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19 maggio 2011

Beppe Grillo in Spagna si schiera con gli indignados
di Claudia Cucchiarato

Proprio quando la «rivoluzione spagnola» (o «Primavera», come l'hanno battezzata i mezzi di comunicazione di tutto il mondo) oltrepassa le frontiere e arriva davanti alle Ambasciate e in alcune piazze europee, l'Italia arriva in Spagna, nella persona niente meno che di Beppe Grillo. Nel posto giusto, al momento giusto. «È stato un caso», dice. Quando è atterrato a Barcellona, mercoledì pomeriggio, non sapeva quasi nulla di quello che in Plaça Catalunya e nella madrilena Puerta del Sol stava accadendo ormai da giorni. È venuto per mettere in scena il suo Beppe Grillo is back, che stasera, giovedì, ha riempito uno dei teatri più antichi della città: seconda tappa di un tour europeo che lo porterà di nuovo in Spagna, proprio a Madrid, a inizio giugno.

Non sapeva che decine di migliaia di giovani e meno giovani stavano occupando lo spazio pubblico, sfidando le proibizioni della Giunta Elettorale e l'ostracismo delle forze dell'ordine, per esigere un sistema politico più vicino alle esigenze dei cittadini. D'altronde, la stampa italiana ha iniziato tardi ad occuparsi del Movimento 15-M. Ha appreso la notizia da alcuni giornalisti locali e ha deciso di dirigersi verso la piazza. Ha parlato con alcuni dei presenti, giacché non esiste una cupola in questa mobilitazione spontanea che agglutina gente di tutte le età, di decine di piattaforme, organizzazioni e associazioni. Ogni giorno si danno compiti e consegne: molti ristoranti, alcuni italiani, offrono teglie di lasagne, acqua, c'è chi porta coperte, striscioni, scatoloni... Un ambiente pacifico che per ora si è macchiato solo di entusiasmo, senza entrare nella provocazione. Grillo ha portato la sua solidarietà ai cittadini barcellonesi che accampano da quattro giorni e si è informato su come mettersi in contatto con i portavoce, che sono nel cuore del presidio: nella Puerta del Sol di Madrid.

«Sono a Barcellona, in Plaza Catalunya, dove centinaia di giovani stanno organizzando una protesta spontanea. Già che ci sono spiego loro cosa abbiamo fatto in Italia col MoVimento 5 Stelle», pubblicava su Facebook poche ore dopo il suo atterraggio. I messaggi di appoggio non si sono fatti attendere: quasi 300 persone hanno celebrato il tempismo e si sono congratulati per la prontezza.

Ma qualcun altro non ha esitato a mettere tutti sul chi va là. «Sta cercando di strumentalizzare anche il movimento Democrácia Real Ya! È nostro compito avvisare i compagni spagnoli sugli effetti collaterali della sua politica populista?», si chiedeva un anonimo nel profilo di una delle più attive associazioni di italiani di sinistra di Barcellona. La domanda non ha avuto maggior trascendenza che questa: una domanda. Alla quale hanno risposto solo cittadini italiani, sfogandosi contro la smania di protagonismo del nostro.

In effetti, in Spagna pochi conoscono la traiettoria politica di Beppe Grillo. In un'intervista pubblicata ieri dal quotidiano El Periódico, veniva definito come il «Michael Moore italiano». La protesta che monta in questi giorni non ha e non ha intenzione di avere vincoli con la politica, o almeno questo è quel che i portavoce di Puerta del Sol si affannano a mettere in chiaro ad ogni intervento. Ci sono tuttavia molti punti in comune tra il Movimento M-15 e il MoVimento 5 Stelle: l'esclusione degli imputati e l'apertura nelle liste dei partiti, il cambiamento dell'attuale legge elettorale e la tendenza a mettere sullo stesso piano le formazioni di destra e quelle di sinistra (in alcuni dei cartelli che si leggono nelle piazze compare già l'acronimo composto dalle sigle dei due principali partiti spagnoli «PPSOE»)

Ma la ferma volontà di non intromettersi nelle cose della politica, e nemmeno nell'esito delle imminenti elezioni amministrative (domenica prossima, in quasi tutte le città e regioni spagnole), oltre all'accento posto sulla necessità di dare soluzioni alla drammatica situazione economica che vivono i più di 4 milioni di disoccupati spagnoli, allontanano le posizioni dei due movimenti. E infatti, la protesta ha già un altro nome e un altro volto, anche in Italia. Stasera alle 20 chi si riconosce nelle parole d'ordine del popolo degli “indignati” si manifesterà a Roma in Piazza del Popolo, a Milano in Piazza Duomo, a Bologna in Piazza Nettuno, a Firenze in Piazza Santa Croce e a Torino in Piazza Castello. La miccia accesa nel “chilometro zero” di Spagna percorre ora le principali piazze europee, evidentemente i problemi che mette sul tavolo sono molto più continentali di quanto si sia pensato all'inizio, il 15 maggio scorso.

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