Approfondimento del tema generale proposto da Ariel Toaff

La Cabala e la Massoneria credono nelle stesse cose: parlano lo stesso linguaggio e hanno fondamenti comuni. Ebraismo e Framassoneria sono sistemi organizzati in modo del tutto simile. La speranza giudaica e la sua fiducia della redenzione sono condivise dai veri massoni.

Il trionfo della massoneria coincide con quello del giudaismo. Solo grazie ai nostri sforzi comuni il Messia potrà apparire in tutto il suo splendore a Gerusalemme, il centro del mondo, e il sacro Tempio di Salomone con le sue colonne verrà ricostruito.

Tratto da Il Rinnegato di Ariel Toaff


Un mondo che, sopravvissuto ai massacri e alle conversioni forzate di uomini, donne e bambini, ha continuato a vivere quegli eventi traumatici nello sterile sforzo di capovolgere il senso di quel mondo, riequilibrandolo e correggendo la storia. Era un mondo profondamente religioso in cui la redenzione non poteva essere lontana; in cui Dio doveva essere coinvolto suo malgrado e costretto a mantenere le sue promesse, a volte con la forza. Era un mondo intriso di riti magici ed esorcismi, all'interno dei cui orizzonti mentali di medicina popolare e alchimia, occultismo e negromanzia si mescolavano spesso, trovando una propria posizione, influenzando e ribaltando il significato dei comuni standard religiosi. I partecipanti a questo magico orizzonte mentale includevano non solo gli ebrei, accusati di stregoneria e infanticidio, cannibalismo rituale e incantesimi malvagi, ma anche i loro accusatori, ossessionati da presenze diaboliche e dalla continua ricerca di talismani virtuosi e stupendi antidoti, capaci di curare preservando il corpo e l'anima dalle astuzie degli uomini e dei demoni.

Logicamente, non è impossibile che l'intera relazione possa essere stata inventata di getto dal frate spagnolo, la cui violenta ostilità verso tutto il mondo dell'ebraismo non era un segreto per nessuno. D'altronde non si può non notare come il presunto teatro di questi omicidi rituali siano state, ancora una volta, le comunità ebraiche di origine tedesca (in questo caso quelle del nord Italia, come Pavia e Savona), invece dei numerosi e fiorenti nuclei ebraici di Castiglia, Aragona e Catalogna, come ci si poteva logicamente attendere da una relazione nata dalla fantasia di un frate che ha vissuto e lavorato esclusivamente all'interno della realtà della penisola iberica. Se, quindi, si vuole parlare di stereotipo, in riferimento al fenomeno dell'omicidio rituale di minori, bisogna necessariamente ammettere che, anche dal punto di vista di una persona che professa apertamente il proprio antiebraismo in senso generale, e senza una conoscenza diretta degli eventi in terre lontane, il fenomeno sembrava confinato esclusivamente al mondo ebraico ashkenazita.

Circoncisione

Leggendo le deposizioni degli imputati accusati di omicidio rituale di minori in relazione all'utilizzo del sangue, si ha la netta impressione che, più che spiegare la necessità del sangue di un bambino cristiano, gli imputati stessero tentando di fornire una descrizione delle meravigliose proprietà terapeutiche e magiche del sangue in genere, e del sangue estratto dai bambini e dai giovani in particolare. L'enfasi principale era posta sul sangue bruciato e secco che era stato ridotto in polvere; si dice che tale sangue fosse usato come emostatico [coagulante] di straordinaria efficacia quando applicato sulla ferita causata dalla circoncisione. Angelo da Verona non ebbe dubbi al riguardo e spiegò ai giudici di Trento che, una volta ridotto in polvere il sangue, gli ebrei normalmente lo conservavano per un successivo riutilizzo quando i loro figli venivano circoncisi, per rimarginare la ferita del prepuzio. Il medico Giuseppe di Riva del Garda, detto “l'ebreo gobbo”, che aveva circonciso i figli di Angelo, lo usava normalmente nel corso della santa operazione.

Simone di Trento

Shemuel Nahmias, veneziano e discepolo di Leon da Modena, poi battezzato col nome di Giulio Morosini, parlando del tema della circoncisione, non nascose la sua severa censura nei confronti dell'usanza di porre sulla bocca del bambino sangue misto a vino. Questa pratica gli sembrava in implacabile contrasto con il divieto biblico di consumare il sangue "Dimmi, inoltre, non è contro la Legge divina, espressa in più punti, che il sangue non si mangia né si beve? E poi nel rito della circoncisione metti il sangue stesso del ragazzo circonciso, che sgorga dal prepuzio, mescolato nel vino, nella sua stessa bocca, aggiungendo, a tua maggiore trasgressione, e ripetendo che in quel sangue vivrà, quasi si nutrirsi di quel sangue”.

Un altro ebreo convertito, Raffael Aquilino, battezzato nel 1545, e poi incaricato dal Sant'Uffizio di confiscare il Talmud e bruciarlo nei territori del Ducato di Urbino e del Marco, non si soffermò mai minimamente sulla presunta consuetudine ebraica di utilizzare sangue cristiano in polvere per rimarginare la ferita della circoncisione, occupandosi invece delle analogie tra la Santissima Trinità e i tre elementi ricorrenti nella cerimonia, applicate all'interramento del prepuzio nella terra del cimitero, dell'uovo e del vino, che, dopo aver lavato la ferita, viene dato da bere al neonato.

top