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24 ottobre 2014

Ucraina, l'affondo di Putin contro gli Usa: "Stanno destabilizzando il mondo"

Il presidente russo, parlando ad un think thank a Sochi, ha usato parole dure verso Washington: "Ci dipingono come un pericolo" ma "le sanzioni non avranno successo". E ammette: "Abbiamo aiutato Yanukovich a fuggire".

La tensione in Ucraina si è allentata dopo il cessate il fuoco nelle regioni orientali del Paese proclamato nel mese di settembre. Ma tra Russia e Stati Uniti il 'grande freddo' sembra destinato a continuare ancora a lungo. Lo dimostrano le parole pronunciate oggi dal presidente russo Vladimir Putin a un 'think tank' informale di studiosi, il Valdai Club, a Sochi sul mar Nero. "Gli Usa stanno destabilizzando il mondo per i loro interessi imponendo diktat unilaterali alle relazioni internazionali", ha detto l'inquilino del Cremlino in un discorso con toni da guerra fredda, forse uno dei più duri da quando è alla guida della Russia, in cui il presidente russo ha fatto sfoggio di tutta la retorica anti-occidentale di cui è capace: "Gli Usa cercano di dipingere Mosca come un pericolo per il resto del mondo e hanno costretto i propri alleati a imporre sanzioni alla Russia per la crisi in Ucraina. Le sanzioni - ha aggiunto - hanno l'obiettivo di spingere la Russia verso l'isolamento ma non avranno successo".

Putin ha respinto le critiche per l'Ucraina e ha smentito le teorie che vogliono la Russia pronta a costruire "un nuovo impero". "La Russia non si inchinerà, nè chiederà aiuto - ha affermato il leader russo - La Russia è autosufficiente. Chi dice che la Russia stia cercando di reinstallare una sorta di impero, che sta invadendo la sovranità dei Paesi vicini, dice cose senza fondamento".

Putin, che si è paragonato al cancelliere prussiano Otto Von Bismarck ("come lui dico quello che penso"), ha ricordato che in Europa quando "il cancelliere di ferro" salì al potere, "alcuni sostenevano che era pericoloso". Il leader russo ha avuto anche parole di apprezzamento per il premier italiano Matteo Renzi, che ha fatto "un'ottima impressione" a Putin che lo ha definito "molto professionale". Renzi e Putin hanno avuto un incontro a Milano durante il vertice Asem la scorsa settimana. "Abbiamo avuto colloqui positivi", ha continuato. "Certo il premier italiano ora è legato ai compiti e ai doveri dell'Unione europea, come presidenza di turno, ma davvero un'ottima impressione al primo incontro", ha aggiunto.

Il discorso è stato l'occasione per attaccare gli Stati Uniti anche sul tema della lotta al fondamentalismo islamico e persino sulla politica interna americana. Secondo Putin l'occidente ha chiuso un occhio sull'estremismo fondamentalista, se questo fosse tornato utile: "Non smetto mai di stupirmi quando vedo che i nostri partner continuano sempre a rifare gli stessi errori: appoggiavano l'estremismo islamico perchè combatteva l'Urss, in Afghanistan. Ed è per questo che sono nati i talebani e al-Qaeda". Da Putin, che in questi anni non ha mancato di usare il pugno di ferro verso l'opposizione interna, è arrivata anche una stoccata a Washington sulla repressione di Occupy Wall Street, movimento pacifico nato per contestare gli eccessi del capitalismo finanziario: "Dov'è finita Occupy Wall Street? L'hanno soffocata". Per il presidente russo "dimostrare e protestare, in modi legittimi, per esprimere le proprie opinioni e lottare per i propri interessi è legittimo". E ha aggiunto: "La rivoluzione non è male. Ma è l'evoluzione quello che ci serve", ha detto.

Nel discorso di Putin non poteva mancare un accenno alla questione Ucraina. Ribadendo la legittimità del passaggio della Crimea alla federazione russa ("Era stata ceduta da Kruscev contro la legge sovietica"), ha ammesso che Mosca ha aiutato il deposto presidente ucraino Viktor Ianukovich a rifugiarsi in Russia a febbraio andando prima da Kharkiv in Crimea e poi nella regione russa di Rostov sul Don. Poi l'avvertimento al presidente ucraino Poroshenko: "Kiev non mostra di voler risolvere il problema del sud-est ucraino attraverso il dialogo politico. L'uso della forza porta a un vicolo cieco".

Domenica l'Ucraina sarà chiamata a rinnovare il Parlamento, in un voto dall'esito scontato, con il blocco del presidente Petro Poroshenko in netto vantaggio. Il presidente è stato costretto a sciogliere l'assemblea legislativa poiché, dopo la cacciata di Yanukovich, la Rada (il Parlamento ucraino) è rimasta composta dagli stessi membri che appoggiavano il vecchio regime, dando vita a una maggioranza trasformista.

Gli ultimi sondaggi resi noti in settimana hanno confermato come il Bp, l'alleanza tra il pragmatico Poroshenko e il moderato Klitschko (sindaco di Kiev) si appresti a ottenere la maggioranza relativa, conquistando circa il 30% dei consensi. A grande distanza seguirebbe il partito radicale di Oleg Lyashko, populista antirusso (10-12%), a cui fanno concorrenza il Fronte popolare (10-11%) e Patria, il partito della pasionaria Yulia Tymoshenko (9-10%). Domenica non si voterà in tutta l'Ucraina: la Crimea è ormai nei fatti una provincia russa e nel Donbass, dove ancora le armi continuano a farsi sentire, non si andrà alle urne. Sono circa una ventina le circoscrizioni in cui non saranno assegnati i seggi e nel nuovo Parlamento entreranno meno dei 450 deputati previsti.

Oggi l'Organizzazione Onu per i rifugiati (Unhcr) ha fornito nuovi dati sul conflitto in Donbass tra le forze di Kiev e i ribelli filorussi, in corso dallo scorso aprile. Il numero di ucraini sfollati interni o fuggiti nella vicina Russia a causa degli scontri nell'est del Paese è salito a più di 820mila.

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