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22/09/11

 

Il movimento sociale per l'educazione dimostra una grande forza
Traduzione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

 

Santiago 22/09/11

La presidente della Fech [Federazione degli Studenti dell'Università del Cile], Camila Vallejo, ha stimato in 180.000 le persone che hanno marciato per le vie di Santiago. In proporzione equivalente sono state realizzate manifestazioni anche in tutto il resto del paese. Il livello di mobilitazione mostra che, a quattro mesi dall’inizio del conflitto, il movimento per l'educazione pubblica sta affermandosi con molta forza e convinzione e che non si è ancora manifestato alcun momento di cedimento.

La dirigente ha scartato così l’ipotesi che il movimento si sia indebolito. Durante il suo discorso a Parque Almagro, Camila Vallejo ha sottolineato che 180 mila persone hanno partecipato alla manifestazione di giovedì nella capitale, mentre gli studenti manifestavano anche in altre regioni, con mobilitazioni particolarmente massicce in città come Valparaíso e Concepción: "Continuano ad arrivare giovani, siamo già 180 mila voci contro il profitto" ha detto Vallejo, che ha inoltre accusato il governo di mentire, poiché "dice che sta dalla nostra parte" ma "non vuole far finire questo lucro”. I rappresentanti della Confech e le organizzazioni delle scuole secondarie hanno espresso la loro soddisfazione per la massiccia presenza alla manifestazione, assicurando così la rappresentanza di una vitalità del movimento per l'educazione.

"La gente vuole raggiungere l’obiettivo che abbiamo indicato. Le famiglie cilene ci seguono", ha detto. La dirigente, nel suo discorso, ha fatto emergere che la manifestazione dimostra che gli studenti mantengono un livello di convinzione molto "alto" nella loro lotta. "Questo non si è indebolito" ha concluso.

La mobilitazione ha superato perfino le nostre "aspettative", ha segnalato Francisco Figueroa, vicepresidente della Federazione degli Studenti dell'Università del Cile (FECH), durante l’imponente marcia realizzata nel centro di Santiago: "Per la strada si sono potuti vedere non solo studenti convinti, ma anche intere famiglie, lavoratori, nonni e bambini. Questo ci ha resi molto contenti e riafferma anche il fatto che il governo deve essere ora all'altezza delle circostanze ed aprirsi al dialogo con questo movimento; questo è storico”.

Francisco Figueroa ha chiesto anche "un po' di serietà" al governo rispetto alle garanzie chieste dalla Confech per iniziare le trattative: "Speriamo che le dichiarazioni di apertura alle garanzie diventino più chiare nei prossimi giorni, perché questo governo cambia posizione di settimana in settimana arrivando in questo modo, alla fine dell’anno; prima vogliono dare garanzie e poi non le vogliono dare. Noi chiediamo un po' di serietà, più chiarezza." Figueroa ha detto che le mobilitazioni possono essere compatibili col termine del primo semestre, cosa che è già cominciata ad accadere in varie università del paese: "La stessa manifestazione di oggi dimostra che abbiamo la capacità di chiudere il semestre e continuare la mobilitazione. Questo processo ci impone di essere mobilitati per lungo tempo, quindi la nostra volontà è quella di risolvere rapidamente il problema”. Il dirigente studentesco ha sostenuto che la posizione sul ruolo del Parlamento non è cambiata e che non può agire in modo indipendente. “Per le grandi riforme soprattutto quelle che implicano maggiore partecipazione statale, si richiede un esecutivo che abbia iniziativa. Per tanto non siamo disposti ad assistere alla sterile e mediatica discussione in Parlamento, in modo che appaiano chiaramente i diversi settori politici che vogliono la soluzione di questo conflitto. Il Parlamento ha il suo ruolo e deve legiferare quello che viene deciso tra le parti.

A giudizio del presidente del Magistero, Jaime Gajardo, il Governo "deve entrare in sintonia con quello che stanno esponendo i movimenti sociali, dare garanzie di dialogo e stabilire un tavolo nel più breve tempo possibile." Altrimenti non si troverà soluzione alla crisi.

"Vedremo com’è il livello del paese, ma questa è la manifestazione tra le più grandi che abbiamo fatto nell'ultimo periodo, pertanto, non c’è stato nessun calo di movimento" ha detto Gajardo, che ha stimato il numero dei partecipanti alla manifestazione nella capitale "facilmente" sopra le 150 mila persone. Davanti all'atteggiamento del governo "questa risposta è più che convincente."

"La convocazione ha superato tutte le aspettative. Questa è l'unione di cui abbiamo bisogno. È la maggioranza del Cile, quella che vuole un'educazione pubblica di qualità", ha detto Giorgio Jackson al pubblico. Il presidente della FEUC, Giorgio Jackson, ha detto che se il governo non è all'altezza delle esigenze "dovrà" venirne un altro: "Noi non stiamo per negoziare, bensì piuttosto per ribadire richieste. Vediamo fino a che punto arriva il governo nelle sue risposte. Se non è all'altezza, nel futuro dovranno venirne altri, perché queste convinzioni sono giunte per rimanere. In risposta implicita a coloro che credono che il movimento sta sfumando ha detto: "Io credo che oggi siamo in un momento di grandi convinzioni e speriamo che il governo capisca questi segni."

 

Appoggio delle organizzazioni sociali

La protesta è stata convocata dalla Confech, il Collegio dei Professori, il Coordinamento Nazionale degli Studenti secondari (Coni) e l’Assemblea del Coordinamento Scuole Superiori (ACES), oltre al movimento democratico del Cile che raggruppa quasi 40 organizzazioni sociali, come la CONFUSAM, l'ANEF, raggruppamenti comunali ed ambientalisti. Il Movimento Democrazia per il Cile che raggruppa organizzazioni sindacali come l'Associazione nazionale dei dipendenti pubblici (ANEFA), la Confederazione Nazionale della Sanità pubblica (CONFUSAM) e la Federazione dei Servizi Sanitari Professionisti (FENPRUSS) - insieme a gruppi ambientalisti, difensori del patrimonio urbano e gruppi culturali, hanno dato il loro sostegno allo sciopero convocato dagli studenti questo giovedì, argomentando che la lotta per l'educazione pubblica è di tutta la cittadinanza.

In tal senso, Raul De La Puente, presidente della ANEFA, ha detto che questo è "molto importante" e ha fatto un appello a tutti i cittadini "a partecipare a questa manifestazione". "Il governo vuole sconfiggere l’università e non vuole risolvere i problemi degli studenti in questo momento. È incredibile che un presidente, un ministro della pubblica Istruzione ed altri personaggi de La Moneta affermino che ci sono 70 mila alunni che hanno perso il loro anno scolastico. Che autorità è quella che permette che succedano questo tipo di cose e non da risposte, ma punizioni e sanzioni? Questo governo pretende di spaventare e "non risolvere", ha affermato il dirigente.

Da parte sua, Carolina Espinoza, presidentessa della CONFUSAM, ha affermato che il movimento studentesco ha restituito la speranza al popolo cileno e che il governo non lo vuole capire. "Dobbiamo essere con loro in questa battaglia tanto difficile. Il governo ha dimostrato intransigenza. Loro chiedevano solo quattro condizioni abbastanza semplici per compiere e realizzare un dialogo utile. Io invito e dico al presidente Piñera che il Cile gli sta fornendo l'opportunità per passare alla storia con una riforma che la cittadinanza chiede con molto fervore" ha sostenuto Carolina Espinoza. La Federazione delle Associazioni dei dipendenti dell'Università del Cile (Fenafuch) ha espresso il suo "appoggio totale per la chiamata fatta dal CONFECH in difesa dell'istruzione pubblica". "Ribadiamo il nostro impegno per un'istruzione di qualità e in particolare per le modifiche strutturali richieste dal sistema educativo cileno, che sono legate agli aspetti istituzionali, garanzie finanziarie e al ruolo dello Stato in materia di qualità e uguaglianza d’accesso", ha detto attraverso un comunicato.

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