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il 6 set 2011

I palestinesi ‘partner’ del Consiglio d’Europa
di Francesco Peloso

Il riconoscimento nel consesso internazionale di una presenza istituzionale dei palestinesi, ha fatto un altro significativo passo avanti. La commissione politica dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, ha infatti approvato la proposta di far partecipare una delegazione del Consiglio nazionale palestinese ai lavori dell’organismo internazionale europeo con lo statuto di “partner per la democrazia”. Il riconoscimento anticipa in qualche modo la discussione che dovrà avvenire all’assemblea delle Nazioni Unite proprio sullo status da attribuire all’Autorità palestinese. Va ricordato che il Consiglio d’Europa non fa parte dell’Unione europea, è un’ istituzione europea nata nel 1949 che raccoglie ben 47 Paesi membri, dell’est e dell’ovest, fra i quali anche la Russia e la Turchia. “Il Consiglio d’Europa  - si legge nella presentazione della sua pagina web – ha come obiettivo quello di favorire la creazione di uno spazio democratico e giuridico comune in Europa, nel rispetto della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo e di altri testi di riferimento relativi alla tutela dell’individuo”. I diversi organismi del Consiglio si occupano dunque di diritti umani, libertà d’informazione, democrazia, minoranze, libertà. Di seguito il lancio d’agenzia che dà la notizia relativa alle nuove relazioni con i palestinesi e poi il comunicato dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.


”Grande soddisfazione” e’ stata espressa dalla delegazione palestinese per lo statuto speciale di osservatore all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. La Commissione politica, riunita oggi a Caserta, ha approvato la relazione del deputato olandese Timy Kox che suggerisce di accogliere la richiesta dei Palestinesi di potere accedere al Consesso europeo con la statuto di ”Partner per la Democrazia”, da poco concesso anche al Marocco. La tesi di Kox e’ che la delegazione palestinese, ammessa ai lavori e ai dibattiti del Consiglio d’Europa, potra’ assimilare piu’ in fretta i principi fondamentali della democrazia, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani. ”Non si tratta di un premio conferito alla Palestina, ma di un’opportunita’ per allacciare un nuovo tipo di rapporti con Israele, basati sul dialogo e il reciproco rispetto – ha detto Kox -. I benefici della delegazione palestinese a Strasburgo, che non avra’ diritto di voto, come nessuno dei paesi osservatori, saranno poi trasmessi anche ai cittadini, che, quindi, potranno affrontare i problemi, che, obiettivamente, li assillano, da una diversa e migliore prospettiva”. La concessione dello statuto di ”Partner per la Democrazia” non e’ molto diverso da quello di osservatore, di cui beneficiano sei paesi (Giappone, Canada, Stati Uniti, Messico, Israele e Santa Sede). Ma non essendo la Palestina uno stato sovrano si e’ ricorso alla dizione speciale.


PACE President says ‘Partner for Democracy’ status for Palestinian National Council a logical development

Strasbourg, 06.09.2011 – In a speech before the Political Affairs Committee, meeting today in Caserta, Italy, the President of the Parliamentary Assembly of the Council of Europe (PACE) has underlined that the request for “Partner for Democracy” status with the Assembly, submitted by the Palestinian National Council, came as “a logical development” as the Assembly had been co-operating closely with Palestinian representatives for a number of years. He expressed his hope that the committee would give its green light to this request, so that the Assembly could discuss it at its October session in Strasbourg.

With regard to Morocco, whose parliament became the first to obtain “Partner for Democracy” status in June, he underlined that developments there prove, once again, that the new status was a powerful tool to engage with neighbours of the Council of Europe who are ready to subscribe to its standards and values. He also recalled that he had been actively promoting the Partnership status during his recent visits to Kazakhstan and Kirghizstan. With regard to Egypt, the President said, a visit to explore possibilities for co-operation could be scheduled after the elections.

Referring to the Arab Spring, the PACE President stressed that the biggest challenge was to make sure that the slogans of freedom, dignity and democracy were translated into concrete actions: the holding of free and fair elections, provision of real guarantees for basic rights and freedoms, establishment of well-functioning democratic institutions and an independent judiciary, fight against corruption, support for free media and civil society. He stressed that the situation in Syria was becoming an issue of great concern. “A political solution, based on profound democratic reforms, is necessary in order to stop the ongoing human rights violations,” he said.

Finally, the President warned against the rise of extremism, intolerance, xenophobia, racism, anti-semitism and islamophobia in Europe: “This summer’s tragic events in Norway show how fragile our European society can be in the face of new challenges to multiculturalism.” He recalled that the most efficient tool to combat extremism and intolerance was intercultural and inter-religious dialogue. In this context, he welcomed the preparation of a report on violence against religious communities by Luca Volontè (Italy, EPP/CD).