(Paolo Ferrero, ex ministro, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e portavoce della Federazione della Sinistra: testo dell’intervento pronunciato all’assemblea No-Tav di Chiomonte il 3 luglio 2011, video-ripreso per il blog “Paolo Ferrero”).


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Scritto il 05/7/11

Appalti e mafia, smascheriamo il Tav in tutta Italia
di Paolo Ferrero

Io credo che qui in val di Susa si sta tenendo al meglio di come si poteva tenere e si continuerà a tenere, con la maggioranza della popolazione della valle contro la Torino-Lione, che dimostra ogni volta che ce n’è bisogno di essere contro. Io penso che oggi, oltre alla val di Susa, bisogna riuscire ad allargare il movimento in tutta Italia, perché voi non state solo difendendo la valle, state impedendo che il governo italiano sbatta via dal portafoglio 20 miliardi di euro quando non ci sono i soldi per l’università, per la salute e per le pensioni. Questo in Italia non si è ancora capito, come non s’è ancora capito che c’è una linea ferroviaria che è usata solo per il 30%, quindi se han bisogno di far passare dei treni possono farli passare sulla linea storica.

Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi noi dobbiamo costruire il movimento in tutta Italia, in modo che il No-Tav non sia più solo un problema della val di Susa e di qualcuno che viene a portare solidarietà, ma diventi la battaglia di tutta Italia. Il Ponte sullo Stretto di Messina non si fa perché lì è risultato chiaro che lo facevano solo per le cosche mafiose; non c’è la stessa consapevolezza per la val di Susa: dobbiamo costruirla. E allora l’impegno che prendo, come Rifondazione Comunista e Federazione della Sinistra (perché non penso che sono esattamente tutti uguali) è quello di fare in tutta Italia assemblee, nelle prossime settimane, per arrivare in settembre a costruire una manifestazione nazionale, città per città, contro la Tav.

Dobbiamo dimostrare che, così come 27 milioni di italiani sono contro la privatizzazione dell’acqua, ce ne sono altrettanti che sono contro la Tav in val di Susa. Questa è la cosa che dobbiamo fare: questa battaglia non si vince militarmente, perché militarmente son più forti loro; questa battaglia si vince con la politica e con il consenso, si vince sputtanando una classe politica – questa sì, di centrodestra e centrosinistra, che in nome degli affari si ritrova unita.

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