Guarda il video: CMC-Permindex. La chiave dell’assassinio di JFK EXTENDED – documento di 54 minuti - Pubblicato il 12 feb 2017 - https://youtu.be/GI4TjnevxTw


Questo documentario è la sintesi di un'inchiesta durata oltre sette anni, e basata su di un importantissimo ritrovamento: le carte societarie del Centro Mondiale Commerciale-Permindex. Per favore, visita queste pagine per ulteriori informazioni:

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Grazie a tali esclusivi documenti inediti, siamo finalmente in grado di svelare in pieno il ruolo del Centro Mondiale Commerciale-Permindex nell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy.


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16/03/2017

 

La chiave dell’assassinio di JFK, Il Centro Mondiale Commerciale ed il Caso Mattei

di Michele Metta

 

Trovati i documenti societari del Centro Mondiale Commerciale. Svelano, finalmente, un clamoroso filo unico tra l’attentato di Dallas contro John Kennedy e la Strategia della tensione. Riceviamo e pubblichiamo quest'interessante documentario, con annesso articolo di presentazione. Il Centro Mondiale Commerciale ed i suoi legami con le pagine più occulte e drammatiche della recente Storia mondiale.

 

Chi ha visto il film di Oliver Stone dedicato a Kennedy, sa bene che questo è basato sull’inchiesta giudiziaria svolta nel 1967 da Jim Garrison, l’allora Procuratore distrettuale di New Orleans, sulla morte di JFK. Garrison, infatti, non persuaso dalla versione governativa della Commissione Warren – quella, cioè, che addita come colpevole un folle solitario – aveva, come consentitogli dalla legge, riaperto il caso. Indagini nel corso delle quali Garrison aveva individuato un complotto, uno dei cui cardini era Clay Shaw, un imprenditore statunitense. Un’importante scoperta di Garrison riguardo Shaw, era che questi era parte d’una S.p.A. aperta qui in Italia, a Roma, nel 1958, e chiamata Centro Mondiale Commerciale. Ebbene, le carte societarie del CMC, finalmente da me reperite, svelano che esiste un filo unico tra gli spari di Dallas e la Strategia della tensione. Vediamo subito come.

 

Cominciamo con il dire che il CMC ha, come propria fonte di finanziamento, due Banche molto sui generis: la Seligman e la Schroder. Questo, perché profondamente legate ad Allen Dulles, il direttore della CIA. Cosa che assai adeguatamente spiega come mai la Schroder sia anche la Banca che finanzia i golpe della CIA nel 1953 in Iran e nel 1954 in Guatemala. Inoltre, due membri del CMC sono Roberto Ascarelli e Virgilio Gaito.

 

Si tratta di due tra i più stretti sodali di Licio Gelli, il massone fascista a capo della P2: in tutto, la Commissione Anselmi determinerà che sono possessori della tessera della loggia ben 43 Generali ed 8 Ammiragli, 44 parlamentari, ed i leader dei nostri Servizi segreti. Non solo: i documenti del CMC finalmente da me recuperati rivelano pure che il luogo dove la P2 nasce coincide con il luogo in cui sono celebrati Consigli d’Amministrazione del Centro Mondiale Commerciale.

 

Stabilito questo, per dipanare il filo tra Dallas e le stragi italiane, andiamo ora al 7 luglio del 1960. È la data in cui la massoneria statunitense e quella del nostro Paese stringono un patto di mutua assistenza. Alla cerimonia della firma, stranamente, partecipano però pure il ministro Giuseppe Trabucci e l’Ambasciatore USA James Zellerbach. Molto meno strano al sapere che la mente dietro quel patto è un Agente della CIA: Frank Gigliotti. Come sottolineato proprio, in primis, dalla Commissione Anselmi, esiste un legame fortissimo tra Gigliotti e Gelli. Organizzatore del viaggio di Gigliotti in Italia è Giuseppe Pièche.

 

Trattasi di un Generale con un passato molto in alto nella dittatura di Mussolini. Quel che le carte del CMC aggiungono ora alla sua biografia, è che Pièche è pure membro del Centro Mondiale Commerciale. Tornando a Trabucchi, il politico è parte d’un Gabinetto guidato da Fernando Tambroni. Quest’ultimo, vanta consistenti legami con la CIA, a partire da quelli intrecciati con Paul Driscoll, pupillo, ci risiamo, di Dulles. Tambroni è Presidente del Consiglio grazie ai voti di parlamentari fascisti. Suo segreto intento è instaurare una dittatura di estrema Destra. Genero di Tambroni è Franco Micucci Cecchi: carte societarie alla mano, membro del CMC. Il patto tra massoneria italiana ed USA ha due clausole segrete: la creazione di logge massoniche sotto controllo CIA ed impedire a John Kennedy di svolgere la carica di Presidente.

 

Ulteriore data cui occorre ora andare è il 6 agosto 1960, quando Gigliotti manda una lettera a Richard Nixon. Promette all’allora rivale di Kennedy nella corsa alla Casa Bianca che la massoneria non lascerà nulla d’intentato a favore di Nixon. Il 18 novembre dell’anno dopo, a Roma, si svolge un vertice: vengono discussi i modi più efficaci per promuovere la Guerra sporca contro il comunismo. Larga la presenza di neofascisti tra i partecipanti. Il vertice è aperto da un messaggio augurale di Dirk U. Stikker: è l’allora Segretario Generale della NATO. Soprattutto, organizzatore del summit è Randolfo Pacciardi. Ha un’eccellente relazione di lunga data con Gigliotti. Al vertice, c’è pure Giuseppe Spataro: il Ministro degli Interni durante il Governo Tambroni. Mentre ricopriva tale incarico, Spataro aveva autorizzato la Polizia a sparare sui manifestanti antifascisti che protestavano contro Tambroni.

 

L’ordine di Spataro è causa di un morto e ventiquattro feriti il 5 luglio 1960; di otto morti e innumerevoli feriti il 6 luglio; di un morto e sette feriti l’8 luglio. Sempre a Roma, ma nel giugno del 1962, eccoci poi ad un incontro tra Giovanni De Lorenzo, l’allora guida del SIFAR, il nostro Servizio segreto militare, e Vernon Walters, l’attaché militare presso l’Ambasciata statunitense.

 

La CIA ha emesso un protocollo segreto: le politiche del Presidente Kennedy, secondo le farneticazioni della CIA stessa, starebbero mettendo l’Italia nelle mani di una dittatura comunista.

 

L’Agenzia di spionaggio chiede quindi al SIFAR d’assicurare piena assistenza al fine di boicottare John Kennedy. De Lorenzo e Walters sottoscrivono tale protocollo. Tuttavia, tempo dopo, Walters imprudentemente afferma che la situazione italiana sarebbe a tal punto uscita dai limiti da rendere necessario che le truppe USA occupino la nostra Penisola. Ovviamente adirato per la frase, JFK rimuove Walters dall’Italia. Kennedy ordina che sostituto di Walters sia James Strauss. Un problema che Walters e De Lorenzo decidono di risolvere semplicemente scavalcando Strauss. Una decisione di tipo sovversivo protetta dalla complicità di Thomas Karamessines, figura di punta delle operazioni illegali della CIA nel Mondo, e da altrettanta complicità da parte di Renzo Rocca. Rocca è figura chiave di Gladio, la rete segreta dello Stay-Behind. Esiste prova che De Lorenzo era stato comprato da un piano di corruzione creato dal Centro Mondiale Commerciale, ed avente per scopo il portare dalla propria parte i nostri vertici dello Stato.

 

Andiamo ora all’anno successivo. 12 settembre 1963: Rocca scrive a Giovanni Allavena, il capo del Controspionaggio del SIFAR. Allavena risulterà pure tra gli aderenti alla P2. Rocca comunica ad Allavena che per evitare che l’Italia slitti a sinistra, sta preparando quelle che, in gergo, sono definite False Flags: operazioni, cioè, sporche, da attribuire falsamente al nemico. Aggiunge che queste ricomprenderanno atti terroristici. Rocca specifica che, per raggiungere l’obiettivo, sa di poter contare sull’appoggio fattivo di membri del Parlamento. Uno di loro è il caro vecchio amico di Gigliotti: il Randolfo Pacciardi organizzatore del vertice anticomunista del 1961. Un altro è Giulio Andreotti. Gelli ed Andreotti si conoscono l’un l’altro assai bene. Non mancano testimoni che lo indicano quale capo occulto della P2, a fianco di Gelli, quello palese. C’è poi un ultimo parlamentare elencato da Rocca ad Allavena.

 

Quel che possiamo scoprire oggi grazie alle carte societarie, è che pure questi, il cui nome è Alfredo Crocco, è un membro del Centro Mondiale Commerciale. Alfredo Crocco il cui fratello, Luigi, uno scienziato, è, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, reclutato da William Donovan, il capo dell’OSS, il Servizio segreto da cui sorge poi la CIA. È così che Luigi Crocco diventa una delle più importanti figure del potere militar-industriale degli Stati Uniti. Cognato di Alfredo e Luigi Crocco è Giuseppe Gabrielli. Nel 1955, Gabrielli, quale Ingegnere capo presso il settore velivoli della FIAT, aveva realizzato il G-91, il mezzo d’attacco aereo della NATO. Al comando della FIAT, all’epoca, c’è Vittorio Valletta. Fanatico anticomunista, Valletta è il principale finanziatore segreto proprio di Renzo Rocca. La lettera di Rocca ad Allavena è d’appena qualche giorno successiva ad un incontro da Rocca avuto con il capo della Stazione CIA di Roma: William Harvey. Incontro dove Harvey aveva definito le politiche di Kennedy un pericolo totale. Harvey aveva perciò ordinato a Rocca di usare qualunque mezzo, per combatterlo. Comprese le False Flag.

 

Febbraio 1963: Ramfis Trujillo, figlio del defunto dittatore dominicano Rafael Trujillo, è ad Haiti. È sull’isola per predisporre la distribuzione dei fondi necessari all’organizzazione dell’attentato contro JFK. Lì, s’incontra con l’Agente CIA Howard Hunt. Durante gli ultimi mesi del 1962, Ramfis Trujillo aveva mandato milioni di dollari ad una Banca assai particolare: il Credito Commerciale e Industriale. Uno dei membri del C.d.A. di tale Banca è Alfonso Spataro: il figlio del Giuseppe Spataro ministro del Governo Tambroni. Grazie ad un sistema di scatole cinesi, quei milioni scompaiono senza traccia. Connesso ad Opus Dei, Vaticano ed estrema Destra internazionale, il Credito Commerciale e Industriale è presieduto da Valerio Borghese, uomo di Mussolini tra i più crudeli, e per questo condannato a morte alla caduta del fascismo. Ma un doppio intervento lo sottrae a questa sorte: quello di James J. Angleton e di Corrado Bonfantini.

 

Già potente esponente dell’OSS, Angleton diviene poi esponente di spicco della CIA. Profondamente grato per il salvataggio, Borghese diviene un burattino di Angleton. Bonfantini diviene invece membro – eccoci – del Centro Mondiale Commerciale. Il 2 ottobre del 1963, il giornalista Richard Starnes, sul Washington Daily News, documenta come la CIA stia arrogantemente disattendendo gli ordini di Kennedy.

 

Starnes definisce la CIA un cancro che JFK potrebbe non più essere in grado di fermare. Il giorno dopo, sul New York Times, gli fa eco Arthur Krock, definendo Starnes un cronista di provata affidabilità. A metà del mese successivo, ecco Mark Wyatt, il vice di Harvey a Roma, imbattersi appunto in Harvey mentre questi sta per prendere un aereo diretto a Dallas. Chiesto, stupito, il motivo dell’improvviso viaggio, Wyatt si sente rispondere: «Per vedere cosa succede». Quel che a Dallas accade di lì a pochissimo è ben noto. L’assassinio di Kennedy, pretende, però, la Commissione Warren, sarebbe opera di Lee Oswald, un pazzo che avrebbe sparato con un Carcano, fucile italiano. Se tuttavia andiamo a scavare, grazie al numero di serie dell’arma, scopriamo dati del tutto in linea con quanto fin qui emerso tramite i documenti del CMC. Il numero di serie, infatti, ci porta ad un nome: Samuel Cummings. Cummings lavora per la CIA. Non solo: è anche membro della Adams Consolidated Industries.

 

È la Società acquirente del Carcano di Dallas. Attenzione, ora: Cummings è in stretti rapporti con Enrico Frittoli. Frittoli è ottimo amico di Licio Gelli. Per portare materialmente il Carcano dall’Italia negli Stati Uniti, la Adams utilizza una sua consociata: la Crescent Firearms. Factotum della Crescent è Joseph Saik. Ucraino e fervente anticomunista, Saik è, allo stesso tempo, Vicepresidente della Adams.

 

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Saik faceva parte del Quartier Generale USA in Francia, guidato da Eisenhower. Uno dei più stretti collaboratori di Eisenhower in quel frangente è il Generale Charles Thrasher, Agente d’una branca dell’OSS dedita alle Operazioni speciali. È l’identico Thrasher il cui assistente in campo sarà poi il membro del CMC incriminato da Garrison: Clay Shaw. Come indicato da documenti della CIA ora non più segreti, Shaw, durante gli anni Cinquanta, sarà Agente della Central Intelligence Agency in America Latina. Legame con la CIA proseguito, a partire dal 1958, tramite il suo ingresso nel Centro Mondiale Commerciale. Il racconto circa le origini del Carcano fornito dalla Commissione Warren si basa su d’un dossier creato dal SIFAR; sotto la supervisione di Andreotti. Inutile dirlo: non contiene alcun riferimento né al CMC né a Gelli.

 

Seconda parte

Il Centro Mondiale Commerciale ed il Caso Mattei

 

Vincenzo Calia è il magistrato grazie al cui eminente lavoro durante gli anni Novanta si passa ufficialmente da una biografia d’Enrico Mattei suggellata dalle menzognere parole “morto nei cieli di Bascapè per un incidente al proprio aereo”, ad una biografia di quello ch’è il Presidente dell’ENI per antonomasia chiusa dalla finalmente veritiera frase “morto nei cieli di Bascapè per attentato”. Calia, infatti, determina che a far precipitare il bimotore su cui Mattei viaggiava il 27 ottobre 1962 è un’esplosione, indotta da Compound B, detonante riscontrato senza dubbio alcuno sui rottami del velivolo dai Periti del PM.

 

Lavoro di Calia l’esame in profondità del quale – attenzione – ci svela un citare il Centro Mondiale Commerciale da parte di ben due dei testimoni convocati dal valentissimo togato.

 

Il primo, di questa coppia di testimoni, è Fulvio Bellini. Bellini è ascoltato poiché, anche attraverso un proprio libro, ha più volte alluso al fatto che, per afferrare la radice autentica dell’uccisione di Mattei, occorra assolutamente prendere in considerazione gli attriti cocenti che quest’ultimo aveva con il suo vice: Eugenio Cefis.

Bellini, durante l’inchiesta di Calia, evoca esplicitamente il CMC così definendolo:

 

il terminale in Italia del gruppo che si occupava degli interventi sporchi nella politica mondiale, nei quali ricomprendo l’assassinio di Enrico Mattei.

 

Concetto che Fulvio Bellini conferma con quest’altra affermazione, sempre messa a verbale nell’inchiesta retta da Calia:

 

Io ritengo comunque che per comprendere la morte di Enrico MATTEI si debba seguire la pista di Jacques SOUSTELLE. Quest’ultimo era stato incaricato di portare avanti l’operazione MATTEI con una dotazione di centomila dollari circa provenienti da Montreal, attraverso la PERMINDEX […].

 

Parole, queste di Fulvio Bellini, alle quali possiamo fornire il seguente riscontro, basato su documenti dei nostri Servizi segreti messi in evidenza, per la loro importanza, da uno dei massimi studiosi della Strategia della Tensione: Sergio Flamigni.

 

Documenti che palesano come, nei Settanta, Eugenio Cefis fosse finanziatore d’un progetto eversivo capitanato da Edgardo Sogno. Sogno che – attenzione – è un sodale stretto del membro del CMC Pièche cui s’è già fatto cenno nel mio precedente articolo. Progetto eversivo di Sogno che – ci rivelano sempre documenti della nostra Intelligence sottolineati da Flamigni– s’impernia su degli autoproclamatisi Comitati di Resistenza democratica nei quali milita il parlamentare Corrado Bonfantini.

 

Proprio il medesimo Corrado Bonfantini, cioè – di nuovo, come raccontato nel precedente mio articolo – appartenete lui pure, al pari di Giuseppe Pièche, ai vertici del Centro Mondiale Commerciale. Operazione, quella del duo Sogno-Cefis, voluta personalmente, oltreoceano, dal Presidente USA Richard Nixon, ed infatti andata a monte soltanto ed unicamente perché Nixon, pesantemente incappato in quel colossale scandalo battezzato Watergate, era frattanto stato costretto a disonorevoli dimissioni. Operazione che prevedeva di condurre l’Italia ad una dittatura fascista tramite ricorso ad un piano occulto parecchio raffinato, ed alimentato anche della messa in essere d’una infiltrazione pervasiva all’interno delle allora nascenti Brigate Rosse. Infiltrazione condotta attraverso un comunista segretamente venuto meno ai propri ideali di Sinistra: un certo Roberto Dotti.

 

Alla seconda occasione in cui il CMC s’affaccia nell’indagine di Calia, s’arriva, invece, per somme, e stando attenti ad un paio di cose. Siamo, qui, alla testimonianza del giornalista Pietro Zullino; lui pure, naturalmente, occupatosi della morte di Mattei. Il primo elemento da cogliere, è un lapsus. Zullino, infatti, consegna a Calia delle Note, da lui stesso stese nei Settanta. Note dove, al pari di Bellini – è, dunque, una conferma – , documenta attriti tra Cefis e Mattei. Quel che Zullino aggiunge, è lo specifico perché di tale scontro: un appoggio occulto di Cefis alla concorrenza: a ditte, cioè, d’un petroliere italiano rivale dell’ENI: Attilio Monti. Leggiamo:

 

1. “Cefis aveva (e ha tuttora) forti cointeressenze nelle raffinerie SAROM di Ravenna e Mediterranea di Gaeta. Queste raffinerie sono tra le principali rifornitrici del sistema difensivo NATO per il sud-Europa e della Sesta Flotta americana; raffinano e vendono petrolio Esso e Shell. Mattei cercava di obbligare la NATO mediterranea a diventare cliente dell’ENI; Cefis si opponeva a questo progetto, per via delle sue cointeressenze. Gli incidenti tra Mattei e Cefis erano stati sempre numerosi. Tra i precedenti più gravi: Cefis aveva facilitato una importantissima commessa ENI alla ditta Lenci (bambolotti reclamistici della benzina Super Cortemaggiore) essendo in relazione intima con una signora Lenci; Mattei aveva trovato spropositato il prezzo da pagare e ne era nato uno scontro molto antipatico con tale [Adolfo] Marvelli, marito della detta signora Lenci (un locale di proprietà ENI al quartiere EUR di Roma risultava affittato alla stessa signora, che vi aveva installato una boutique)”.

 

2. “Eugenio Cefis. Era stato licenziato da Mattei nel gennaio 1962 per ‘divergenze’ sulla politica dell’ENI.

 

In realtà Mattei non tollerava che Cefis avesse cointeresse in raffinerie RASIOM ed ESSO, che rifornivano la NATO mediterranea e la Sesta Flotta, nel momento in cui si batteva perché l’ENI diventasse fornitore dell’una e dell’altra. C’erano stati altri incidenti: uno molto grave riguardava un caso di favoritismo nei riguardi della ditta Lenci, avvallato da Cefis per motivi di natura strettamente personale. Agente CIA”.

 

Lo scontro, quindi, riguardava faccende enormi, legate agli assetti NATO in Europa.

 

Il lapsus è circa la raffineria Mediterranea. Mediterranea – dice il testo – di Gaeta. Ora: il rispetto d’una fonte documentale è sacro, e sempre tale sacralità è faro degli articoli sul CMC che sto offrendo. Tuttavia, proprio perché mosso, tale rispetto, da un più generale inchinarsi alla verità, va con, appunto, verità detto che una Mediterranea di Gaeta non esiste. La SAROM era costituita come segue: raffineria di Ravenna, capostipite, ed infatti detta, essa stessa, SAROM; Mediterranea, sì, ma di Milazzo, ed attiva dal 1960. Quanto alla Gaeta Industria Petroli, la quale, inutile dirlo, a Gaeta sorge, serve precisare che, questa, è comprata da Monti solo nel 1969, tant’è che solo a partire dal 1970 il nome smette d’essere quello, dovuto al vecchio proprietario, di Getty Oil Italiana. Ed allora, essendo il contesto evocato da Zullino quello degli attriti tra Cefis e Mattei, essendo Mattei morto nel 1962, è lampante che nelle Note, risalenti – ribadiamo – ai Settanta, Pietro Zullino ha un qui pro quo: voleva certamente indicare la Mediterranea ma, erroneamente, circa l’ubicazione, scrive Gaeta e non Milazzo. Mediterranea la cui guida – siamo al punto – Monti, fin dall’inizio, ha affidato ad un certo Gutierez Spadafora. Ebbene: Gutierez Spadafora è un membro del CMC.

 

Il secondo elemento cui badare è che, così come non c’è – ovvio – un signor IBM, poiché IBM è una sigla, altrettanto non c’è una signora Lenci. Lenci, in realtà, parimenti, sta per Ludus Est Nobis Constanter Industria, e cioè Il gioco è la nostra costante industria, il che ben s’attaglia ad una ditta essenzialmente di giocattoli quale la Lenci è. Lenci fondata da Enrico Scavini, italiano, ed Helen Konig, tedesca. Quella indicata come amante di Cefis, dunque, è non Lenci, ma Anili Scavini, figlia dei due, ed autrice, in effetti, del gadget in feltro speciale del cane a sei zampe simbolo dell’ENI in così tante auto appeso, sotto lo specchietto, nella seconda metà del secolo scorso.

Anili che però – si badi – è pure realizzatrice di ceramiche ex voto. Potrebbe essere una non poco affascinante spiegazione circa il sorgere della relazione con Cefis, poiché, d’ex voto, quest’ultimo, era notissimo collezionista compulsivo, tanto da, alla fine, possederne oltre trecento. Collezionismo cui si fa cenno anche in Questo è Cefis, libro da Cefis temutissimo perché ne denunciava le malefatte, e, soprattutto, fonte – è sempre Calia a scoprirlo – di Pasolini per il suo Petrolio, tant’è che i passi circa tale collezionismo sono traslati, quasi immodificati, da Questo è Cefis al romanzo pasoliniano. Romanzo dove la morte di Mattei è, a ragione, uno degli snodi centrali nella ricerca delle risposte, dal poeta con coraggio assoluto inseguite, sulla Strategia della Tensione.

 

Morte di Mattei – si badi di nuovo – alle soglie d’un incontro che l’industriale avrebbe dovuto avere con John Kennedy, e dove il Presidente USA l’avrebbe incoronato nume tutelare di quel centrosinistra spronato da quel democristiano illuminato che era Aldo Moro. Moro che, con tutta incontestabile chiarezza, è l’oggetto sottinteso d’un giuramento segreto, fatto sottoscrivere proprio da Edgardo Sogno ai complici del suo menzionato progetto eversivo, e da Sogno stesso rivelato verso il finire della propria esistenza. Questo:

 

Mi impegno, in seguito a designazione personale che mi venisse comunicata, a eseguire personalmente e singolarmente, nei modi e tempi che mi verranno indicati, l’esecuzione capitale degli esponenti politici dei partiti democratici responsabili di collaborazionismo coi nemici della democrazia e di tradimento verso le libere istituzioni.

[...] Quando i più qualificati esponenti dello Stato e del regime libero instaurato in Italia con le istituzioni repubblicane, membri di quel gruppo di solidarietà democratica che ha guidato ed espresso i governi di coalizione o monocolori democristiani si arrendono, si ritirano o chiedono aiuto, l’impegno espresso [...] diverrà immediatamente esecutivo.

 

Centrosinistra appoggiato da John Kennedy, che ad Aldo Moro dà il suo completo benestare. Formula governativa contro cui – già sappiamo – viceversa scattano all’unisono il Renzo Rocca Agente del nostro spionaggio ed il William Harvey capo della Stazione CIA di Roma. Azione contro il centrosinistra tramite impiego – Rocca lo scrive chiaro – proprio del parlamentare Alfredo Crocco che le carte societarie da me finalmente reperite svelano ai vertici del Centro Mondiale Commerciale. Harvey – ultimissimo “si badi” – indicato dall’altrettanto Agente CIA Howard Hunt, in una confessione in punto di morte, come coinvolto nel complotto per uccidere John Kennedy.

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