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Settembre 26, 2011

Assemblea Generale: Cosa Dice il Sud del Mondo

INDIA – La crisi economica e finanziaria globale con tutti i suoi impatti negativi per il Sud del mondo sin dal 2008 spingono ad “interrogarsi sull’efficienza delle istituzioni di Bretton Woods” secondo il primo ministro indiano, Manmohan Singh che ha elencato tutte le sfide che la comunità internazionale deve affrontare. Aumenti dei prezzi alimentari e delle fonti di energia sono causa di nuova instabilità soprattutto nei paesi in via di sviluppo. “Dobbiamo prestare un’attenzione particolare all’Africa, le cui risorse fondamentali non sono i minerali ma le persone” ha insistito Singh. Inoltre l’India rinnova il “suo pieno sostegno alla lotta del popolo palestinese per la sua sovranità, indipendenza, viabilità e per uno Stato unitario con Gerusalemme Est come capitale che conviva nella pace con Israele e diventa membro delle Nazioni Unite”.

LESOTHO – Il primo ministro del Lesotho, Pakalitha B. Mosisili si è interrogato sulle motivazioni che in Libia hanno spinto alcuni membri del Consiglio di sicurezza a scegliere la strada dell’intervento armato piuttosto che quella del dialogo e del negoziato. “Il costo dell’intervento militare è stato catastrofico per civili innocenti, distruggendo infrastrutture e economia. Quanto accaduto in Libia è un caso tutto da studiare” ha insistito il capo dell’esecutivo del Lesotho, deplorando la marginalizzazione dell’Unione Africana che all’inizio del conflitto aveva elaborato un piano di uscita di crisi pacifica. Secondo Mosisili , “se non vogliamo ripiombare nel conflitto più in là” Onu e Unione Africana vanno coinvolti nella ricostruzione e nella riconciliazione in Libia, “non solo i pochi paesi con interessi economici diretti”. Per il raggiungimento della libertà e dell’indipendenza del Sahara Occidentale e della Palestina “è la mediazione che deve prevalere oltre al coinvolgimento di tutte le parti”. Una soluzione simile viene proposta dal Lesotho per risolvere “il problema tra Cuba e Stati Uniti”.

GUINEA-BISSAU – Il primo ministro Carlos Gomes Junior è intervenuto sabato 24 settembre, giorno in cui la Guinea Bissau celebrava il 38° anniversario della sua indipendenza. Dal punto di vista della democrazia, della libertà, del rispetto dei diritti umani e dell’affermarsi della propria dignità, “la richiesta di riconoscimento dello Stato palestinese è da considerarsi molto positiva” così come “i cambiamenti avvenuti nei paesi arabi che hanno tutta la nostra simpatia e solidarietà”. Nel caso della Libia, ma non solo, “deploriamo l’elevato costo umano per portare questi paesi sulla strada della transizione” ha aggiunto. Gomes chiede a Washington di “porre fine a 50 anni di embargo ai danni di Cuba e di liberare i cubani ancora detenuti”. Alla luce della globalizzazione e delle responsabilità crescenti, urge procedere a riforme nel Consiglio di sicurezza tenendo conto del peso demografico delle regioni, dell’emergenza di nuovi paesi e dei nuovi equilibri geopolitici.

TOGO – Manifestazioni e sollevamenti in corso in Africa sono “legittimi in quanto contribuiscono all’affermazione democratica di interi popoli” ma “vanno accompagnati per evitare derive negative per la pace e la coesione nazionali” ha detto il primo ministro togolese, Gilbert Fossoun Houngbo, insistendo sul fatto che “al di fuori del negoziato non ci sono soluzioni sostenibili”. Per questo motivo, ha aggiunto, va ricercata “una soluzione politica all’annoso conflitto medio-orientale: Israele e Palestina devono convivere in due Stati indipendenti dai confini ben delineati, nella pace e la sicurezza (…) Le aspirazioni del popolo palestinese ad avere una propria nazione e quelle degli israeliani a vivere nella pace e la sicurezza non sono obiettivi contraddittori ma complementari”. Secondo Houngbo le Nazioni Unite sono però chiamate a rispondere a nuove sfide: terrorismo, traffico di droga, pirateria marittima e criminalità via la rete internet, “motivi per cui a 65 anni dalla nascita le sue istituzioni devono subire riforme”. Il Togo è candidato a uno dei cinque seggi di membro non permanente al Consiglio di sicurezza, che verranno eletti il 13 ottobre.

NEPAL – “Nel mondo globalizzato di oggi, l’Onu ha più che mai la responsabilità di creare un ordine globale equo e inclusivo” ha detto il primo ministro Baburam Bhattarai secondo cui “le crisi economiche e finanziarie ricorrenti ma anche quelle del cibo e delle fonti di energia indicano una crisi strutturale più profonda che dovrebbe spingerci a superare i paradigmi attuali per creare un nuovo ordine più giusto”. In vista della scadenza del 2015 per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio, “va adottato un approccio di sviluppo che tenga maggiormente conto dei diritti delle persone, inclusi i migranti” in un mondo dove “il 75% degli abitanti dei paesi meno sviluppati vivono ancora nella fame e la povertà”.

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