Originale: Counterpunch

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12 settembre 2015

 

L’11 settembre quindici anni dopo: che cosa potrebbe essere stato

di Farhang Jahanpour

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Quindi anni fa, l’11 settembre, i terroristi di Al Qaida hanno cambiato il corso della storia, e le conseguenze di ciò che è accaduto esistono per noi  e presumibilmente stanno diventando più complesse e più pericolose.

L’11 settembre 2001, 19 militanti arabi affiliati ad Al Qaida, che avevano ricevuto rudimentali istruzioni di volo negli Stati Uniti, hanno dirottato e guidato due aeri passeggeri contro le torri gemelle del World Trade Center di New York, uno contro il Pentagono e un altro si presume che stesse volando verso la Casa Bianca o il Campidoglio, ma è stato abbattuto prima di raggiungere il suo obiettivo.

Sono morte circa 3.000 persone innocenti come conseguenza di quegli affronti terroristici. In reazione a questo, l’America diede il via alla “Guerra al Terrore”, che ha ucciso oltre un milione di persone, ha distrutto molti paesi mediorientali, ha rovinato la vita di diecine di milioni di persone, ha ucciso quasi 7.000 soldati statunitensi e ne ha feriti altri 50.000 e che è costata agli Stati Uniti la cifra sbalorditiva di 6 trilioni di dollari.

Era la prima volta nella storia degli Stati Uniti che la terraferma americana è stata attaccata, dopo che le truppe inglesi avevano incendiato la Casa Bianca nel 2014 durante la guerra tra gli Stati Uniti e l’Inghilterra. Anche durante la II Guerra mondiale, gli Stati Uniti continentali non hanno ricevuto nessun attacco diretto, e

L’obiettivo  più vicino che i giapponesi ottennero, fu di attaccare la base navale statunitense a Pearl Harbour, nelle isole Hawaii, il 7 dicembre 1941.

Naturalmente, nei recenti decenni ci sono stati numerosi attacchi terroristici contro gli Stati Uniti e altri obiettivi, il più rilevante dei quali è stato l’attacco compiuto da

Timothy McVeigh contro l’Edificio Federale intitolato a Alfred P. Murrah a Oklahoma City che costò la vita a 168 persone e provocò il ferimento di più di altre 800. Anche McVeigh aveva motivazioni religiose per i sui attacchi.

Era un religioso fanatico e seguace di David Kosher e bombardò l’edificio nell’anniversario della distruzione del Campo dei Davidiani (una setta religiosa) a Waco, Texas, a opera delle forze federali con la conseguenza che Koresh, altri 54 adulti e 21 bambini furono bruciati vivi.

Si può pensare al massacro di quasi un milione di Tutsi e Hutus in Burundi e Ruanda. Un’analisi dell’Osservatorio per i Diritti Umani ha stimato che il 77% della popolazione Tutsi del Ruanda sia stato massacrato nel Genocidio del Ruanda nel 1994.

A parte il massacro iniziale di centinaia di palestinesi e la pulizia etnica di quasi il 70% della popolazione palestinese nel 1948, ci fu l’eccidio di 3.500 rifugiati nei Campi di Sabra e Shatila in Libano a opera dei Falangisti Cristiani, tra il 15 e il 16 settembre del 1982, con la supervisione delle forze di invasione israeliane guidate da Ariel Sharon.

Gli attacchi dell’11 settembre, tuttavia, hanno assunto un’importanza di gran lunga maggiore di tutti gli altri attacchi terroristici compiuti nel mondo.

La maggior parte degli americani pensa che gli attati terroristi dell’11 settembre non sono stati provocati e che sono arrivati del tutto inaspettati, ma una rapida occhiata alla storia del coinvolgimento militare americano in Medio Oriente, dimostra che molti musulmani in Medio Oriente avevano subito molte violente invasioni e attacchi americani.

Per nominarne solo alcuni: durante la Prima guerra nel Golfo Persico (2 Agosto1990 – 28 Febbraio 1991), il cui nome in codice era  “Operazione Desert Shield” ( Scudo del Deserto), sono state compiute 100.000 missioni aeree che hanno lanciato 88.500 tonnellate di bombe, molte delle quali contro obiettivi iracheni non soltanto in Kuwait, ma a Bagdad. Un numero compreso tra i 20,000 e i 26,000 componenti del personale militare iracheno furono uccisi  e altri 75.000 feriti, e ci furono almeno 3.500 vittime civili a causa di quei bombardamenti.

A parte l’attacco al bunker ad Amiriyah che aveva causato la morte di 408 civili iracheni che erano nel rifugio, c’è stato l’attacco agi iracheni in fuga tra Kuwait e Basra (nota come Autostrada della morte), quando un numero di veicoli compreso  1.400 e  2.000 è stato colpito e sono stati uccisi 10.000 soldati e civili.

I sodati statunitensi che avevano bombardato le forze irachene anche dopo che si erano arrese sul campo di battaglia durante l’Operazione Desert Storm (Tempesta del Deserto), ridevano delle loro azioni, definendo il mitragliamento a bassa quota,    “caccia a un tacchino in  fuga”  e paragonandolo a “sparare a un pesce in un barile.”

Come disse un ufficiale americano: “E’ il più grande spettacolo per il 4 di luglio che sia mai visto. E vedere quei carri armati semplicemente ‘esplodere’ e altra roba che continua a venir fuori  da questi… è meraviglioso.”

C’era stato un precedente 11 settembre, cioè il golpe appoggiato dagli Stati Uniti in Cile e il bombardamento del palazzo presidenziale La Moneda, l’11 settembre 1973. Il presidente Richard Nixon aveva ordinato una guerra economica contro il presidente socialista eletto, Salvador Allende, culminata in un colpo di stato militare guidato dal capo dell’esercito, Augusto Pinochet. Diecine di migliaia di persone furono arrestate durante il golpe, molte centinaia furono detenute, interrogate, torturate e in alcuni casi uccise.

E’ importante ricordare che la CIA svolse un ruolo significativo nella creazione dei

Combattenti Mujahedin, dei Talebani e di Al Qaeda in Afghanistan. Quando le forze armate sovietiche attaccarono l’Afghanistan nel dicembre 1979, gli Stati Uniti, e i loro alleati nella regione, l’Arabia Saudita e il Pakistan, creavano, addestravano e armavano i Mujahedin ( i Guerrieri santi) per combattere contro le forze armate russe.

La guerra sovietica in Afghanistan è durata 10 anni con un bilancio ì di 14.453 soldati sovietici uccisi e diecine di migliaia feriti. Furono uccisi un numero di afgani compreso tra un milione e mezzo e due milioni. Ci furono due milioni di persone emigrate all’interno del paese e altri 5 milioni divennero rifugiati in Iran e in Pakistan, e il paese fu devastato.

Oltre ai Mujahedin afgani, si organizzò l’invio in Afghanistan di un gran numero di militanti musulmani provenienti dai vicini paesi arabi per unirsi alla lotta contro le forze sovietiche.

Osama bin Laden, membro di una ricca famiglia dell’Arabia Saudita, divenne un preminente organizzatore e finanziatore di quei volontari stranieri, ricevendo enorme supporto dall’Arabia Saudita e dal Pakistan e un tacito appoggio dagli Stati Uniti. Con la “Operazione Ciclone” della CIA, dal 1979 al 1989, gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita fornirono aiuto finanziario e armi per un valore di 40 miliardi di dollari a quasi 100.000 Mujahedin e “Arabi Afgani” attraverso il Servizio di Inter-Intelligence del Pakistan (la più potente e  importante delle tre branche dei Servizi segreti pachistani, n.d.t.).

Dopo la sconfitta e il ritiro delle forze sovietiche dall’Afghanistan, Osama bin Laden rivolse la sua attenzione all’altra superpotenza, gli Stati Uniti, allo scopo di, secondo quanto si dice, liberare le terre musulmane dall’occupazione dell’Occidente. In un messaggio diffuso il 23 febbraio 1998 che annunciava la sua intenzione di combattere contro quelli che chiamava “gli eserciti crociati,” Bin Laden, si lamentava che…”malgrado la grande devastazione inflitta al popolo iracheno dall’alleanza di crociati e sionisti, e malgrado l’enorme numero di persone uccise che supera un milione…malgrado tutto ciò, stanno cercando ancora di ripetere degli orribili massacri, come se non fossero soddisfatti del blocco prolungato imposto dopo la feroce guerra o della frammentazione e devastazione. Eccoli qui che arrivano ad annientare quello che resta di questo popolo e a umiliare i vicini musulmani.”

Naturalmente, quanto ha detto Osama bin Laden era moralmente riprovevole. Allo  stesso tempo, molti militanti musulmani considerano ugualmente inquietanti e indelicate alcune osservazioni espresse da politici occidentali. Per esempio, quando all’allora Segretario di Stato Madeline Albright fu chiesto se la morte di mezzo milione di bambini iracheni, come conseguenza delle sanzioni, era valsa la pena, la sua risposta fu un’ enfatica “è un prezzo che valeva la pena pagare.”

Lo scopo di riferirsi ad altre atrocità a parte l’11 settembre, non è quello di sminuire il suo significato, ma semplicemente di far notare che non è stato  l’unico attacco terrorista o violento nel corso della storia recente. Serve anche a segnalare la “Guerra al Terrore” non è stato il modo migliore di trattare un evento che era stato soltanto un atto criminale compiuto da pochi fanatici folli.

Dopo tutto, Bin Laden aveva detto che uno dei suoi principali scopi era quello di

indurre le forze americane a fare guerre in Medio Oriente, in modo che potessero spargere il loro sangue nello stesso modo in cui lo avevano sparso i sovietici.  Sfortunatamente il presidente George W. Bush cadde in quella trappola.

Joel Benin, professore di storia mediorientale all’Università di Stanford, è stato criticato per le sue osservazioni anti-americane quando ha semplicemente detto: “Se verrà confermato che c’era Osama bin Laden dietro agli attacchi, gli Stati Uniti dovrebbero portarlo di fronte a un tribunale internazionale con l’accusa di crimini contro l’umanità.”

Se Osama bin Laden fosse stato trattato come un criminale violento, e fosse stato portato in giudizio e assicurato alla giustizia, invece che il presidente Bush desse inizio a una “Guerra al terrore”, sarebbe stato smascherato e condannato agli occhi dei suoi sostenitori, si sarebbero risparmiati milioni di vite umane e trilioni di dollari, e il mondo non dovrebbe affrontare il flagello sempre crescente del terrorismo che è stato principalmente una conseguenza delle invasioni dell’Iraq e dell’Afghanistan.

Naturalmente, non è possibile riportare indietro l’orologio, ma possiamo soltanto immaginare come sarebbero state le cose se si fosse seguita una strada diversa, e possiamo anche imparare una lezione sulla lotta al terrorismo in futuro. Dopo tutto, le idee, anche distorte ed estremiste non si possono eliminare con le bombe.

L’unico modo di combattere contro di queste è avere un dialogo, istruire e illuminare i fanatici e, soprattutto, tener fede ai nostri principi, e, soprattutto, comprendere, in primo luogo, perché le persone diventato terroristi e fare qualcosa circa questi motivi, se possiamo.

Ciò che sconfiggerà i terroristi sarà la fedeltà alla legge, alla libertà e alla democrazia e a una società che soddisfa tutte le voci diverse.

Come ha affermato Mike Lofgren nel suo libro The Deep State, “L’ingarbugliata storia millenaria di Siria, Iraq e Afghanistan, o i complessi odi etnici dei Balcani, svaniscono di fronte a frasi sonore come ‘cambiamento di regime’, ‘responsabilità di proteggere,’ o ‘intervento umanitario.’ Questa mentalità porta a disastri prevedibili dai quali l’establishment politico non apprende mai le lezioni adatte.”

Se desideriamo evitare ulteriori disastri, dobbiamo apprendere le lezioni appropriate dai nostri errori.

 


Il Dottor  Farhang Jahanpour, dell’Università di Oxford, è un  membro del Consiglio  della Transnational Foundation for Peace and Future Research (Fondazione Transnazionale per la Pace e per la Ricerca Futura).


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.counterpunch.org/2016/09/12/911-fifteen-years-after-what-might-have-been/

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