www.pasqualepugliese.blogspot.com
3 ottobre 2011

Dopo la marcia della pace, l'impegno per il disarmo continua
di Pasquale Pugliese
segreteria nazionale del Movimento Nonviolento

La Marcia del sale e la Marcia della pace

Uno degli strumenti nonviolenti più importanti sperimentati da Gandhi

furono le marce, svolte sia in Sudafrica che in India, fino alla più

importante e decisiva "Marcia del sale", che segnò il punto di svolta

nella lotta per l'auto-governo del popolo indiano.

Le marce furono poi riprese in Occidente, negli USA dal movimento per i

diritti civili guidato da Martin Luther King, in Inghilterra dal

movimento antinucleare guidato da Bertand Russel, in Italia dal

movimento per la pace di Aldo Capitini. Sulle orme di Capitini, lo

scorso 25 settembre abbiamo marciato ancora da Perugia ad Assisi,

cinquanta anni dopo quella prima volta che fu definita dal lungimirante

Pier Paolo Pasolini "il fenomeno politico più importante dell'anno, una

specie di riproposta modernissima del CLN".

Capitini, a commento della Marcia del 1961, scrisse "una marcia non è

fine a se stessa, continua negli animi, produce onde che vanno lontano,

fa sorgere problemi, orientamenti, attività". Cinquanta anni dopo, Mao

Valpiana presidente del Movimento Movimento, a conclusione della "Marcia

della pace e la fratellanza dei popoli" dalla Rocca di Assisi, evocando

le parole di Capitini, ha ricordato: "la vera marcia, lo sappiamo,

comincerà questa sera, quando ognuno di noi tornerà nella propria casa

con l'impegno di realizzare il programma politico nonviolento: pace e

fratellanza. Per cominciare dobbiamo partire da noi stessi, ognuno deve

fare il proprio disarmo. Un disarmo unilaterale, un disarmo culturale.

Fare cadere i muri dentro le nostre teste. Spezzare il proprio fucile.

Non aspettiamo che siano gli altri a disarmare, incominciamo noi!"

Ancora in marcia per il disarmo

In oltre duecentomila abbiamo marciato da Perugia ad Assisi, provenienti

da tanti luoghi geografici, culturali e politici in rappresentanza di

quell'Italia pulita e onesta, che c'è a dispetto della sua triste

rappresentazione governativa. E' la stessa Italia che si è manifestata

in tutta la sua forza nei referendum per i beni comuni della scorsa

primavera. Questa Italia ha coperto a piedi i 25 chilometri di distanza

tra i Giardini del Frontone di Perugia e la Rocca di Assisi manifestando

una consapevolezza nuova: la difesa dei beni comuni e la difesa della

pace sono una cosa sola! Non solo perchè la pace è il fondamentale bene

comune, ma anche perchè si colpiscono con la finanziaria i principali

presìdi dei legami comunitari e si salvaguardano solo i presìdi della

guerra: gli armamenti e la loro intoccabile casta di sacerdoti.

Di fronte ad una crisi economica e finanziaria che sta dando al governo

il pretesto per generare un massacro sociale senza precedenti,

travolgendo i diritti costituzionali al lavoro, alla protezione sociale,

alla salute, all'istruzione e alla cultura, principali beni comuni, il

popolo in marcia per la pace ha affermato coralmente che la crisi si

risolve attraverso il disarmo, il taglio drastico delle spese militari,

il ripudio della guerra e della sua preparazione, cioè ribadendo i

principi fondamentali della Costituzione. Dare un taglio netto alle

spese militari per non tagliare i diritti sociali. Ripudiare la guerra

per non ripudiare la Costituzione.

Ma i principi non basta affermarli, vanno declinati in una consapevole

ed efficace azione culturale e politica. La forza delle marce gandhiane

è stata la capacità di trasformare i partecipanti in attivisti della

nonviolenza che puntavano a realizzare gli obiettivi specifici per i

quali avevano marciato insieme. Non si può essere marciatori per un

giorno, ma bisogna portare nelle nostre associazioni, nei nostri

partiti, nelle nostre parrocchie, nei nostri enti locali, nelle nostre

università, nelle nostre scuole l'energia raccolta alla Marcia e

trasformarla in azione politica e collettiva per il disarmo. Una

rivoluzione costituzionale e nonviolenta che apre e principia tutte le

altre.

top