Fonte: Al Manar   

Axe de la resistance

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23 Nov 2014

 

Si palesano le vere intenzioni dell’azione USA in Medio Oriente
di Luciano Lago

Il senatore Eliot Abrahms: “Bisogna rovesciare il regime di Assad in Siria per distruggere Hezbollah in Libano”, queste le parole pronunciate dall’influente membro del Senato USA, Elliot  Abrahms, ex consulente del presidente Reagan e di George W. Bush , israelita ed esponente neocon.

Abrahms ha fatto queste dichiarazioni mentre si trovava di fronte alla Commissione delle Relazioni Estere della Camera dei Rappresentanti e relazionava  le sue vedute sulla strategia del governo di Washington nel Medio Oriente, in particolare sulla politica statunitense attuata in Siria, secondo quanto riferito anche dai media internazionali.

Richiesto di un parere sulle varie fasi della politica nordamericana verso l’Iraq e la Siria, Abrahms ha parlato soprattutto di Hezbollah, la formazione sciita presente in Libano (detto “il Partito di Dio”).

Nella maggior parte del suo discorso sulle strategie di Washington verso la Siria, Abrahms ha dedicato molta attenzione a tale formazione ed ha sottolineato che Hezbollah costituisce l’obiettivo n.1 che bisogna eliminare con il fine di promuovere gli interessi degli USA e di Israele nella regione. Guarda caso, questa è la stessa veduta del governo di Tel Aviv che già da tempo aveva individuato negli Hezbollah il maggiore pericolo attuale per la sicurezza di Israele.

Nel contesto regionale  Abrahms ha individuato due assi contrapposti : “l’asse degli Hezbollah, l’Iran e la Russia che sostiene Assad e l’asse degli Stati Uniti, l’Europa ed i paesi del Golfo, che vogliono la sua uscita dal potere”.

Il senatore israelita, che risulta anche essere un influente membro del “Council of Foreign Relations”, organismo di potere a Washington, ha assicurato che qualsiasi assenso da parte degli USA a che Assad continui a rimanere al potere in Siria nel prossimo periodo di tempo, deve essere considerata una sconfitta per la strategia di Washington ed una vittoria per Teheran.

Naturalmente si è ben guardato dal dire che Assad in Siria gode del consenso della maggioranza del suo popolo e da questo è stato rieletto con l’80% dei votanti in Siria ed all’estero che sono accorsi alle elezioni.

Abrahms ha dichiarato che gli Stati Uniti uscirebebro vittoriosi mediante la sostituzione del regime di Assad con un regime sunnita (takfiri), cosa che costituirebbe una sconfitta per la Russia, per l’Iran e per Hezbollah. In pratica  Abrahms  auspica una operazione tipo Libia per fare anche della Siria terra bruciata, consegnata alle fazioni dei radicali islamici.

Il senatore ha affermato inoltre che rovesciare il regime siriano permetterebbe di distruggere Hezbollah nel Libano ed ha aggiunto che” la forza degli Hezbollah in Libano è notevolmente aumentata negli ultimi dieci anni ma , un cambiamento che si può produrre in Siria, potrebbe essere l’inizio del suo declino. Questo declino sarebbe di certo  a nostro favore” (per Israele e gli Stati Uniti).

Riferendosi poi agli interessi di Israele, l’ex responsabile statunitense ha detto che “la Siria assicura un ponte tra l’Iran e gli Hezbollah. Detto in altro modo, l’Iran si trova alle frontiere di Israele attraverso questa formazione partito, cosa che presuppone un problema, tuttavia se Assad cade, tutto andrebbe a cambiare”.

Le affermazioni di Abrahms, per l’influenza del personaggio, non possono passare inosservate e denotano quale sia la strategia che Washington si riserva di attuare in Medio Oriente utilizzando il pretesto dell’ISIS, creato dalla stessa intelligence USA e dai sauditi, per attaccare direttamente la Siria di Assad, rovesciarne il regime ed installare un governo filo saudita nel paese, un governo che introdurrebbe la “sharia” (legge coranica) nel paese e le dure leggi coraniche degli jihadisti, che già hanno ben conosciuto i siriani delle zone occupate sotto il controllo dei fanatici miliziani islamici dell’ISIS e di Al Nusra, quelli che combattono nel paese contro il governo di Assad, riforniti di armi dall’Occidente e dai suoi alleati sauditi e del Qatar.

Se colleghiamo queste dichiarazioni con quanto detto pochi giorni prima  dal principe saudita Alwaleed bin Talal, membro della casa reale saudita, il quale ha ammesso che  il suo paese ha finanziato lo Stato Islamico per aiutare questo  a rovesciare il regime di Assad in Siria, si comprende la falsità della posizione nordamericana che ha costituito una coalizione per combattere il terrorismo dello Stato Islamico, includendo gli stessi paesi che lo hanno sostenuto e finanziato.

Vedi: Principe saudita confiesa que Riad finaciò al Estado Islamico.

Inoltre si conferma quanto abbiamo sempre sostenuto, noi come altri analisti internazionali (da Thierrry Meyssan a Paul C. Roberts, Tony Cartalucci, Finian Cunningham, ecc.), che l’ISIS non è altro che un pretesto  che Washington utilizza per attuare un piano di spartizione  e balcanizzazione del Medio Oriente, in conformità  agli  interessi di USA ed Israele, un piano che prevede come tassello fondamentale rovesciare il governo di Assad in Siria ed isolare l’Iran dai suoi alleati (Siria ed Hezbollah), riducendo l’influenza di questo nella regione.

Vedi: Washington e la truffa dell’ISIS.

Naturalmente la parte dei vassalli servili e delle  marionette del potere americano /sionista,  in questo piano,  la stanno facendo gli stati europei come Italia, Francia e Spagna, grazie  alla demenza dei loro governi  che hanno inviato aerei e forze militari nella regione per sostenere la coalizione, accanto ai sauditi e le altre monarchie petrolifere (sostenitori degli jihadisti)  in modo da agevolare  di fatto questo piano americano. Un piano ed una strategia  che si sicuro provocherà altre guerre confessionali, stragi e lutti fra le popolazioni, milioni di profughi, oltre al   rafforzamento dei gruppi terroristi islamici  fra i quali si contano alcune migliaia di volontari europei i quali  presto rientreranno   in Europa, come da loro stessi promesso, con gravi pericoli di importazione del terrorismo medio orientale.

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