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4 luglio 2011

Agli amici della rete e simpatizzanti
di Raffaele Barbiero

Forli, 4 luglio 2011

non c'è bisogno di creare o reinventare un servizio di ordine stile anni settanta che a suo tempo fu sicuramente utile e valido.

la nonviolena gia' da dei buoni strumenti, ma sono da evitare le manifestazioni dal richiamo generale 'venga chi puo' che di buono hanno di poter contare su un afflusso maggiore di persone, di cattivo che sono quasi impossibili da gestire se non con servizi di ordine di vecchia maniera.

La nonviolenza invece anche qui richiede tempi piu lunghi, ma con effetti piu sicuri.

Si procede con gruppi di affinità di 10/20 persone  che hanno eletto al loro interno un portavoce (spokesperson all'inglese), poi vi è un consiglio dei portavoce (spokesperson council all'inglese) e un comitato organizzatore di 4/5 persone. I numeri qui indicati possono essere aumentati (ma non di troppo) in caso si preveda una manifestazione con grande affluenza (es. gruppo di affinità di 30 persone, etc.). Chi partecipa alla manifestazione lo puo' fare solo all'interno della rete dei gruppi di affinità ed è lo stesso gruppo che si fa garante dell'adesione. In questo modo agli organizzatori centrali arriva l'adesione di un gruppo, mettiamo gruppo affinità 'romagna' costituito da 20 persone e con uno portavoce in carne ed ossa con nome cognome e rintracciabile via email e per telefono. Di vantaggio così si evitano anche gli infiltrati (tanto presenti a genova per il G8 2001) che hanno l'obiettivo di scatenare i disordini per permettere alle forze dell'ordine di agire violentemente (come insegnava 'autorevolm
ente' il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga).
Nel tratto della manifestazione ogni 500/600 metri, un paio di persone chiaramente identificabili e di cui tutti i gruppi di affinità hanno conoscenza, si posizionano delle persone della manifestaione con megafoni per dare eventuali indicazioni ai manifestanti. Le indicazioni da dare vengono prese dal consiglio dei portavoce che si riunisce all'inizio della manifestazione con gli organizzatori e poi si tiene in contatto con il proprio gruppo di affinità e con gli organizzatori sempre atraverso il meccanismo della riunione del consiglio che si aggiorna con una convocazione tramite sms o ad un orario stabilito in un punto stabilito. In caso di urgenze o decisioni rapide perchè accade qualcosa di grave vi è poi il meccanismo dei decisori veloci che sono un gruppo di persone scelto dal consiglio dei portavoce e dagli organizzatori prima della manifestazione. In caso di necessità (es. carica delle forze dell'ordine) a questi decisori ci si attiene con eventuale discusione critica delle loro indicazioni a posterio
ri.
E' chiaro che quest'ultimo passaggio (il meccanismo dei decisori veloci) richiede che almeno tutti o quasi tutti i portavoce si siano riuniti una volta o due insieme agli organizzatori prima della manifestazione. E ancora piu' utile sarebbe che ogni gruppo di affinità facesse al suo interno uno o due giornate di seminario formativo con magari simulazioni ed altro sulle tecniche della nonviolena, dietro indicazione di un programma formativo generale discusso in precedena con gli organizzatori.

Meccanismo troppo complesso? Ci vuole tempo ad organizzare una manifestazione?

Certo che il meccanismo ha la sua complessità e ci vuole tempo, ma organizzare le manifestazioni senza prepararle vuol dire rischiare di farle fallire  e augurarsi che tutto vada bene e semplicemente irresponsabile. Inoltre si sa che su temi caldi: G8, basi militari, tav, nucleare ed altro , dove sono in gioco interessi forti e tanti soldi, la macchina del potere e molto ben oliata per far fallire o presentare solo il volto violento delle iniziative di protesta e di proposta (dico proposta perche' bisognerebbe sempre aggiungere una proposta alternativa:  no tav, ma per quel problema abbiamo questa risposta; no x, ma con questa controproposta., etc).

Altra osservazione critica: ma a volte bisogna organizzare subito una risposta di manifestazione ad un fatto grave e non si ha tempo di mettere insieme una simile macchina organizativa. Rispondo che: a) a volte le risposte immediate nascono dal fatto che si e' andati a fare un'iniziativa non preparati, si ottiene la reazione violenta delle forze dell'ordine (sgomberi, botte, ecc.) e a queste si risponde. Se si fosse andati  preparati forse non sarebbe successo o le conseguenze sarebbero mstate minori; inoltre una volta che hai creato una rete di gruppi di affinità questa puo' essere, almeno in parte, riciclata e la modalità se viene addottata diventa prassi conosciuta e diffusa e quindi piu facile da gestire anche organizzativamente.

E cosa si fa se vengono lo stesso i black block o chi ha voglia solo di menare le mani?
Primo si cerca di parlamentare con loro per trovare una modalità di convivenza nella manifestazione. Secondo si evita che si inseriscano nel corteo apponendo delle catene umane. In questo modo oltre ad essere isolati sarà ben evidente chi fa violenza  e come si comportano con questi le forze dell'ordine. Questo è accaduto sia a Genova per la mostra navale bellica, sia nella manifestazione organizzata nella mia città sul G8: in quest'ultimo caso sono rimasti isolati alla fine del nostro corteo urlando i loro slogan, ma non facendo altro.

Ma dove ha funzionato questo meccanismo? In tante occasioni, personalemnte ne ho vissute due: Anch'io a Sarajevo nel 1992 (500 persone), e una manifestazione organizzata nella mia città per il G8 di Genova (un migliaio di persone). Inoltre c'è l'esempio importante a cui non ho preso parte delle manifestazioni a Genova contro la mostras navale bellica (anni 80') con migliaia di persone.

Ma con 50.000 persone a manifestare risulta un consiglio dei portavoce di quasi 1.700 persone, ingovernabile! Sicuramente. Ecco perche' si devono e si possono pensare ulteriori organismi 'superiori' che riducano il numero dei decisori ad un massimo di una cinquantina di persone per manifestazioni molto consistenti. Magari pensando aggregazioni di consigli su base regionale o interregionale.
Ed ecco perchè bisogna fare dei momenti seminariali prima, almeno fra i portavoce, per coordinare queste attività e scegliere i decisori.

Un'altra leva è una chiara richiesta di adesione non solo sul contenuto della manifestazione, ma anche sul metodo. Evidenziando che chi non è d'accordo sul metodo NON fa parte della manifestazione. Al G8 di Genova le cosiddette tute bianche di Casarin (i disobbedienti) in nome di una presunta disobbediena civile (che non funiona così come loro la predicavano) non solo entrarono di diritto nella manifestaione, ma la condiionarono pesantemente attirando su di sè l'attenione dei mass media con proclami altisonanti quali la guerra al G8 globalizzato o il superamento della allora indicata zona rossa 'costi quel che costi' e con tutta la scenografia di caschi, di plexiglax e di altro strumentario dichiarato difensivo. Tutto ciò provocando un duplice danno: l'attenzione concentrata solo sul fare (e non sui perche' della contestazione e sulle proposte dei no global) e l'effetto giusitificazione delle fore dell'ordine difronte alle 'minacce' dei disobbedienti.

Rimane un'ultima possibilità da valutare di volta in volta dagli organizzatori: piuttosto che arrivare male ad una manifestazione nazionale si possono pensare altre forme di iniziative a livello regionale, provinciale, moltiplicando le iniziative e l'attenzione, piuttosto che concentrare tutto su un punto meno facilmente gestibile.

Infine è chiaro che bisogna anche qui procedere con attività di formazione, di preparazione e anche con sperimentazioni dirette che permettano di affinare il meccanismo e di trovare correttivi, perchè comunque ci sono sempre spazi di modifica e di cambiamento creativo.

Certo è che continuare così o tornare al passato non mi sembra che funzioni.

cordiali saluti


Ciao,

ma questa "attività di formazione, di preparazione" da chi potrebbe essere curata?

Raffaele, scrivi in questa lista "ccpnews@liste.reteccp.org" perchè secondo te è proprio la rete ccp che potrebbe predisporre la preparazione?

Faccio questa domanda x 1 dibattito e non x polemica.

Paolo Spunta



se ne devono fare carico gli organizzatori, ovviamente.

la formazione alla nonviolena e a questo tipo di preparaione ha diversi soggetti possibili, chi organizza manifestazioni e altre iniziative e le vuole gestire in modo nonviolento oggi ha diversi canali per torvare ottimi formatori.

la rete ccp potrebbe sicuramente avere un ruolo in cio, avendo dentro il movimento nonviolento, il centro sereno regis di torino, i berretti bianchi, etc, in grado di svolgere questo lavoro egregiamente. Tale lavoro potrebbe essere anche remunerato per chi poi si fa carico di svolgerlo operativamente mettendosi a disposizione di chi organiza le aioni dirette o le manifestazioni.

in ogni caso penso sia necessario uscire dal solito schema: manifestazione, repressione, proteste, violena, opinione pubblica montata ad arte, svuotamento dei contenuti della manifestazione per riempire giornali e mass media solo delle scene di violena, effetto boomerang su chi ha invece giuste rivendicazioni o comunque le sue rivendicaioni da fare. Ho partecipato a molte manifestaioni e sono stanco di vedere sempre il solito film.

ciao

raffaele barbiero, forli

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