EPILOGO 1:1

L'assedio é stato rimosso, ciò che lascia l'amaro in bocca, é il fatto che l'uso delle armi viene ancora e sempre legittimato e non ripudiato, dalla comunità internazionale. Mentre i legittimi difensori del diritto alla libera convivenza, riconosciuti tali dalle Nazioni Unite, coloro che hanno combattuto in difesa della legalità, vengono costretti ad accettare poco più del 30% del territorio, che equivale a quello che sono riusciti a liberare e a difendere con le armi. Questo, all'interno di una improbabile Federazione, in cui i croati dell'Herzegovina hanno votato per Tudzjman alle ultime elezioni croate, come se gli italiani del canton Ticino votassero alle elezioni politiche della Repubblica Italiana. Mentre i serbi, dall'altra parte, si rifugiano nella Repubblica Serba, coltivando il sogno di portare all'unificazione con la Serbia di Milosevic quel 49% di territorio strappato con le armi alla neonata Repubblica di Bosnia i Herzegovina. Alla fine di tanto strazio, é la libera convivenza tra i popoli che ha perso la guerra, sopraffatta dal razzismo etnico e dal separatismo religioso.

In un pianeta percorso in tempo reale da miliardi di informazioni, dove le genti interagiscono e comunicano costantemente, che senso ha trincerarsi dietro alla razza, alla religione o alla regione di appartenenza? Non sono proprio le differenze ad arricchire e sviluppare il sistema umano? Fino a quando il Dio unico di tanti diversi, dovrà contare le lacrime delle donne, mentre gli uomini, nel Suo nome, continuano a sterminarsi vicendevolmente? Fino a quando la civiltà dell'uomo continuerà ad essere oscurata, oltraggiata e calpestata nei suoi valori fondamentali?


Desidero ringraziare tutti coloro che, a Sarajevo e altrove, mi hanno aiutato a capire e a tradurre il materiale. Tutti coloro che, dalle autorità di Bosnia i Herzegovina ai semplici cittadini, mi hanno concesso il loro tempo e la loro attenzione.


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