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17/03/2020

 

Anche in Russia crescono le infezioni da coronavirus

di Vladimir Rozanskij

 

Finora le statistiche ufficiali parlano di 93 casi positivi; la maggioranza (83) avrebbe contratto l’infezione all’estero. Il Paese sta chiudendo le vie di comunicazione con le nazioni confinanti.  A Mosca limiti a raduni con più di 50 persone. Nessuna chiusura delle chiese; distribuzione della comunione con cucchiaini monouso. Il patriarca Kirill celebra 44 anni di ordinazione episcopale.

 

Tra il 15 e il 16 marzo il numero delle persone risultate positive al coronavirus in Russia è più che triplicato, passando da 30 a 93.  Si cominciano a prendere misure più adeguate verso quello che sembrava essere un problema “di altri”. La vice-premier Tatjana Golikova ha riunito un apposito comitato per la lotta al virus, rendendo noti i numeri recenti (finora non vi erano informazioni ufficiali in proposito), dichiarando che delle persone infette “4 sono guariti, 79 sono ricoverate in camere sterili e 57 sono malati in forma lieve, senza alcun sintomo; solo 2 persone sono in terapia intensiva per problemi respiratori”. Dei 93 casi, la maggioranza (83) avrebbero contratto il virus all’estero, mentre sono 7 i russi che si sono infettati per contatti all’interno del Paese. la Golikova ha negato le voci secondo cui i giorni precedenti le statistiche venivano nascoste.

Il primo ministro Mikhail Mishustin sta ora mettendo a punto i decreti ufficiali per le misure di contenimento del virus, dai tamponi alla mobilitazione del personale medico e volontario, fino alle misure economiche destinate al sistema sanitario e alle persone interessate dalla diffusione della pandemia. La Russia sta anche chiudendo le vie di comunicazione con i Paesi confinanti (con la Cina gli ingressi erano già sospesi da un mese), compresi i treni provenienti dalla Bielorussia, itinerario principale dei trasporti ferroviari dall’Europa. Non sono per ora previsti chiusure obbligate per locali pubblici e luoghi affollati, mentre per le manifestazioni pubbliche la legislazione corrente permette già un rigido controllo. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che “l’amministrazione del presidente non ritiene esistano gli estremi per dichiarare lo stato di emergenza nel Paese”.

A Mosca, il sindaco Sergej Sobjanin ha chiuso le scuole fino al 10 aprile, e ha raccomandato agli anziani di non uscire di casa. Nella capitale e nella provincia sono sospese tutte le attività ricreative a cui partecipano più di 50 persone. Tutte le persone che giungono a Mosca da Europa e Usa dovranno sottoporsi a due settimane di isolamento. Nel Paese ci si chiede se non sia il caso di passare a regimi più rigidi di chiusura, guardando all’esperienza cinese o italiana.

Anche la Chiesa Ortodossa comincia a mettere in guardia i fedeli dalle “manifestazioni culturali di massa”, come ha annunciato il metropolita Ilarion (Alfeev) ma “senza interrompere le celebrazioni liturgiche nelle chiese”. Fanno eccezione le chiese russe di quei Paesi dove anche le chiese sono inserite nei decreti governativi di chiusura. Il metropolita ha peraltro aggiunto che “i fedeli che non si sentano in buona salute è meglio che non vengano in chiesa”, ma ha ribadito che “la santa comunione, secondo la dottrina della Chiesa, può soltanto influire positivamente sulla persona: è una grazia che trasmette un’energia di guarigione per l’anima e per il corpo”, purché la sua distribuzione rispetti le necessarie misure igieniche in tempo di epidemia. Nelle chiese di Perm’, nel nord della regione degli Urali, la comunione viene distribuita con cucchiaini monouso.

Il patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev) ha comunque deciso di celebrare la solenne liturgia del 14 marzo, giorno del 44simo anniversario della sua ordinazione episcopale, nella cappella domestica dedicata a Tutti i Santi nella sua residenza del monastero di San Daniele, al centro di Mosca. Alla celebrazione sull’altare, che nelle chiese ortodosse è separato dall’aula liturgica, hanno preso parte soltanto 4 chierici, mentre diversi vescovi e collaboratori del patriarcato sono rimasti a distanza ai piedi dell’altare, tranne uno dei presenti che ha donato un cesto di fiori al patriarca. Lo stesso Kirill ha pronunciato un discorso di ringraziamento per i saluti e gli auguri che gli sono stati portati, ammettendo di “aver pensato di celebrare totalmente a porte chiuse, ma poi ho pensato che non sarebbe stato giusto”.

Anche in Ucraina si registra la prima vittime del coronavirus: una pensionata di 71 anni, probabilmente contagiata baciando le icone di una sala del museo Radomysl’, dove era passato di recente un gruppo di turisti dall’Italia.

 

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