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Bussoleno, 18 luglio 2011

Ripercussioni e problematiche inerenti l’esercizio dell’attività vitivinicola
in loc. La Maddalena di Chiomonte (TO).
(leggi la lettera originale in tutte le sue parti)

Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio
per la Tutela e la Denominazione di origine Valsusa

L’area della Maddalena di Chiomonte, oggetto dei recenti avvenimenti legati al cantiere del tunnel geognostico della TAV Torino-Lyon, è il più importante comprensorio vitivinicolo della valle; in essa è attualmente concentrata la maggior superficie rivendicata a DOC Valsusa ed in essa operano in quanto possessori od affittuari di vigneti circa i due terzi dei soci del Consorzio.

Ecco il perchè dell’attenzione del Consorzio agli avvenimenti attuali in quest’area:

- le restrizioni imposte alle aziende agricole, soprattutto in termini di limitazione dell’accesso ai fondi, lungi dall’essere temporanee, stanno mettendo a rischio il raccolto 2011 ed il conseguente reddito annuo degli operatori; ci sono poi le attese ai cancelli, gli orari ridotti, i lunghi giri cui sono costretti i vitivinicoltori giaglionesi, tutte gravi limitazioni a chi vuole solo lavorare

- le restrizioni imposte alla Cooperativa Clarea, anche e soprattutto in termini di accessibilità e fruizione della cantina La Maddalena, ne stanno minacciando anche la sopravvivenza; la cancellazione di ordinativi e l’impossibilità per i clienti di raggiungere la cantina minano il proverbiale ottimismo del gestore

- è a rischio sopravvivenza anche l'Azienda Agricola 'l Garbin che è nel cuore dei vigneti interessati; gli investimenti sostenuti in questi ultimi 3 anni, il mancato introito dal Bed & Breakfast, il mancato fatturato delle prenotazioni delle cerimonie 2011/12 sono un grave danno economico, oltre al fatto che i clienti non possono più raggiungere l’azienda per acquistare il vino

- inoltre alcune affermazioni che si stanno diffondendo in questi giorni in merito al presunto inquinamento dell’area dovuta ai gas lacrimogeni del 3 luglio scorso, perlomeno incaute quando non prive di fondamento, stanno danneggiando l’immagine del vino doc valsusino.

In base ai punti precedenti, il Consorzio richiama i propri compiti ai sensi della L. 10 febbraio 1992 n. 164 e sue modifiche ed integrazioni, in particolare l’art. 21, in base al quale per assicurare la tutela della denominazione o indicazione dal plagio, dalla sleale concorrenza, dall’usurpazione e da altri illeciti può costituirsi parte civile nei giudizi civili ai sensi dell’art. 105, secondo comma, del Codice di Procedura Civile, per far valere il proprio interesse alla tutela della denominazione di origine.

Il Consorzio diffida pertanto chiunque dal diffondere affermazioni lesive della Denominazione di Origine Valsusa, ricordando che la DOC è un bene dell’intero territorio e non solo dei soci.

Inoltre il Consorzio si adopererà presso tutte le sedi opportune, inclusa l’Unione Europea, principale e massima autorità in difesa delle produzioni tipiche, per denunciare le minacce alla sopravvivenza della Doc Valsusa e delle aziende agricole socie.

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