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29/08/2011

Fate tornare Francesco a casa

A quindici giorni dal sequestro dell'operatore di Emergency arrivano indiscrezioni incoraggianti raccolte dall'Aki. L'Ong intanto ha diffuso un volantino in arabo

Il lancio che fa sperare è dell'Adn Kronos International (Aki) e annuncia un commento del plenipotenziario dell'ambasciata sudanese di Roma, Muawia Elbukhari, sul caso di Francesco Azzarà, l'operatore umanitario di Emergency rapito a Nyala, capitale del Sud Darfur: "Vogliamo tranquillizzare i familiari dell'operatore e il governo italiano riguardo al fatto che Francesco Azzarà sta bene". E poi, a seguire, una confidenza che accende la speranza: "Il governo locale del Sud Darfur è impegnato per la liberazione di Azzarà. Ci aspettiamo buone notizie nei prossimi giorni".

Ne sono passati 15 dal sequestro di Francesco, un rapimento del quale è difficile intuire il movente, dal momento che non è stato rivendicato. Non si conosce l'identità del gruppo che lo ha prelevato mentre viaggiava in auto, diretto verso l'aeroporto di Nyala, né è stata avanzata alcuna richiesta di riscatto. Anche per tale ragione, Emergency ha preferito mantenere un rigoroso silenzio stampa, per non compromettere il lavoro di quanti si stanno adoperando per la sua liberazione. L'Ong italiana conferma di aver avuto informazioni rassicuranti dal governo sudanese il quale, però, non ha contatti diretti con il gruppo dei sequestratori.

Francesco, 34 anni, originario di Motta San Giovanni, Reggio Calabria, si è laureato in Economia aziendale a Pisa e dopo una buona esperienza all'estero ha cominciato a collaborare con Emergency l'anno scorso, in qualità di logista presso il centro pediatrico che l'ong ha aperto a Nyala nel luglio del 2010, una struttura di primo livello che fornisce cure gratuite ai bambini che ne hanno bisogno.

Anche per questo sono state tante le testimonianze di solidarietà portate dalla popolazione locale che ne chiede il rapido rilascio, come Emergency, che ha stampato e diffuso un volantino in arabo in cui spiega chi sia e cosa faccia il suo operatore, uno strumento in più per chiedere aiuto a chiunque possa adoperarsi perché Francesco torni a casa, all'affetto della sua famiglia e dei suoi colleghi.

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