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10 agosto 2020

 

I Palestinesi come gli Indiani d’America

Intervista a Norman Finkelstein

 

Le cri des peuples, 15 aprile 2019 (trad. ossin)

 

 

Intervista a Norman Finkelstein, 20 marzo 2019

 

 

 

Trascrizione in italiano

 

Jimmy Dore: Buongiorno a tutti! Benvenuti a questa trasmissione.

 

Oggi abbiamo un invitato speciale. Norman Finkelstein è un politologo, militante, professore e scrittore statunitense. I suoi principali campi di ricerca sono il conflitto israelo-palestinese e la politica dell’Olocausto, un interesse motivato dall’esperienza dei suoi genitori, sopravvissuti ebrei dell’Olocausto. Si è laureato all’Università di Binghamton. Ha ottenuto un dottorato in Scienze Politiche all’Università di Princeton.

 

Benvenuto Norman Finkelstein. Grazie di avere accettato l’invito.

 

Norman Finkelstein : Grazie di avermi invitato.

 

Jimmy Dore : Lei è un esperto del conflitto israelo-palestinese. Sa, la maggior parte delle persone non conosce davvero le cause del conflitto; sa solo che c’è un conflitto e che gli Stati Uniti sono alleati di Israele, perché è una (sedicente) democrazia e sarebbe l’unica democrazia del Medio Oriente, come qualcuno ama dire.

 

Allora, come spiegherebbe questo conflitto a gente che non ne sa molto, intendo gli abitanti degli Stati Uniti? E non può saperne molto se si informa ascoltando la televisione. Io non penso che il cittadino medio sappia molto di questo conflitto. Allora come li informerebbe lei? Come è cominciato? Quali ne sono le cause?

 

Norman Finkelstein : Penso che il modo più efficace di informare la gente sia quello di ricorrere all’analogia. In realtà, quel che è accaduto al popolo palestinese nel secolo scorso assomiglia molto a quanto accaduto ai nativi amerindiani degli Stati Uniti. Prendiamo ad esempio il destino degli Indiani Cherokee, che originariamente risiedevano sulla costa est degli Stati Uniti, sono stati poi progressivamente allontanati, allontanati e ancora allontanati, fino a ritrovarsi in Arkansas. E poi sono stati confinati in una piccola parte dell’Arkansas, che poi è diventata l’Oklahoma. I Cherokee sono stati vittime di una politica di espulsione, di «trasferimento» per usare il vocabolario israeliano. Fondamentalmente, ci sono ovviamente differenze tra le due situazioni, e non si può pretendere che non vi siano, ma nell’insieme, direi che nell’insieme non è poi così diverso da quanto ha subito la popolazione autoctona degli Stati Uniti.

 

Jimmy Dore : Accipicchia! La cosa non era mai stata raccontata in questo modo. E lei sa, ironia della sorte, che la maggior parte degli Statunitensi non è nemmeno troppo informata sulla gravità di questo capitolo della nostra storia. Quindi gli Stati Uniti accordano ogni anno aiuti e miliardi di dollari di finanziamento a Israele. Ma qualcuno dice che Israele è uno Stato di Apartheid e che Gaza è una prigione a cielo aperto. Queste accuse sono vere? E come potrebbe essere vero? Come possiamo sostenere questa cosa?

 

Norman Finkelstein : Ebbene, io penso che si tratti di due affermazioni entrambe vere. Israele beneficia di due circostanze contemporaneamente. In primo luogo trae vantaggi dalla convergenza di interessi tra le élite statunitensi a Israele su molte questioni fondamentali. Per esempio attualmente esiste una convergenza di interessi tra Israele e gli Stati Uniti diretta al rafforzamento dell’Arabia Saudita, delle Monarchie del Golfo, e al contenimento dell’Iran. E’ una fondamentale convergenza di interessi, e probabilmente è questo che spiega, in gran parte, l’appoggio degli Stati Uniti a Israele..

 

Ma c’è anche un altro fattore, e non si può sostenere che quest’altro fattore non esista. C’è negli Stati Uniti una lobbie filo-israeliana potentissima, un po’ come quella delle armi da fuoco, la lobbie cubana (anticastrista), ecc. La lobbie israeliana è una delle efficienti lobbie, probabilmente una delle più efficienti, se non la più efficiente in assoluto, che operano a Washington. E la sua componente principale è costituita da una comunità ebraica statunitense potentissima, articolata e organizzata, anche se, anche qui, occorre fare delle distinzioni, perché tra i giovani ebrei si riduce fortemente il sostegno a Israele. Ma, nell’insieme, sia per la convergenza di interessi, sia per la presenza di una lobbie potente, articolata, organizzata e piazzata strategicamente, una lobbie che ha grande influenza nei media, grande influenza nell’industria editoriale, grande influenza nei giornali di opinione, grande influenza a Hollywood, questa lobbie è un fattore di primo piano nella costruzione della politica statunitense nei confronti di Israele.

 

Quanto al secondo punto, io non penso che sia ancora questione controversa se Israele sia o meno uno Stato di Apartheid. Non lo dico da polemista, mi sforzo di essere obiettivo e imparziale su questa situazione. Tra la Giordania e il mar Mediterraneo, si può attualmente dire che vivono adesso 12 o 13 milioni di persone. Questo calcolo include la Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza. E Israele ha preso il controllo della Cisgiordania, di Gerusalemme est e di Gaza. Israele li controlla da più di mezzo secolo. E il governo israeliano ha chiaramente detto di non avere la minima intenzione di tornare alle frontiere precedenti alla guerra del giugno 1967, dunque di cedere il controllo della Cisgiordania, di Gaza e di Gerusalemme est. Non si può dunque parlare di occupazione; si deve parlare di annessione. I territori sono stati annessi de facto. Dopo mezzo secolo, questa sembra essere l’unica conclusione ragionevole: c’è stata una annessione de facto.

 

Quindi, su tutta questa popolazione che vive tra il Mediterraneo e la Giordania, circa la metà ha uno stato giuridico di seconda classe, cioè, e per la maggior parte, non gode di alcun diritto in seno allo Stato [israeliano]: niente diritto di voto, e così di seguito, non hanno diritto di proprietà, i loro beni e le loro proprietà possono essere confiscati dall’oggi al domani e arbitrariamente, con suggello dei tribunali [israeliani]. Mi sembra quindi ancora una volta, cercando di essere razionali, cercando di essere obiettivi e imparziali, che non ci sia altro termine per descrivere una situazione nella quale quasi la metà della popolazione gode, o di diritti di seconda classe (nel perimetro stesso di Israele), o di nessun diritto (in Cisgiordania e a Gaza). E’ assolutamente una situazione di Apartheid.

 

Ma ancora una volta tutto questo non dovrebbe meravigliarci. Dovrebbe ricordare, non so lei che età abbia, ma per quanto mi riguarda io conservo un ricordo nitido degli ultimi giorni dell’Apartheid [sud-africana] : Ronald Reagan ha appoggiato il regime dell’Apartheid fino all’ultimo, e lo stesso ha fatto Margaret Thatcher. Ricorda che, fino alla fine, definivano Nelson Mandela e l’ANC, il Congresso Nazionale sud-africano, come terroristi. Quindi se il nostro governo è stato, fino alla fine dell’Apartheid, un fervente sostenitore dell’Africa del sud, perché rappresentava in qualche modo un bastione della civiltà occidentale, della civiltà occidentale, o di qualsiasi altra cosa, in Africa, allora per le stesse ragioni appoggia Israele in Medio Oriente.

 

Jimmy Dore : Pensa quindi che senza… Lei sa, lei afferma che Israele è certamente uno Stato di Apartheid, cosa che io condivido. Ma c’è qualcuno che mette in dubbio che sia così, che respinge queste accuse e cita in proposito i Palestinesi… Dice che c’è un partito politico arabo, che è il terzo partito in Israele, e cita continuamente il numero di Palestinesi che è autorizzato a votare (nelle elezioni israeliane)… Lei che cosa risponde?

 

Norman Finkelstein : Sono contento che mi abbia rivolto questa domanda, perché questo è il mezzo più efficace di discutere. E se qualcuno di noi deve fare l’avvocato del diavolo, questo ruolo spetta a lei.

 

Prima di tutto, ho cercato di essere chiaro, ho detto che in Israele c’è una diversa graduazione di diritti. I Palestinesi sono cittadini di seconda classe.

 

Israele si è adesso ufficialmente dichiarato Stato-nazione del popolo ebraico. Quindi, per esempio, io sono ebreo e, se gli Stati Uniti si dichiarassero Stato-nazione del popolo cristiano, mi sentirei ovviamente discriminato, soprattutto se fosse dichiarato per legge. Una simile dichiarazione farebbe di me un cittadino di seconda classe, vorrebbe dire che qui non c’è posto per me. Sarebbe lo Stato del popolo cristiano, non il mio Stato.

 

Detto ciò, ricordiamo che la rappresentanza politica riguarda solo una parte della popolazione palestinese che si trova sotto controllo di Israele o che è stato praticamente annesso da Israele. La Cisgiordania, gli abitanti della Cisgiordania, non votano alle elezioni israeliane, non sono rappresentati nella Knesset israeliana. Gli abitanti di Gaza non votano alle elezioni israeliane, non sono rappresentati al Parlamento israeliano, alla Knesset israeliana. Fino ad oggi, la grande maggioranza dei Palestinesi attualmente annessi allo Stato israeliano non hanno assolutamente alcun diritto.

 

L’unico modo di aggirare questo problema è di dire che vi è un processo di pace [in corso]. Ma il governo israeliano ha già detto chiaramente [di respingere l’idea di uno Stato palestinese], e bisogna essere più ciechi del re Lear per non rendersi conto che il governo israeliano ha detto che non tornerà alle frontiere del 1967. Una volta detto questo, si tratta di una dichiarazione di annessione, e se si tratta di annessione dovete tener conto di questo quando decidete se Israele è o meno uno Stato di Apartheid. Non si può limitare l’analisi a Israele e alle sue frontiere ante ’67: bisogna considerare tutta la zona, ivi compreso la Cisgiordania, ivi compreso Gerusalemme est, ivi compreso Gaza.

 

***

 

Jimmy Dore : Sa, sento dire che la maggioranza degli ebrei non condivide la politica del governo israeliano sulla Palestina, di Gaza e della Cisgiordania. Com’è possibile? E ci può parlare del Likud, che è in qualche modo un partito estremista, un partito di destra in Israele? Quale percentuale di consensi raccoglie davvero tra la popolazione ebraica, all’interno e all’esterno di Israele?

 

Norman Finkelstein : Ebbene, dobbiamo precisare che per prima cosa Benjamin Netanyahu, Primo Ministro dello Stato di Israele, governa da circa un decennio, e che ha partecipato a numerose elezioni. E, sebbene sia stato toccato da diversi scandali, venuti fuori letteralmente uno dopo l’altro, nessuno di essi ha davvero scalfito la sua popolarità. E la ragione, io penso, è molto semplice e per me assolutamente chiara: Benjamin Netanyahu è un ignobile razzista, un suprematista ebraico. E, condividendo tutti questi caratteri (ignobile, razzista, suprematista ebraico), egli è assolutamente rappresentativo della popolazione israeliana. Ed è la ragione per cui continuano a ri-eleggerlo nonostante gli scandali che, a quanto dicono, sarebbero sempre sul punto di farlo cadere, nonostante gli scandali che non lo fanno mai cadere, e questo perché quando guarda a Benjamin Netanyahu, la maggior parte della popolazione israeliana vede se stessa, lui la rappresenta fedelmente. E votano per lui perché nella sua mentalità… non vorrei parlare di valori, perché non penso che persone come il signor Netanyahu abbiano dei valori, ma in termini di mentalità, di disprezzo per gli Arabi, di disprezzo dei musulmani, (Netanyahu incarni perfettamente Israele e gli Israeliani)… Infatti, con tutto il rispetto che debbo a lei, signor Dore, e a tutti gli ascoltatori, a meno che non siate ebrei, Netanyahu vi disprezza tutti. E’ un suprematista ebraico.

 

Ma Netanyahu è anche un razzista e, anche se non amo ricorrere a questa terminologia, perché troppo semplicistica e troppo da «slogan», trovo però che, in circostanze particolari, l’uso di questa espressione è del tutto adeguato e adatto a questa situazione, perché apre gli occhi. Perché il signor Netanyahu e il signor Trump si intendono così bene? Perché il signor Netanyahu è la più grande pom-pom girl di Trump nel mondo? Ebbene la risposta è semplice: adorano entrambi i muri. Il signor Trump vuole costruire un muro per tenere lontani i Messicani, e il signor Netanyahu vuole un muro per tenere lontani gli Arabi.

 

Entrambi detestano i Neri. Quando Obama era presidente degli Stati Uniti, il signor Netanyahu non ha considerato affatto inappropriato, non ha esitato a fare irruzione negli Stati Uniti, a fare irruzione nel Senato per dare istruzioni a Obama sulla politica statunitense verso l’Iran. Oso dire, e ovviamente lei è libero di contraddirmi, di dire che è inconcepibile, assolutamente inconcepibile… ma se ci fosse stato un capo di Stato bianco, se ci fosse stato George Bush o anche Jimmy Carter, perfino se ci fosse stato un Jimmy Carter, il signor Netanyahu non avrebbe osato comportarsi come ha fatto con Obama. E’ un razzista.

 

E proprio come il signor Trump, il razzista, detesta i musulmani, il signor Netanyahu detesta i Neri. E’ per questo che ha fatto dell’espulsione dei migranti arabi [di Eritrea, del Sudan, ecc] uno degli assi della sua politica. Ci sono circa 30 000 di questi rifugiati in Israele, che sono scappati da situazioni di guerra, da situazioni gravissime e difficilissime. E lui ne ha decretato l’espulsione perché… bisogna ricordare che il signor Netanyahu è cresciuto, una gran parte della sua vita l’ha trascorsa negli Stati Uniti. Suo padre era professore alla Cornell University (New York) e tutti e due detestavano i Neri, gli Schwarz, gli Schwarz, come si usa chiamare i Neri. Provano repulsione per loro. E adesso, che il signor Netanyahu debba confrontarsi con la prospettiva che gli Schwarz invadano Israele, [per lui è insopportabile], e quindi se ne devono andare.

 

Ed è quindi lo stesso modo di pensare. Non sono valori. Questi non sono valori, è un modo di pensare. Potete chiamarlo come preferite questo modo di pensare: alcuni diranno che si tratta di una mentalità nazista, altri diranno che è fascismo, altri parleranno di suprematismo bianco, razzismo di destra, poco importa come lo si chiami. Ma [Trump e Netanyahu] condividono questa mentalità. E anche il popolo israeliano nel suo insieme.

 

E’ una cosa straziante da dire, ma io non sono di quelli che, in nome del politicamente corretto, si tirano indietro dinanzi alle generalizzazioni. Se si dice che la maggior parte del Sud degli Stati Uniti, prima delle lotte per i diritti civili, era composto da suprematisti Bianchi rancorosi, ben poche persone si sentiranno turbate da una simile «generalizzazione» (perché essa è sostanzialmente vera e condivisa). Ma appena si usano esattamente le stesse espressioni per descrivere Israele o gli Israeliani, questo diventa improvvisamente politicamente scorretto. Io non sono d’accordo. Se si vuole comprendere la mentalità israeliana nei confronti dei Palestinesi, degli Arabi o dei musulmani, è molto facile per uno Statunitense: basta pensare all’Alabama, al Mississippi e a tutti gli altri Stati del sud nell’epoca precedente alle lotte per i diritti civili. Questa era la loro mentalità. La stessa è la mentalità israeliana. E il signor Netanyahu, nel suo modo di pensare, non è tanto differente da un George Wallace o da un Lester Maddox, per quanto io ricordi di quell’epoca.

 

Jimmy Dore : Mi consenta di rivolgerle una domanda: il popolo ebraico o il popolo di Israele non si avvedono dell’enorme ironia della storia che attualmente si manifesta, vale a dire che lo Stato israeliano è stato concepito come un rifugio per il popolo ebraico perseguitato, e che adesso sono diventati proprio loro [gli oppressori] ? E che, da almeno due decenni, essi infliggono esattamente la stessa cosa, o una cosa orrenda, anche se non la stessa cosa, ma assai simile, al popolo palestinese, rendendoli cittadini di seconda classe, spogliandoli dei loro diritti, controllando i loro movimenti in entrata e in uscita, e imponendo loro dei blocchi economici e dei blocchi sanitari… E lei sa, come abbiamo detto, è una prigione a cielo aperto. Questa ironia della storia sfugge davvero alla loro comprensione? Non se ne accorgono?

 

Norman Finkelstein : Sì, penso che non se ne accorgano. Penso veramente che non se ne avvedano. Per prima cosa, le ricordo che una gran parte degli Europei venuti negli Stati Uniti, i Padri Pellegrini, i Puritani, fuggivano dalle persecuzioni religiose. Ma poi hanno commesso crimini davvero atroci alla popolazione autoctona, quando sono giunti qui. Il fatto è che i coloni europei, i coloni Bianchi che sono venuti qui, gli Euro-Americani, non potevano concepire la popolazione locale, la popolazione autoctona, non potevano pensarla come composta da esseri umani come loro. Ai loro occhi, erano solo dei selvaggi. Allo stesso modo, il popolo israeliano non riesce a considerare gli Arabi o i musulmani come esseri umani simili a loro. Ai loro occhi, sono solo terroristi e selvaggi. Quindi penso sia giusto dire che essi non vedono niente di male nel modo in cui agiscono.

 

Infatti, se legge la maggior parte delle testimonianze di Israeliani sulla situazione di laggiù, la maggior parte di esse non mostra alcun interesse per quanto accade in Cisgiordania e a Gaza. Vivono molto bene, godono di un livello di vita molto elevato, viaggiano molto e, per gli Israeliani, la Cisgiordania e Gaza sono luoghi lontani, quasi esotici. So che questo può sembrare sorprendente, ma ricordiamoci per esempio… quando io ero ragazzo a New York, è una città compatta come sappiamo, e il 99% dei Bianchi di New York parlava sempre di Harlem, era terrorizzato da Harlem, ma non aveva mai messo piede a Harlem. Non aveva mai visto questo quartiere (Nero), senza parlare di esserci fisicamente andato. E succedeva qualcosa di divertente all’epoca, quando venivano i turisti europei, per lo più giovani, se si domandava loro: «Dove abiti?», rispondevano tutti «Ad Harlem, ovviamente!», [Ride], perché Harlem era eccitante e alla moda, si sa, coi suoi club, il jazz… Ma per i New-Yorkesi Bianchi, Harlem era un’immagine di terrore. «Harlem ?! Tu vivi a Harlem ?! Oh mio Dio! »

 

E mi ricordo la mia prima visita nei territori occupati nel 1988, vivevo ospite di alcune famiglie in Cisgiordania e, quando dicevo agli israeliani: «Sa, sono andato in Cisgiordania», rispondevano: «E’ andato in Cisgiordania?!» I loro occhi sporgevano. Per loro è lo straniero.

 

Jimmy Dore : E’ affascinante… Intendo dire, queste analogie che fa, sono utilissime per comprendere la situazione.

 

***

 

Allora mi consenta di passare rapidamente al movimento BDS, perché Chuck Schumer (capogruppo democratico al Senato) ha dichiarato che il movimento BDS è… Sa, è davvero quello… Dio mio, voglio dire che non so come… In Africa del Sud, il boicottaggio ha avuto un effetto enorme, lei lo sa, colpendo duramente il regime di Apartheid, quando la gente ha disinvestito, le celebrità non hanno più effettuato produzioni in Africa del Sud… E questo ha svegliato le coscienze del mondo intero. E quindi adesso BDS tenta di fare lo stesso per influenzare il modo in cui Israele tratta i Palestinesi e spingerla verso una soluzione (del conflitto). E alcune persone dicono che è antisemitismo. Chuck Schumer ha pronunciato un discorso. L’ho sentito pronunciare un discorso durante una convention dell’AIPAC, nel corso del quale ha dichiarato che il movimento BDS è antisemita, perché molti altri paesi vicini ad Israele fanno anche loro delle cose cattive, e nessuno li boicotta. Allora, lei che cosa risponde?

 

Norman Finkelstein : Lei sa, la gente dispone di risorse e di energie limitate. Su questa terra ci sono solo poche persone dotate di una mente e un’energia fisica prodigiose. Per esempio qualcuno come Noam Chomsky, che è in grado di spostare ogni pedina dello scacchiere del mondo ad occhi bendati. Ma la maggior parte di noi deve fare delle scelte per quanto concerne l’investimento della propria energia e delle proprie risorse.

 

Adesso, nel caso dell’Africa del sud, le affermazioni di Chuck Schumer sono identiche a quello che diceva il governo sud-africano per difendersi. Diceva: «Perché ci attaccate? Perché non attaccate il blocco dell’Est? Perché non l’Unione Sovietica?» Sottolineava che il livello di vita dei Neri dell’Africa del Sud era superiore a quello dei Neri di altre parti dell’Africa, e la cosa era statisticamente vera. «Allora perché tutti contro di noi?». Chiunque può usare questo argomento: «E gli altri?» Perché non l’Europa dell’Est? Perché non l’Arabia saudita? Perché non il resto dell’Africa? Perché non il resto del Medio Oriente? E’ un argomento facilissimo. Ma esso non cambia il fatto che gli Stati Uniti, il nostro governo, e in particolare Chuck Schumer, investano somme enormi e risorse considerevoli nel rafforzamento di un regime colpevole di massicce violazioni dei diritti dell’uomo. Per quanto mi riguarda, è un motivo più che sufficiente per concentrarsi su Israele.

 

Se vuole che mi occupi di un’altra causa, mi mostri i fatti. Se mi convincerò la sosterrò. Ma non può utilizzare l’argomento… non può usare l’argomento «E gli altri?». Chiunque può cacciar fuori quest’argomento (ogni criminale può sostenere che lui non è l’unico criminale sulla terra). Era l’argomento del Sud Africa.

 

Jimmy Dore : Capisco quel che dice. Lei pensa che, se anche altri paesi fanno cose orribili, lanciate un movimento e io lo sosterrò. [Quello che Israele e i suoi amici dicono, è] «Siccome anche altre persone fanno del male, non mi chiedere conto del male che faccio io». E’ quello che ha detto Chuck Schumer.

 

Norman Finkelstein : Ascolti, Chuck Schumer ha frequentato il mio stesso liceo. E’ un uomo estremamente brillante, nessuno può negarlo. E veniva da ambienti modesti, nessuno può negarlo. Suo padre era un disinfestatore (ratti/insetti). Non ho conosciuto Chuck, era più grande di me di tre anni, ma conoscevo sua sorella Fran, una ragazza estremamente brillante. E direi che, a 40 anni di distanza, si è dimostrata all’altezza di questa impressione. Ma il fatto è, e non sono contento di dirlo, non lo dico con gioia: Chuck Schumer attualmente è solo un delinquente a libro paga.

 

Jimmy Dore : Sì.

 

Norman Finkelstein : Altro non fa che prendere soldi dagli ebrei di destra e dalla gente di Wall Street e fa quello che loro gli chiedono di fare. E’ la funzione che ha assegnato alla sua vita. Mi dispiace molto dirlo, e in realtà è una storia interessante. Un giorno, forse, potrà averli entrambi nella sua trasmissione, perché non solo Chuck Schumer ha frequentato il mio stesso liceo, ma anche Bernie Sanders. E hanno preso, si può dire, strade radicalmente diverse. Anche Sanders viene da una famiglia modesta. E dice spesso che non è stato facile crescere a casa sua perché c’erano continue discussioni tra suo padre e sua madre per problemi di denaro. Suo padre era un venditore ambulante. Dunque provengono entrambi da ambienti simili, ma hanno seguito strade assai diverse.

 

Chuck Shumer si è pronunciato per lo strangolamento di Gaza. L’ha fatto nel 2010. Non dimentichi quello che significa: Gaza conta due milioni di abitanti. Su questi due milioni, un milione sono bambini, hanno meno di 18 anni. Quindi Chuck Schumer, il gran difensore delle vittime dell’Olocausto, il grande difensore degli oppressi, ha invitato allo strangolamento economico di 1 milione di bambini. E’ un bandito. Un assassino. E non dobbiamo esitare a usare questi termini per rispetto nei suoi confronti, perché lui è ebreo, perché viene da una famiglia modesta, cosa che è vera. E’ diventato alla fine un delinquente, un agente remunerato degli ebrei di destra e di Wall Street. Ed è davvero spiacevole dirlo.

 

Ma dopo tutto c’è un'altra faccia della medaglia che riscatta quella, voglio dire che, per ogni Chuck Schumer, c’è un Bernie Sanders, che è anche lui ebreo, che proviene anche lui da una famiglia modesta, ma che ha dimostrato di avere un cuore, un vero cuore, e che si ricorda delle sue origini, e capisce che cosa significa essere povero, che cosa significa essere impotente e sprovvisto di mezzi. Dunque non è un’immagine interamente oscura.

 

Jimmy Dore : Mi consenta di concludere qui e di domandarle come pensa andrà a finire… Non sembra che questo conflitto abbia una soluzione. Io non vedo vie di uscita, soprattutto finché al potere c’è Benjamin Netanyahu. Cosa pensa sarà nel prossimo decennio il conflitto israelo-palestinese?

 

Norman Finkelstein : Ascolti, io non sono credente. Sono stato allevato in una famigli convintamente laica. Ma credo fermamente all’adagio «Aiutati che Dio ti aiuta». Tutto è nelle mani del popolo palestinese, Se troverà la forza, il coraggio morale, la volontà di sacrificarsi… E lo dico mentre sono protetto dalle mura del mio appartamento di Brooklyn, New York, quindi non sono davvero adatto a impartire loro lezioni. Ma se troveranno la forza… Come diceva Fannie Lou Hamer, «Potete pregare Dio quanto volete, ma se non vi alzate, se non fate niente, niente cambierà». Ed era una pia donna palestinese. Dio aiuta chi si dà da fare.

 

Adesso gli abitanti di Gaza hanno tentato di prendere il controllo del loro destino. E da 30 marzo [2018], tutti i venerdì, la Marcia [del Ritorno che mira a farla finita con] questo campo di concentramento chiamato Gaza, hanno marciato verso le porte, nemmeno tentando di ottenere la libertà, ma solo di ottenere che il blocco omicida contro Gaza, letteralmente omicida, sia levato. Finché la gente continuerà a battersi, continuerà a lottare, io continuerò ad appoggiarla. E poi… non si può predire il futuro.

 

Jimmy Dore : E’ vero.

 

Norman Finkelstein : Forse vinceranno. Forse no.

 

Jimmy Dore : Benissimo. Norman Finkelstein, grazie tante per essere intervenuto, grazie di averci dato tante spiegazioni, grazie della sua… Sa, mi piace che lei non si tiri indietro, è quello che ci piace qui. Grazie ancora, e speriamo di rivederla presto.

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