.

In modo perverso, la crisi economica del 2008 ha causato il più vasto e più mercato rialzo del mercato dei beni nella storia recente. I ricchi avranno imparato da tale crisi e saranno ansiosi di acquistare nuovamente beni, a prezzi convenienti, non appena tornare maggiore certezza. I ricchi acquisteranno beni, particolarmente dai più duramente colpiti e bisognosi di denaro, a prezzi ridotti e poi trarranno profitto da un aumento questa volta ancora più forte dei prezzi dei beni, poiché il denaro a quel punto sarà più vasto come quantità.

 

Il mercato immobiliare

Operare nel mercato immobiliare è già diventato molto difficile. Abbiamo già visto prosciugarsi l’offerta di mutui e quelli che restano richiedono depositi molto considerevoli. Questo impedirà a un gran numero di persone di comprare casa e nel breve termine spingerà i prezzi al ribasso, ma non colpirà quelli con depositi molto importanti o i compratori in contanti. Mentre le persone comuni saranno escluse dal mercato e alcune persone disperate saranno costrette a vendere a prezzi scontati, i ricchi saranno per un certo tempo i soli compratori. Compreranno case da venditori disperati e compreranno case che giovani coppie lavoratrici volevano comprare per crescervi le famiglie. Poi, se l’esperienza del 2008 è un precedente affidabile, i prezzi saliranno nei successivi cinque anni.

 

Il governo

Dopo che la crisi sarà passata, il governo sarà lasciato con un enorme debito nazionale. Dopo il 2008 è stata presa una decisione politica di reagire a ciò mediante l’austerità. Resta da vedere se succederà di nuovo. I faccio previsioni in economia, non in politica, ma a meno che sia fatto qualcosa a proposito di questi debiti essi incomberanno sui governi per decenni, se non per generazioni, e getteranno inevitabilmente un’ombra sui servizi pubblici e sulle reti di sostegno sociale.

 

Chi sono i vincitori e i perdenti? 

In termini di effetti di lungo termine sulla ricchezza, i vincenti e i perdenti per lo scenario di cui sopra sono i seguenti:

I grandi vincitori sono i ricchi. Essi accumulano liquidità durante la crisi, comprano beni per poco nel suo seguito immediato e poi godono un grande aumento dei prezzi sia dei loro nuovi beni sia di quelli che già possedevano.

I grandi perdenti sono le persone che cadranno attraverso le fessure del pacchetto di sostegno del governo: piccoli proprietari di azienda, i nuovi lavoratori autonomi e le persone tra un lavoro e l’altro. Queste sono le persone sull’altro lato della transazione quando i ricchi comprano beni a prezzi scontati, le persone costrette a vendere per disperazione.

Ci rimetteranno anche giovani famiglie che volevano comprare casa, specialmente se perderanno l’accesso a mutui. Saranno costretti ad affittare mentre le case sono acquistate per contanti da compratori ricchi. Dovranno poi risparmiare molto più a lungo per acquistare una casa equivalente quando i prezzi saliranno.

Anche i percettori di salario perderanno nel lungo termine. Proprio come dopo il 2008, un considerevole aumento dei prezzi delle case rispetto ai salari renderà le case non accessibili a lavoratori a meno che abbiano un patrimonio di famiglia cui fare appello. L’attuale strategia probabilmente condurrà a un mondo in cui comprare casa con il proprio salario diventerà sempre più una cosa impossibile senza il sostegno della famiglia.

Il governo è lasciato con debiti vastissimi.

Per dirlo in modo molto semplice, i proprietari di patrimoni vinceranno e i lavoratori perderanno. I ricchi vinceranno e i poveri perderanno. Naturalmente la situazione è più complicata: i ricchi inattivi, quali creditori e proprietari di casa, se la passeranno meglio dei ricchi che gestiscono imprese; i lavoratori in compiti d’ufficio non perdono tanto quanto i lavoratori del settore alberghiero. Alla fin fine, se non si possiede un grande patrimonio, si perde. Anche se si è proprietari della propria casa, che alla fine aumenterà di valore, ci si dovrebbe chiedere: dove vivranno e i miei figli e nipoti se non potranno comprare una casa con il loro salario? Si sistemeranno tutti in quest’unica casa?

 

C’è un’altra via?

Dovremmo essere grati di piccole benedizioni qui. Il Regno Unito è un paese moderno, ricco. Il governo è stato in grado di mettere insieme un pacchetto di soccorso che, anche se ha alcuni buchi, è vasto, esteso e sosterrà quelli più nel bisogno. Il governo è stato in grado di finanziare questo stampando moneta, il che è rapido ed economico, ed evita che si debba pagare immediatamente il conto. Molti paesi non hanno questo lusso. Molti governi in Asia, Africa e America Latina lotteranno per trovare i soldi per sostenere poverissimi senza lavoro, e  corrono un rischio molto reale di fame su larga scala.

L’attuale piano britannico, di pagare i ricchi per cibo, energia e alloggi con denaro stampato impedirà che la fame e la condizione di senzatetto esploda qui. Ma probabilmente genererà un forte aumento dei prezzi delle case e della disuguaglianza e un altro grande trasferimento di potere dai lavoratori e dai governi democraticamente eletti a un’élite limitata ma intensamente ricca.

Non deve andare così. Una volta superato il picco dell’epidemia di coronavirus l’accresciuta ricchezza dei nostri più facoltosi permarrà e lo stesso il debito governativo. La capacità di stampare moneta per rimborsare il debito ci regalerà un tempo prezioso per decidere come farvi fronte. Questo tempo ci dà l’occasione di avere un dibattito riguardo a chi paghi quei debiti. Lasciamo i ricchi con i profitti e il governo con le perdite, o condividiamo il fardello più equamente?

In anni recenti è stato condotto un lavoro eccellente da economisti quali Gabriel Zucman ed Emmanuel Saez sull’idea di un’imposta patrimoniale, una semplice imposta che addebiti ai più ricchi del paese una percentuale determinata o progressiva della loro ricchezza oltre una certa soglia. L’idea va circolando da prima della crisi del coronavirus ed è stata appoggiata sia da Bernie Sanders sia da Elizabeth Warren nelle loro campagne per la candidatura del Partito Democratico.

Questo semplice meccanismo potrebbe essere utilizzato per invertire il grande balzo della disuguaglianza cui altrimenti assisteremo in conseguenza di questa crisi. Contribuirebbe alla diminuzione del debito governativo e farebbe sì che i grandi aumenti di moneta stampata potessero tradursi in salari più elevati e servizi pubblici migliori anziché solo in una maggiore disuguaglianza e in alloggi non accessibili. Poiché la crisi è internazionale, questa sarebbe un’occasione perfetta perché i paesi agiscano insieme nell’attuare tale imposta, il che eliminerebbe ogni rischio di evasione.

Quando il peggio di questa crisi sarà passato e la crisi sanitaria sarà diventata una crisi economica, è vitale che cominciamo ad avere una discussione su chi ne paga il costo. Se non avremo tale discussione, o se decideremo di lasciare il peso sul governo e sui lavoratori mentre i ricchi lucrano, allora il futuro economico di questo paese potrebbe essere davvero molto fosco.

 


da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/i-made-a-fortune-predicting-the-last-crisis-i-fear-for-whats-about-to-unfold/

 

 

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