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17 ottobre 2011

Shalit, l'ora X scatterà domani 
Per lo scambio Israele blinda i valichi

TEL AVIV - Lo scambio tra il caporale israeliano Ghilad Shalit e i detenuti palestinesi, concordato tra Israele e Hamas , avrà luogo domani. La conferma giunge da una fonte militare israeliana e, ad avvalorare la notizia, si apprende che nell'imminenza dell'operazione, da stasera e per tutta la giornata di domani saranno off limits, come "zona militare", i valichi a sud d'Israele verso la Striscia di Gaza e il Sinai egiziano. Nell'ambito della trattativa, in cui l'Egitto ha svolto un'importante ruolo di mediatore, Israele si preparerebbe a liberare 81 prigionieri egiziani scambiandoli con due israeliani: Ilan Grapel, accusato di spionaggio dal Cairo, e Oda Tarabin. La notizia è stata ripresa oggi dall'agenzia di stato egiziana Mena che cita il quotidiano Al Ahram.

Domani, dunque, il soldato Shalit, prigioniero nella Striscia di Gaza da oltre cinque anni, potrà tornare a casa, in Israele, mentre il percorso inverso sarà compiuto da un primo contingente dei 1.027 palestinesi detenuti in Israele. Lo riferiscono oggi i media locali, citando la fonte militare. Che non ha fornito dettagli, ma ha assicurato che gli ultimi nodi logistici sono stati definiti attraverso i mediatori egiziani. La stessa fonte ha rivelato che il

super-negoziatore per parte israeliana, l'ex funzionario del Mossad David Meidan, è rientrato ieri dal Cairo e ha riferito al premier, Benyamin Netanyahu. Nella notte, fonti di Hamas avevano a loro volta confermato la scadenza di martedì, ipotizzando le 11 (locali e italiane).

In attesa dell'"ora X", Israele blinda i valichi, come riferiscono fonti del ministero della Difesa. In particolare, il valico di Kerem Shalom, attraverso il quale Shalit dovrebbe essere riportato in Israele domani mattina. Stando a quanto trapelato nei giorni scorsi, Shalit sarà consegnato all'Egitto e avrà un primo contatto con gli israeliani presso il valico di Kerem Shalom, a ridosso del Sinai. A quel punto comincerà il parallelo rilascio graduale di un primo scaglione di 477 detenuti (450 uomini e 27 donne) che Israele ha già radunato da ieri in alcune prigioni. Parlando oggi in pubblico, il presidente Shimon Peres - a cui spetta concedere la grazia ai reclusi da scarcerare - ha detto che tutte le procedure saranno terminate in tempo: "Per il Paese sono giorni di speranza e di trepidazione".

Per l'occasione, le autorità militari israeliane hanno invece concesso libero accesso da e verso la Striscia di Gaza a veicoli della Croce Rossa Internazionale, che a quanto pare gestiranno materialmente il passaggio di mano dei prigionieri. Da stasera, infine, la polizia stenderà un cordone protettivo - per tenere a distanza i media ed eventuali contestatori - anche attorno alla casa di famiglia degli Shalit, a Mitzpe Hila, in alta Galilea, dove il militare è atteso nel pomeriggio di domani a conclusione di oltre cinque anni di odissea.

I genitori di Ghilad Shalit, Noam e Aviv, hanno da parte loro invitato ieri sera la Corte Suprema a respingere senza indugi i ricorsi presentati contro lo scambio da gruppi della destra nazional-religiosa e associazioni di famiglie di vittime di attentati, nel timore che qualsiasi ritardo possa pregiudicare l'epilogo. I sostenitori del ricorso hanno chiesto con toni talora accesi, e di forte emozione, d'annullare lo scambio giudicato un insulto alla memoria dei loro cari, un "premio al terrorismo" e un "immorale" incoraggiamento a nuovi attacchi futuri contro Israele. In difesa dell'accordo - descritto come rischio calcolato, frutto di uno stato di necessità - si è invece pronunciato l'avvocato dello Stato. Il ricorso, secondo fonti governative, non ha possibilità di essere accolto, anche se il presidente della Corte ha riconosciuto la difficoltà del caso.

Quanto alla possibile liberazione di detenuti egiziani da parte di Israele, sono per la maggior parte autori di reati comuni, soprattutto beduini non coinvolti in violazioni delle leggi di Tel Aviv sulla sicurezza. Circa metà dei prigionieri sono già stati interrogati, mentre gli altri  sono stati già processati e condannati a pene comprese tra due e 20 anni di reclusione. Lo scambio con i due detenuti israeliani, riferisce l'agenzia Mena citando una fonte diplomatica imprecisata, sarebbe frutto dell'atmosfera di collaborazione creatasi tra Israele ed Egitto durante la mediazione per la liberazione del soldato israeliano Shalit. Importanti anche le scuse presentate al Cairo dal ministro della difesa israeliano, Ehud Barak, per la recente uccisione di cinque soldati egiziani sul confine tra i due paesi.

Sempre la stessa fonte diplomatica, la liberazione dei due israeliani è la terza mossa di uno sforzo complessivo per allentare le tensioni tra Egitto e Israele. Il passo successivo potrebbe essere il ritorno dell'ambasciatore israeliano al Cairo dopo un'assenza di circa un mese, in seguito all'assalto all'ambasciata israeliana da parte di manifestanti egiziani.

 

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