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9 maggio 2012

 

Le Aspettative dei Burattinai

di Viator

 

PREMESSA

Abbiamo visto in diversi video e articoli come il cosiddetto 'potere' sia solito fare ampio ricorso agli input veicolati dai mezzi di comunicazione di massa per plasmare la società a proprio piacimento.

 

Si tratta di strategie persuasive che per decenni sono state il fiore all'occhiello della finta democrazia occidentale. Oggi però tali espedienti sembrano fare molta fatica a conservare la mimetizzazione all'interno dei contenuti mediatici, e ciò facilita il compito di chi intenda crearsi una mezza idea degli scopi perseguiti dai loro imbastitori.

 

Questo post - data la complessità dell'argomento - non pretende di essere inconfutabile, né esaustivo. Mi limiterò a esaminare alcuni aspetti del problema.

 

Assunto.

L'intero complesso dei mezzi di comunicazione di massa ha assolto e assolve precise funzioni di persuasione politica e manipolazione emotiva, dietro il costante impulso di una unica volontà, o di diverse volontà mosse da un intento comune. 

 

Prova inconfutabile della capziosità della comunicazione di massa è l'omogeneità con cui tutte le aziende del settore - benché operanti in un regime di libera concorrenza - sono solite rappresentare la realtà e la normalità. Il mondo è un posto molto polimorfo e sfaccettato, eppure la comunicazione di massa - fiction, televisione, informazione - si ostina a porre in evidenza sistematicamente solo alcuni dei suoi aspetti, ignorandone molti altri. Tra gli esempi più eclatanti al riguardo vi è il boicottaggio della spiritualità, di cui parleremo a breve. Ma è sufficiente fare mente locale per trovarne molti altri; dagli stereotipi politici, sociali e culturali; ai dogmi economici, ai canoni estetici, alla narrazione giornalistica di lontani conflitti bellici, ai dibattiti a sfondo medico. Nella comunicazione di massa ogni cosa appare sempre così netta e certa da suscitare l'idea che qualsiasi nozione si ponga al di fuori di essa sia finta, strana, erronea o trascurabile. E' plausibile che una simile omogeneità si sia sviluppata e tenda a conservarsi spontaneamente? Non lo è. Più probabile che incarni il principale strumento di una campagna orchestrata ai piani alti, finalizzata al controllo intellettuale ed emotivo delle masse.

 

Obiezioni.

Ma come si spiega che l'intera industria dei mass media - aziende composte da organici di centinaia, se non migliaia di elementi - sia così ben coordinata e compatta da riuscire ad allestire anno dopo anno e con estrema dovizia di particolari una realtà fittizia progettata con l'esplicito intento di ingannare la collettività? E come è possibile che la collettività sia così sprovveduta da bersela illimitatamente? A prima vista sembra la trama di un film di Austin Powers. Il discorso però guadagna sostanza se si considera che in realtà simili operazioni di 'illusionismo globale' siano sempre esistite nell'ambito della cultura dominante.

 

Molti indizi ad esempio indicano come nella Storiografia ufficiale siano all'ordine del giorno. Conosciamo il tenore con cui i testi di storia si occupano del genocidio dei nativi americani, o del risorgimento italiano, o del secondo dopoguerra. Sappiamo come descrivono gli eventi dell'11 Settembre 2001, rifacendosi alla versione dei fatti diramata dal governo americano, sconfessata da molti documenti e testimonianze, oltre che dal comune buon senso. Indizi che se abbinati alle forme di 'opportunismo' riscontrabili in diversi altri ambiti del sapere di massa - inducono a ritenere che l'alterazione del sapere per fini politici abbia luogo in ogni altro campo: dalle scienze alla filosofia.

 

Ciò detto, è plausibile l'idea che ogni studioso e docente che divulghi una versione alterata del sapere sia parte connivente di un complotto mondiale finalizzato alla manipolazione delle masse? Anche in questo caso, ovviamente non lo è. Ciò nonostante milioni di studenti di economia continuano a laurearsi convinti che il signoraggio bancario non esista, o che sia cosa buona e giusta. Milioni di studenti di storia continuano a trovare stampato sui libri di testo che l'unità di Italia sia stata conseguita da mille contadini che costrinsero alla ritirata un esercito di 25.000 militari professionisti.

 

Il motore che muove la rappresentazione della finta attualità funziona come quello che si cela dietro il finto sapere; non necessita di connivenza, ma di una credula, sprovveduta inconsapevolezza. La maggioranza delle persone che avallano la 'realtà mediata' sono ciò che David Icke definisce: ripetitori. I ripetitori non dubitano delle nozioni che sono state loro tramandate da altri ripetitori; non dubitano della parola delle persone che il sistema dipinge come 'autorevoli'; non dubitano di quanto riportato nei libri pubblicati da editori 'importanti.' In cuor loro sono convinti di contribuire alla diffusione di una informazione equa e oggettiva. Forse alla lunga i più intelligenti sospettano di essersi trasformati in strumenti al servizio di un regime invisibile e corrotto, ma probabilmente a quel punto sono già così invischiati nei meccanismi sistemici che finiscono per soffocare quella vocina nella testa (bias).

 

A tal proposito, la persuasione mediatica riesce a preservarsi nel tempo grazie ad alcuni collaudati meccanismi psicologici e pratici, tra cui troviamo:

 

a Autoreferenzialità - Quasi tutte le informazioni veicolate dalla comunicazione di massa non sono verificabili dai fruitori finali. Il che in linea di principio è normale, trattandosi di dati smistati per centinaia o migliaia di chilometri fino agli angoli più sperduti del globo. La non verificabilità però diventa un vizio capitale nel momento in cui anche a fronte di numerose e diverse potenziali chiavi di lettura, le informazioni siano sistematicamente descritte con la stessa 'ottica' dall'intero panorama mediatico. Fin dai suoi albori la comunicazione di massa si è ben guardata dal rappresentare la realtà in maniera esaustiva e pluralistica, negando lo accesso al proprio circuito a qualsiasi punto di vista rischiasse di gettare ombra sulla 'buona fede' e 'obiettività' che il cittadino tende ad attribuirle. 

 

b Assonanza - La realtà descritta dai media è del tutto coerente con l'idea di realtà che ci è stata inculcata fin dall'infanzia con l'educazione familiare e scolastica (istituzioni sincere per definizione). Condizionamenti che ci hanno accompagnati per tutto il percorso della nostra crescita, diventando l'ossatura della nostra percezione della realtà. Questo impriting fa si che transitivamente tendiamo ad attribuire alla comunicazione di massa la stessa buona fede e obiettività che attribuiamo alla famiglia, alla scuola, all'università.

 

c Rielaborazione - La realtà propinata dai mass media non è del tutto finta, cioè inventata di sana pianta, ma per lo più trae spunto da eventi e nozioni reali. Sebbene a volte si spingano fino alla modificazione del "cosa", occultando oppure inventando di sana pianta una notizia, nella quotidianità è soprattutto il "come", ad essere manipolato. Una rielaborazione con cui si trasformano eventi e nozioni realmente esistenti in strumenti di manipolazione sociale; tutto ciò grazie a espedienti quali la ripetizione, la distorsione, l'estrapolazione, la decontestualizzazione (...)  

 

d Bias - Di solito ogni individuo tende a percepire la realtà in funzione dei propri preconcetti; qualsiasi nuovo input è interpretato dal nostro subconscio in modo tale che si integri ai nostri schemi mentali pregressi e ci arrechi il minor trauma possibile.

 

e Selettività - Gli strumenti appannaggio della menzogna dominante - cioè comunicazione, accademia, diritto, finanza e politica - sono invariabilmente gestiti da individui molto propensi - per ingenuità o interesse - a tramandare il cosiddetto 'pensiero unico.' Requisito che si rinnova nel tempo grazie a una 'scrematura' che agisce su un duplice livello: il primo è intrinseco, per cui individui intellettualmente liberi ed enti sistemici tendono a repellersi vicendevolmente; ed uno pratico, attraverso colloqui di assunzione e test attitudinali gestiti da selezionatori a loro volta assunti con i medesimi criteri selettivi.

 

Ciò premesso, diamo inizio alla rassegna.

 

PAURA

 

Non bisogna scomodare sociologi e scienziati della comunicazione per intuire come ogni tecnica di controllo sociale fin dalla notte dei tempi si sia retta soprattutto sulla istillazione della paura. Del nemico, della divinità, della diversità, della legge, del crimine, del terrorismo ... e via dicendo. Come sappiamo, la paura rende gli individui malleabili, pavidi e disposti ad accettare ogni obbligo o cambiamento imposto dall'autorità.

 

1- Materialismo e paura della morte.

Si tratta della madre di tutte le paure. Nel tempo si è amplificata e radicalizzata. Da essa discende - con la benedizione delle industrie farmaceutiche, cosmetiche e della chirurgia estetica - la paura di invecchiare. E' molto evidente il lavoro svolto dai mass media per inasprire nell'inconscio individuale la naturale paura della morte. Il perché è presto detto: la concezione secondo cui la esistenza terrena sia unica, irripetibile e casuale, alimenta un sacro terrore di perderla o sprecarla, e ciò rende l'uomo mansueto ed egoista, dunque controllabile. La principale modalità con cui il sistema inculca la paura della morte agisce indirettamente, ed è la mentalità materialistica. Il materialismo a propria volta è alimentato nei modi più disparati. Uno di essi è la diffusione di una visione apologetica, estremamente parziale ed edulcorata del positivismo scientifico.

 

Molti assunti scientifici avallati dalla cultura dominante e accettati come dogmi da miliardi di persone, in realtà non superano il vaglio della stessa scienza. Si tratta di semplici teorie 'creative' elevate al rango di verità indubitabili. In taluni casi risultano così implausibili che sembrano essere state create e divulgate con il solo scopo di frapporsi tra gli individui e una concezione trascendente dell'esistenza.

 

Per fare un esempio, secondo il fisico teorico inglese Fred Hoyle:

Le probabilità che la vita si sia originata autonomamente sono pari alle probabilità che un uragano soffiando su un deposito di rottami assembli in modo fortuito un Boeing 747.

 

Eppure i gatekeeper mediatici e accademici si dicono del tutto convinti che qualche milione di anni fa per puro caso venne fuori un Boeing da un mucchio di rottami. Le probabilità che nella realtà si realizzi una cosa simile sono risibili, ma da questo orecchio i grandi divulgatori non ci sentono, e ciò malgrado la scienza statistica sia tra i loro gingilli preferiti, vista la assiduità con cui ricorrono a sondaggi, analisi e grafici di ogni tipo (spesso manipolandoli).

Con ciò non voglio sostenere che la vita sul pianeta non possa avere avuto origine con le modalità descritte dalla scienza ortodossa; ma solo far notare che trattandosi di una tesi non comprovata né comprovabile, democraticità, oggettività e buona fede avrebbero voluto che fosse presentata alla collettività per ciò che è, una teoria, e non che fosse studiata in tutte le scuole sotto forma di verità assodata.

 

Cosa si aspettano?

Che puntiamo sul cavallo perdente del materialismo. L'autentica spiritualità - la quale non ha alcunché di dogmatico, non confligge con la razionalità e per definizione non contempla mediazioni tra uomo e trascendente - riduce la paura della morte, il che accresce negli individui la propensione a vivere con coraggio, dignità, indipendenza. E dato che un efficace controllo sociale presuppone che gli individui siano costretti in una permanente condizione di degrado e gregariato, se ne deduce che chi detiene il potere abbia tutto l'interesse affinché la gente disconosca la propria componente spirituale, o sia portata a confonderla con cose come il moralismo, la superstizione e la religione.

 

2- Paura della povertà.

Dalla paura della morte discende quella della povertà. Se spreco la mia unica esistenza senza coronare le mie ambizioni (avendo assunto come verità rivelate i modelli esistenziali esaltati dalla cultura dominante) - sarà come sprecare una irripetibile occasione. Ed ecco 'casualmente' proliferare il culto della ricchezza, della ridondanza e del potere, e al tempo stesso il disprezzo nei confronti di qualsiasi stile di vita non emuli le abitudini dei 'vip' da rotocalco, dipinti come 'persone realizzate.'

 

Cosa si aspettano? 

La paura della povertà in combinazione con il ricatto del debito è senza dubbio uno degli strumenti più efficaci attraverso cui i burattinai riescono a mantenere il controllo del gregge, obbligandolo ad agognare la propria schiavitù, a ricercarla negli uffici di collocamento, a sottostare a ogni vessazione pur di procurarsi le risorse economiche per non soccombere. In questo modo letteralmente derubano gli individui del tempo necessario per raggiungere quel grado di maturità intellettuale, emotiva e spirituale indispensabile per realizzare di non avere alcun bisogno di un 'manager' politico o spirituale che guidi la loro vita.

 

3- Paura della natura, dell'ignoto, dei criminali /terroristi.

Avete mai provato a contare quanti film siano stati realizzati - dagli anni '50 ad oggi - in cui gli esseri umani sono obbligati a vedersela con una qualche sciagura naturale, dalle bestie assassine alle catastrofi, alle lande desolate e impervie, alla oscure aree rurali popolate da pericolosi zoticoni armati di motoseghe? Sono talmente tanti che mi sembra inutile citare anche un solo titolo.

 

Pur non negando che la natura a volte possa essere pericolosa per gli esseri umani, specie per quelli vissuti nella cattività urbana, è necessario notare come di converso nessuno si preoccupi di trattare con il medesimo tenore allarmistico i rischi della vita di città. Stiamo parlando di avvelenamenti, mutazioni cellulari, intossicazioni le quali ne uccidono a frotte ogni santo giorno; schiere di decessi che nei rari casi in cui siano degnati della attenzione dei media sono dipinti come isolate fattispecie sfortunate, quando in realtà appare sempre più evidente come il modello di vita urbano - a ridosso delle aree industriali, saturo di agenti insalubri e cibi spazzatura - stia facendo da teatro a ciò che in un remoto futuro gli storici ricorderanno come il più grande genocidio della storia. Un genocidio fatto di ipocrisia e tradimenti eccellenti.

 

I rischi della vita urbana secondo la realtà filmica si ridurrebbero alla criminalità, elemento dissuasivo che si aggancia sia alla paura della morte che a quella della povertà, e che ci viene propinato in gran quantità ed in ogni formato. Dalla abbondante cronaca nera proposta senza tregua da notiziari, talk show e contenitori di cronaca; alle fiction di genere thriller e poliziesco (avete una vaga idea di quante fiction a sfondo poliziesco vadano in onda oggi in Italia?)

 

Cosa si aspettano?

- Che intimiditi dallo spauracchio della criminalità i cittadini continuino a tollerare il presidio del territorio da parte del potere, assoggettandosi ad esso in cambio di protezione.

 

- Che la gente denoti diffidenza verso qualsiasi cosa non appartenga alla normalità urbana e non sia stata certificata dall'autorità come ragionevolmente 'sicura.'

 

Alla luce delle ingentissime risorse che il potere ha investito per convogliare la gran parte del gregge umano in aree metropolitane disseminate di veleni, bancomat e telecamere di sorveglianza, si tratta di una aspettativa più che comprensibile.

 

4- Paura dei poteri occulti.

La percezione di un mondo in mano alla criminalità, ai terrosisti e ai maniaci omicidi con il passare del tempo è andata affievolendosi in una porzione sempre maggiore di popolazione, che lentamente ha preso atto delle discrepanze esistenti tra la realtà descritta dai media - violenta, pericolosa e sanguinosa - e la propria personale esperienza di vita reale, assai meno drammatica.

 

Cosa si aspettano?

E' possibile che per soppiantare nella popolazione immunizzata dallo spauracchio della criminalità si siano introdotti nella cultura pop dei nuovi spauracchi, sotto forma di poteri occulti, società segrete, sette sataniche, invasori alieni. Con ciò non voglio dire che le entità di cui sopra non esistano, ma che - specie in questa particolare fase storica - la trattazione di un certo tipo di tematiche potrebbe essere tollerata (e perfino supportata, come vedremo più avanti) in quanto veicolo di insicurezza per determinate categorie di cittadini.

 

5- Paura della Catastrofe e della Epidemia.

Anche in questo caso è facile notare come negli ultimi anni la comunicazione di massa non abbia lesinato sulla produzione di materiale avente per oggetto epidemie e catastrofi naturali di dimensioni apocalittiche. Persino l'informazione main-stream quando si tratta di questa roba sembra divertirsi nel provocare dissonanza cognitiva, nel senso che da un lato definisce fantascientifica ogni teoria circa possibili catastrofi e pandemie apocalittiche, e dall'altro denota propensione nell'infondere paura con la spettacolarizzazione di qualsiasi focolaio epidemico e di qualsiasi evento anomalo o catastrofico abbia luogo in giro per il mondo.

 

Cosa si aspettano?

L'allarmismo verso lo spauracchio pandemico è in primo luogo connesso alle vaccinazioni. Tale campagna potrebbe perseguire i più disparati obiettivi, alcuni dei quali estremamente stratificati e articolati, perciò in questa sede non è il caso di approfondire.

 

Lo spauracchio della catastrofe naturale potrebbe invece sottintendere che:

 

il potere intende farsi artefice di una o più catastrofi artificiali che il mondo debba percepire come 'naturali', e allora inculca nell'inconscio collettivo l'idea della catastrofe naturale.

 

il potere sta sfruttando l'insicurezza formatasi intorno a teorie e profezie apocalittiche per elevare il livello di remissività della popolazione in una fase storica di radicali mutamenti sociali e politici (con il supporto di qualche catastrofe artificiale?). Plausibile, anche perché si adatta ad altre campagne attualmente in atto, che tratteremo nella seconda parte del post.

 

DIFFIDENZA, ODIO

 

6- Diffidenza ed odio verso il sistema.

Se negli ultimi anni complottismo e occultismo si sono diffusi così massicciamente il merito è principalmente del sistema, il quale ha revocato l'interdizione che per decenni ha impedito ai mass media di toccare simili argomenti.

 

Ho difficoltà a credere che l'informazione alternativa che affolla le televisioni, i cinema ed il web sia il provvidenziale frutto di una insperata serie di falle nel sistema. Più probabile che il sistema stesso in questa fase storica nutra un preciso interesse affinché più gente possibile - ognuno in base al proprio livello di comprensione - prenda atto di essere stata ingannata. Sapete: nessuna democrazia, nessuna giustizia; nessuna libertà; nessuna scelta; nessuna identità; nessuna benevolenza da parte delle 'istituzioni'.

 

Oggi l'informazione anti-sistemica non si esaurisce in qualche rivista di nicchia e alcuni autori ignoti ai più. Stiamo parlando di materiale ad ampia diffusione immesso nel circuito del 'sapere di massa' dallo stesso sistema che denuncia e contro cui si scaglia. A iniziare dalla fine degli anni '80 con film come Split, Essi Vivono e Sesso e Potere, per proseguire con cartoni come i Simpson e fenomeni web come Wikileaks, per finire con una incredibile sfornata di film dal tenore eversivo prodotti a cavallo dei millenni tra cui The Matrix, Truman Show, Fight Club, American Beauty, V per Vendetta, Zeitgeist, The Corporation, Concursante e i documentari di Michael Moore e Naomi Klein, per citare i più noti. E poi il successo mondiale, trasversale del Codice Da Vinci, che ha alimentato il prepotente ritorno di moda dell'occultismo. Sorge il sospetto che una tale mole di materiale 'fuori dagli schemi', diffusa nel bel mezzo di un'enorme crisi epocale (non solo economica), dopo decenni di piattume reazionario, non sia stata osteggiata dal potere.

 

A questo dubbio si agganciano ulteriori elementi:

a- Lo scadimento che nel giro di una manciata di anni - come per una maledizione voodoo - avrebbe contaminato ogni aspetto della nostra società: dalla finanza canaglia che affama gli stati e le nazioni, alla politica corrotta, alla religione pedofila, all'ecosistema avvelenato, alla sanità affaristica, allo sport dopato, alla società abbrutita. Non si salva niente. Un vero e proprio 'crollo' globale.

 

E' improbabile che le iatture appena elencate si siano materializzate in contemporanea per una fortuita coincidenza. Più facile immaginare che siano sempre esistite e che ultimamente i burattinai lo abbiano esacerbati per poi puntargli contro i riflettori della comunicazione di massa.

 

b- L'aspettativa di un nuovo mondo. Nel mainstream tale cambiamento è rappresentato da movimenti civici di nuova concezione, ad esempio Indignados e Occupy Wall Street. Il web brulica di teorie, profezie, canalizzazioni che preconizzano il tramonto del vecchio mondo cattivo e l'avvento di una new age di bontà e giustizia. Dal salto quantico, agli arresti di massa della Cabala finanziaria, agli ambiziosi progetti di società post-moderne descritti in film come Zeitgeist o Thrive, ai messaggi dei Fratelli di Luce, alle lezioni e rivelazioni via YouTube di guru e alchimisti contemporanei, alle profezie maya, alla teoria del risveglio globale, alla quale tempo fa fece riferimento quel volpone di Zbigniew Brzezinski durante un discorso di fronte all'assemblea del CFR.

 

Cosa si aspettano?

- Che la massa sviluppi repulsione verso lo status quo, e quindi volontà di cambiamento, in modo tale da accettare i nuovi paradigmi politici, economici e (forse) religiosi in predicato ad affermarsi con il nuovo modello di società.

 

- Che si scateni il caos sociale. Che il clima di tensione - alimentato dai mass media - giustifichi l'introduzione di nuove misure repressive.

 

AUTO-SABOTAGGIO

 

7- Auto-sabotaggio culturale.

L'omologazione culturale che ha contraddistinto la comunicazione di massa e le istituzioni degli ultimi decenni ha finito per restringere le vedute dei singoli cittadini. Situazione che evidentemente fa comodo al potere, il quale di certo non agisce per correggere la tendenza.

 

Cosa ci trasmettono programmi come Il Grande Fratello ed Italia's Got Talent? E servizi televisivi come lo Sconvolt Quiz delle Iene? Cosa impariamo assistendo alle figure barbine rimediate dai parlamentari di fronte a un paio di domande di cultura generale? Quale messaggio assorbiamo quando assistiamo ad un furibondo litigio in diretta per futili motivi? Che idea possiamo crearci della filosofia quando i filosofi televisivi sono più grigi e inquadrati dei quadri dirigenziali di una multinazionale? La mediocrità entro cui è stata scaraventata la comunicazione di massa non credo sia un caso, così come la disinvoltura con cui viene sfoggiata. Più facile pensare che sia sfruttata per suscitare nei fruitori un processo di auto-sabotaggio culturale. Si tratta di una valanga di input con cui siamo indotti a ridurre la stima nei confronti della collettività e - per riflesso - ridurre il nostro stesso tasso di autostima. 

 

Cosa si aspettano?

In assenza di esempi virtuosi dai quali trarre ispirazione la gente tende ad adagiarsi sulla mediocrità. Il che contribuisce a perpetrare la propensione alla subalternità intellettuale che le è stata inculcata durante l'excursus scolastico e accademico.

Che la collettività scordi il senso di parole come dignità, curiosità, libertà, indipendenza, vivacità intellettuale, individualità, dissenso.

 

8- Auto-sabotaggio chimico.

Il discorso qui è delicato, in quanto la pratica di alterare le proprie percezioni assumendo sostanze psicoattive è sempre esistita tra gli uomini, per soddisfare esigenze esplorative ed esoteriche. Potremmo discriminare tra un uso ludico ed evasivo e uno più 'elevato' delle droghe, tuttavia se da noi una simile distinzione può avere un senso, altri canoni culturali la troverebbero risibile. Una distinzione a mio avviso più ammissibile è quella tra un uso delle droghe libero ed un uso dettato dalla dipendenza; anche qui non mi sembra ci sia molto da aggiungere; nel primo caso abbiamo a che fare con una schiavitù, nel secondo con una scelta (molto pericolosa, perché tende a trasformarsi nella schiavitù di cui sopra). Qualsiasi dipendenza soggioga, compresa quella da farmaci psicotropi per scopi terapeutici, troppo spesso prescritti come palliativo per arginare i danni arrecati da ciò che il sistema spaccia per una 'vita normale', o per perseguire fini di omologazione e robotizzazione degli individui, come vedremo più avanti.

 

In questa sede comunque non ci interessa stabilire se l'uso di droghe sia in se più dannoso o benefico per l'essere umano, ma sottolineare che qualsiasi attività, nel momento in cui cessi di esprimere un libero percorso per essere indotta scientificamente attraverso una campagna di persuasione occulta, non possa che diventare automaticamente degradante e negativa per l'individuo.

 

Cosa vuol dire 'trasgredire'?

Secondo il dizionario la trasgressione è 'il mancato rispetto di quanto disposto per legge o dalla morale comune.' Ma cosa succede quando ci si accorge che il sistema stesso, oltre che creare le leggi ed influenzare la morale comune, è strutturato in modo tale da espletare anche il compito opposto, cioè approntare tutto il necessario (modelli culturali e strumenti utili alla loro emulazione) affinché chi sia portato alla trasgressione si dia a farlo attraverso modalità prestabilite?

 

Indizi sempre più chiari dimostrano che gli stessi burattinai che manovrano ogni stato nelle guerre e supportano ogni partito politico, a cui fanno capo sia guardie che ladri, detengano allo stesso tempo il controllo indiretto sia della trasgressione che della 'normalità.'

 

Dunque, cosa vuol dire realmente, trasgredire?

Rispetto a cosa? Per esprimere cosa?

 

Prendete un film drammatico a tema carcerario; ad esempio Papillon. O Fuga da Alcatraz. I protagonisti di quei film dopo tante peripezie riuscivano a riconquistare la libertà grazie ad una grande tenacia e lucidità. Ma cosa sarebbe successo se fossero stati continuamente riforniti di droghe? Sarebbero stati in grado di approfittare di quell'unico, prezioso momento propizio per prendere la via di fuga? Sarebbero riusciti a mantenere la freddezza necessaria a non tradire i loro intenti, durante la preparazione della evasione? Avrebbero denotato la stessa tenacia nel perseguire il loro sogno di libertà o avrebbero finito per accontentarsi di perdere coscienza della loro condizione, sedati dallo sballo, docili come maialini al macello?

 

Questioni che ne sollevano altre. La 'cultura dello sballo' è sorta spontaneamente oppure è stata inculcata nell'immaginario collettivo con l'intento di sedare i cittadini più inquieti? Ad esempio, non sono pochi quelli che affermano che la diffusione dell'LSD negli anni della contestazione giovanile sia stata supportata dal potere per fini di sabotaggio. E ancora, la tendenza ad assumere sostanze in giovane età (tutt'altro che osteggiata dai media, se si esclude qualche sparuta pubblicità progresso) è sorta spontaneamente o è il frutto di una campagna persuasiva che prepara i giovani all'idea di modificazione psichica, così che da adulti siano predisposti ad assumere psicofarmaci? Quando altero le mie percezioni con sostanze stupefacenti sto facendo un piacere a me stesso, o ai miei carcerieri? Se il mondo fosse un posto migliore, assumerei sostanze con lo stesso gusto? Se anziché essere una mia libera scelta fosse il governo a statuire che ogni tot giorni mi sia somministrata una sostanza stupefacente, accoglierei la prospettiva con lo stesso entusiasmo?

 

Cosa si aspettano?

Una regolare e volontaria auto-manipolazione sensoriale da parte dello schiavo (l'omologato tenderà agli psicofarmaci e all'alcol; il trasgressivo alle droghe illegali - c.d. finta alternativa) è molto utile al sistema, in primo luogo per fini di controllo sociale, in quanto strumento di sedazione degli squilibri psichici causati da un regime di vita costrittivo. In secondo luogo per alimentare nella massa la propensione verso l'auto-modificazione scientifica (psichica, oltre che fisica, come vedremo a breve).

 

DISUMANIZZAZIONE (TRANSUMANESIMO)

 

9- Egregora erotico e contenimento delle nascite. 

A chi giovano le tonnellate di materiale pruriginoso, erotico e pornografico di cui pullulano i media? Cosa ci fanno tutti quei messaggi subliminali a sfondo sessuale mimetizzati dentro insospettabili cartoni animati e foto pubblicitarie? Anche qui, è evidente che da un trentennio sia in corso una campagna di sovra-esposizione di massa al materialismo sessuale. Ma che tipo di obiettivi potrebbe perseguire?

 

Di sicuro c'è che il materialismo sessuale rientra a pieno titolo tra gli espedienti con cui la comunicazione di massa alimenta indirettamente la paura della morte, di cui si è detto nella prima parte.

 

Inoltre sembra che il sesso - facendo leva su insopprimibili istinti biologici - sia in grado di calamitare l'attenzione umana più di ogni altra cosa. Il che perlomeno formalmente spiega come mai in ambito pubblicitario vi si ricorra con estrema frequenza. Nessun moralismo, per carità; l'andazzo non mi scandalizza; semmai mi annoia. E mi incuriosisce, in quanto sono convinto che un tale bombardamento incrociato si motivi con ragioni che vanno ben oltre un fatto di tornaconto pubblicitario.

 

Cosa si aspettano?

La sovraesposizione delle masse al materialismo sessuale potrebbe assolvere una triplice funzione:

1 - vampirizzare subissi di energie fisiche e psichiche.

2 - stimolare l'insorgenza di un nutrito repertorio di psicopatologie sessuali con la benedizione degli eugenetisti e dei propugnatori della depopolazione.

3 - divulgare la cultura del sesso ludico, consumistico, solitario, sterile, in ossequio alle agende di soppressione della famiglia e di contenimento della natalità.

 

Si aspettano che associamo l'atto sessuale a un piacevole passatempo, ad una sessione di ginnastica; che cessiamo di vivere il sesso con sentimento e ci diamo a considerarlo come una pratica fine a se stessa, preferibilmente solitaria.

 

10-  Robotizzazione e Mentalità da Alveare.

Preso atto delle modalità con cui i burattinai hanno perseguito (e ottenuto) l'omologazione e il sub-livellamento culturale delle nazioni 'civilizzate', non ci rimane che tirare le somme e prendere atto di come il prolungamento della campagna di cui sopra stia puntando dritta verso la robotizzazione degli esseri umani. Un paio di indizi?

 

- Secondo l'ultima edizione del DSM (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali), alcuni tratti caratteriali quali anticonformismo e propensione al libero pensiero sarebbero autentici disturbi psichici definiti: 'oppositivi provocatori', da curarsi dunque attraverso la somministrazione di psicofarmaci. Altri bizzarri 'disturbi mentali' individuati dal manuale sarebbero la propensione alla arroganza e al narcisismo; la eccessiva creatività, il cinismo e il comportamento antisociale.

 

- Sarò anche diffidente per natura, ma il vasto movimento spirituale che ha riportato in auge concetti esoterici  quali la soppressione dell'ego e la comune appartenenza ad un Tutto (la cui fondatezza non è in discussione in questa sede) se collocata tra le campagne descritte finora, come minimo mi fa rizzare le antenne.

 

Cosa si aspettano?

Come paventato da molti lo scopo potrebbe essere l'instaurazione di un governo mondiale modello URSS (de-politicizzato e molto efficiente grazie alle moderne tecnologie di controllo, repressione, dissuasione). All'interno di un simile apparato tecno-oligarchico, allestire un monumentale alveare umano composto da cittadini passivi, desensibilizzati e del tutto votati al servizio del sistema ape-regina, ribattezzato per l'occasione: 'collettività'. In una parola, la Metropolis predetta da Fritz Lang nell'omonimo film.

Non che la situazione attuale sia molto più libera e democratica, purtroppo. Diciamo che l'intento potrebbe essere il consolidamento dei risultati conseguiti. La loro radicalizzazione, istituzionalizzazione, normaizzazione. Istituire la categoria dei Lavoratori immaginata da Lang in Metropolis: uniformi, laboriosi, silenziosi, invisibili, alienati.

 

Con l'avvento dei social e del web 2.0 il seme della mentalità da alveare è stato impiantato nell'inconscio collettivo. Probabilmente germoglierà e produrrà i suoi frutti con il Web 3.0 ed i dispositivi indossabili o impiantabili a connettività persistente.

 

La 'connettività persistente' - unita all'introduzione della (finta) democrazia diretta e della moneta elettronica - sarà un decisivo passo avanti verso la mentalità da alveare.

 

Cosa si Aspettano?

Dopo aver 'potenziato' tecnologicamente le nostre funzioni fisiche (meccanica e robotica), comunicative (telecomunicazioni), informative (media), di calcolo (informatica), i burattinai ora hanno deciso di imporsi come mediatori tra la realtà e la nostra percezione della stessa, tramite dispositivi che in tempo reale finiranno per 'suggerirci' il modo migliore di rapportarci alle esperienze che stiamo 'vivendo.'

 

11- Modificazione.

L'ultimo input di cui ci occuperemo ha a che fare con la modificazione dell'essere umano. Come accennato, la cultura dello sballo e la psichiatria hanno sdoganato nella mentalità comune la propensione alla auto-manipolazione psichica. La chirurgia estetica (coadiuvata da body art e derivati) è riuscita a fare la stessa cosa nei confronti della auto-modificazione fisica. Oggi grazie all'apporto dei gatekeeper, del cinema, della musica, dei videogiochi, si sta alzando la posta, e si mira a seminare nell'inconscio collettivo l'idea di un futuro in cui gli uomini e le macchine si fonderanno, dando alla luce qualcosa di simile ad una Umanità versione 2.0.

 

Cosa si aspettano?

Questa campagna supporta la robotizzazione e la mentalità da alveare. Personalmente non credo affatto che il futuro della specie umana debba consistere in una progressiva fusione con le macchine. Se un simile destino si realizzasse, diventerebbe molto difficile uscirne, a tutti i livelli. D'altronde l'uomo stesso con i suoi atteggiamenti prevedibili, la sua confortevole e irrinunciabile routine quotidiana, i suoi schemi mentali, sembra esprimere una notevole propensione per una vita robotica. Il che non depone a favore della 'rivalsa' umanistica.

 

CONCLUSIONE

 

Molto Altro.

Naturalmente le campagne persuasive oggi attive nella comunicazione di massa non si limitano a quelle appena viste. C'è quella che mira a desensibilizzarci dagli spettacoli di violenza; quella che mira a suscitare la nostra auto-colpevolizzazione demonizzando i nostri stili di vita e la nostra alimentazione per occultare le responsabilità di scienza, tecnologia e capitale circa l'epidemia di cancro che sta decimando i paesi industrializzati; quella che spinge verso l'omologazione dei ruoli culturali e sociali dei sessi; quella che sembra mirare ad una riabilitazione della 'ipotesi extraterrestre' all'interno della cultura dominante. E via dicendo ...

 

Lucciole per lanterne.

Quelle elencate sono realmente le aspettative covate da chi detiene il potere? Almeno in parte potrebbero esserlo, se ci rifacciamo agli elementi estrapolabili dal 'sapere di massa.' Tuttavia non bisogna dimenticare che il sapere di massa in fin dei conti non è che un grande 'contenitore' all'interno del quale, in un cantuccio, trovano spazio anche informazione e cultura alternative. I dati ai quali ci è concesso accedere, e sulla cui elaborazione basiamo le nostre ipotesi - provengono da questo coacervo di nozioni monche e predigerite offerte in pasto al gregge. 

Ciò premesso, potrebbero esistere molte altre informazioni fondamentali ma inconoscibili, in quanto mai inserite nel circuito di questo sapere 'volgare'? E' drammaticamente probabile. Ogni volta che apriamo bocca per azzardare una congettura, un tentativo di capire dov'è il punto, quale sia il fine ultimo, da qualche parte qualcuno potrebbe sganasciarsi dalle risate per via della inconsistenza dei presupposti da cui partiamo. Ecco perché alla fine dei conti anche articoli come il qui presente, potrebbero rientrare tra le Loro aspettative.

 

Quello che non si aspettano.

Quel che proprio non rientra nelle aspettative dei burattinai è un essere umano che faccia della fierezza, della indipendenza, dello scetticismo, della anarchia la propria filosofia di vita. Come si è già detto, risulta assai probabile che i burattinai abbiano creato il caos affinché da esso possa sorgere un nuovo ordine in cui tutti gli aspetti disumanizzanti e omologanti della società contemporanea siano esaltati ed elevati alla ennesima potenza, a tutto vantaggio di una ristretta elite di schiavisti. Sono riusciti nel loro intento grazie alla ingenua collaborazione del gregge. Tuttavia la loro opera è ancora incompleta. Anche la instaurazione di un nuovo ordine necessiterà infatti dell'attiva collaborazione del gregge.

 

Come ci regoleremo? Accoglieremo le soluzioni che ci 'proporranno' come una manna dal cielo, o ci rifiuteremo di accettare soluzioni 'di massa' formulate da gente che non abbiamo mai avuto il piacere di conoscere? Proseguiremo a riconoscere loro autorevolezza e superiorità, o li giudicheremo per ciò che sono, ovverosia degli squilibrati privi di coscienza e succubi di chissà chi o che cosa? Saremo ancora disposti a scattare ad ogni loro input oppure rivendicheremo il nostro diritto di rifiutarci di impartire ed eseguire ordini? Ci faremo trattare come pecore, o ci dissoceremo in tutto e per tutto, così che la 'comunicazione di massa, la propaganda, l'ingegneria sociale e tutte le altre trappole del mondo massivo perderanno per sempre ogni efficacia? 

 

Spetta a noi, cercare di deluderli.

 

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