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15/10/2008 13:44

Lahore, Conferenza degli Ulema: gli attacchi suicidi sono “non-islamici”
di Qaiser Felix

Eminenti studiosi islamici del Paese ricordano che solo lo Stato può proclamare il jihad e non anche gruppi estremisti. Lanciata una fatwa contro gli attentati che insanguinano il Paese. Arcivescovo di Lahore: “nessuna religione approva il terrorismo”.

Lahore (AsiaNews) – Un conferenza che raduna accreditati dottori islamici pakistani, riunita a Lahore, ha dichiarato ieri che gli attentati suicidi sono “non-islamici e vietati”, ricordando che solo lo Stato ha l’autorità di proclamare il jihad (guerra santa), non anche individui o gruppi.

Il Consiglio Muttahida degli Ulema, durante la conferenza a Jania Naeemia, ha persino lanciato unanime una fatwa (editto) contro la recente ondata di attentati esplosivi suicidi che hanno ucciso centinaia di persone nel Paese.

L’arcivescovo Lawrence John Saldanha, presidente della Conferenza episcopale cattolica pakistana, ha plaudito e sostenuto questa fatwa. Ad AsiaNews ha spiegato che “nessuna religione approva il terrorismo e le esplosioni suicide”.

Anche Malik Rehman, consigliere del Primo ministro per gli Interni, ha lodato questa fatwa e ha auspicato che possa dissuadere gli estremisti suicidi.

I chierici sono, però, critici verso il governo che, dicono, con il pretesto della lotta al terrorismo, persegue gli obiettivi degli Stati Uniti. Lo sollecitano a sospendere le operazioni militari nelle aree tribali e a cercare soluzioni negoziate con quelle popolazioni. Hanno anche deciso di inviare una loro delegazione a Bajaur e Swat, zone di guerra civile, per accertare l’esatta situazione.

Il gruppo Tehreek-e Taliban Pakistan e vari politici hanno chiesto che i cosiddetti terroristi possano intervenire in parlamento per esporre il loro punto di vista.

Richiesta criticata da mons. Saldanha, che non ritiene utile simile intervento di gente abituata a propagandare idee estremiste e affermare le idee con le armi.

Il prelato si dice “ottimista” che le “sessioni a porte chiuse in corso nel parlamento possano permettere la scelta delle migliori politiche per il Paese”.

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