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ottobre 30, 2014

Il conflitto sunniti-sciiti: soluzioni?
by Johan Galtung
Traduzione di Miky Lanza

Islam, cristianesimo e buddhismo sono poteri culturali religiosi, profondi, che definiscono i fini e i mezzi della vita umana. Tutti e tre promettono vita oltre la morte – salvezza eterna in paradiso, dissoluzione eterna nel nirvana – se si osservano le regole. A differenza dell’ebraismo e dell’hinduismo, sono tutti e tre universali, per tutti gli esseri umani di tutti i tempi. Pertanto, hanno attecchito trasversalmente rispetto alle varie linee di faglia, aldilà dell’Arabia, Palestina, Nepal-India in altre realtà economico-politico-militari, anche nemiche.

L’Arabia era musulmana; l’islam s’espanse dall’Iberia a Delhi entro il 1192. La Palestina divenne musulmana-ebraica; il cristianesimo divenne la religione dell’Impero Romano nel 313; dal 395 si divise in ortodossi a Oriente e cattolici a Occidente, che all’incirca dal 1500 si divisero in cattolici al Sud e protestanti al Nord. Il buddhismo senza caste fu espulso da Nepal-India hinduiste verso le aree confinanti; un migliaio d’anni dopo è radicato in tutta l’Asia orientale.

Tre religioni divennero tre civiltà di tre vaste regioni. Tre successi? Sì, ma a un prezzo: gli scismi avvenuti in tutte e tre, linee di frattura con rancori, violenza, guerre. Che cosa andò storto?

Le linee di faglia economico-politico-militari generarono scismi nella cultura: Vogliamo il nostro cristianesimo-buddhismo-islam!

L’espansione nel Vietnam-Cina-Giappone richiese un buddhismo mahayana con cultura centrata sul noi anziché il “piccolo veicolo” hinayana individualizzante dello Sri Lanka.

L’Europa transalpina, a Nord delle Alpi, non voleva un governo romano, e Martin Luther produsse il proprio cristianesimo in 95 tesi il 31 ottobre 1517, difese dettagliatamente ad Augsburg [Augusta] nel 1530: Dio per sua propria causa, causa sui, decide la salvezza per Sua Grazia, non indotta dalle opere, dai meriti.

E l’islam, nella zona di guerra degli imperi greco-turco-persiano, poi ortodosso-ottomano-sassanide, si spaccò in islam sunnita vs sciita nella lotta per il successore, califfo, di Maometto quando egli morì nel 632: Abu Bakr mediante shura, elezione, o Ali, il nipote, per legame di sangue. La linea divisoria, come le Alpi per il cristianesimo, era il Golfo Arabo-Persiano, continuata verso Nord.

Anche se l’impulso più intenso alla spaccatura provenne dalle divisioni economico-politico-militari, il processo causale fu circolare, rendendo le divisioni durevoli, profonde. Non uno scontro di civiltà, ma scontri entro le civiltà.  Tragico per gli intensi messaggi di pace nel buddhismo, poi nell’islam, poi nel cristianesimo: che avrebbero dovuto far sorgere tre vaste regioni di pace dove i buddhisti non uccidono i buddhisti e i cristiani non i cristiani, e i musulmani non i musulmani.

Abbiamo avuto vietnamiti strumenti del colonialismo francese in Cambogia, Phnom Penh, e le atrocità dei khmer rossi essenzialmente dirette contro di esso; abbiamo i giapponesi con il buddhismo quale forte fattore di civiltà all’attacco della Cina con lo stesso elemento. E tuttavia nulla rispetto all’Europa cristiana: la guerra dei Trent’anni dal 1618 al 1648 fra i due cristianesimi in Occidente; le guerre napoleoniche, la prima e la seconda guerra “mondiale” (prevalentemente europee), la guerra fredda e l’odierno confronto per l’Ukraina che attualizza lo scisma fra la chiesa occidentale e orientale. Tragico.

Un buddhista mongolo fondamentale disse Buddhayana, non Hinayana-Mahayana. Non ancora. La “pace” di Westfalia dopo la barbarie dei 30 anni fu solo coesistenza passiva, e soltanto fra due cristianesimi.

È stato fatto uno sforzo per andare oltre. Si sono incontrati nella storica Augsburg nel 1999 nella data simbolica del 31 ottobre, emanando una dichiarazione [i]:

“Insieme confessiamo che non in base ai nostri meriti, ma soltanto per mezzo della grazia, e nella fede nell’opera salvifica di Cristo, noi siamo accettati da Dio e riceviamo lo Spirito Santo, il quale rinnova i nostri cuori, ci abilita e ci chiama a compiere le buone opere”. (http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrs-tuni/documents/rc_pc_chrstuni_doc_31101999_cath-luth-joint-declaration_it.html, ndt)

Gli atti umani esterni e il credere interiore umano; opere e fede, in una persona. La Dichiarazione ricompone quel che lo scisma spaccò; una dilacerata base conflittuale con una superstruttura teologica spaccata. Ma la base è cambiata; l’ha cambiata l’integrazione economico-politico-militare UE-NATO, spianando la strada alla Dichiarazione. Vale anche per l’islam?

Sunniti-sciiti. Cercando di capire le giustificazioni di entrambe le parti, io come osservatore esterno sono pervenuto alle seguenti tre conclusioni:

1 Nulla di coranico sembra favorire inequivocabilmente l’una o l’altra versione;

2 Forse il Profeta non aveva deciso ed era in dubbio tra due opinioni. Un possibile motivo: Abu-Bakr era suo suocero e Ali suo genero;

3 Abu-Bakr e Ali avevano un rapporto amichevole, cooperativo.

Quanto emerse fu un islam del o l’uno-o l’altro spaccato da suddivisioni; oggi fortemente avverse l’una all’altra su temi come l’ISIS, i sunniti, l’invocazione del Califfato come istituzione (l’ultimo fu quello ottomano in seguito alla vittoria del sultano sui mamelucchi in Egitto nel 1517 sino alla fine nel 1922; dopo l’accordo Sykes-Picot nel 1916, il Balfour nel 1917, e l’occupazione alleata di Istanbul nel 1918).

Col senno di poi le alternative sono chiare: un approccio né-né a favore della figlia del Profeta Fatima (i suoi due figli maschi morirono giovani); un compromesso con due campi cooperanti, un sia-sia con i due successori congiunti. Ma il patriarcato, l’infrastruttura, e Un Successore escluse queste soluzioni.

Prima o poi cederanno a una Mohammedia di tipo sia-sia.   L’OIC consiste di 57 stati con 1.650 milioni di musulmani; 22 stati sono arabi con 350 milioni di persone, si aggiungano Iran e Turchia, ma tuttora una chiarissima maggioranza di stati e di musulmani sono “al di fuori della zona di guerra”. Ipotesi plausibile: il rinnovo dell’Islam, il sia sunnita-sia sciita può arrivare da più in là a Oriente.

L’Occidente e l’URSS colonizzarono 48 dei 57 stati, e nel costruire nuovi stati introdussero un cuneo fra l’Ultimo Sovrano e i musulmani: emiri, monarchi, presidenti, primi ministri; che si trovano anche nei paesi del Golfo. Logica statuale contro logica di ummah: una Comunità di Musulmani; un arcipelago di città-stato, sultanati, con autonomie da millet; densamente interconnessi economicamente con una tecnica bancaria islamica compatibile con la sharia? Una famiglia di nazioni con una guida benevola, come l’Impero Ottomano? Un cambiamento di infrastruttura, come la parte islamica della globalizzazione? Una OIC, dove C sta per Conferenza–>Cooperazione–>Comunità, verso una Unione? Una Unione Islamica?

Attingere alle ricche esperienze di tutti gli islam, focalizzarsi sul meglio, estirpare le erbacce violente che rendono alcuni musulmani non-islamici nel loro ricorso alla violenza; molto diretti l’uno contro l’altro. Il tempo è un fattore per lavorare con entrambe le parti, sui fondamenti e sulla teologia, per andare oltre.


NOTA:

[i] Dal Washington Post, 1 novembre 1999.

27 ottobre 2014 Titolo originale: The Sunni-Shia Conflict: Any Solution? 
https://www.transcend.org/tms/2014/10/the-sunni-shia-conflict-any-solution/

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