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4 mag 2012

Caso Chen Verso Soluzione, Visto di Studio per Usa
di Antonio Talia  

Pechino, 4 mag.- Dopo giornate di tensione Cina e America compiono diversi passi avanti verso la soluzione del caso di Chen Guangcheng, il dissidente cinese che con la sua clamorosa fuga nell’ambasciata USA di Pechino aveva innescato una grave crisi diplomatica tra le due nazioni.  “Le ultime posizioni assunte dal ministero degli Esteri cinese sono incoraggianti- ha detto il Segretario di Stato Hillary Clinton nel corso di una conferenza stampa a Pechino –e  durante la giornata abbiamo raggiunto alcuni progressi sulla situazione di Chen Guangcheng”.



Venerdì il governo di Pechino ha permesso ai funzionari americani e al medico dell’ambasciata USA di incontrare Chen, dopo un divieto che durava da tre giorni. Il clima si era ammorbidito già qualche ora prima, con l’apertura del ministero degli Esteri cinese all’ipotesi di concedere all’attivista un periodo di studio in un paese straniero, e con la visita al dissidente di un funzionario del Comitato Centrale del PCC.  La soluzione che si profila è dunque quella di un visto di studio per gli Stati Uniti e non la richiesta di asilo politico, che avrebbe messo in grave imbarazzo tanto Pechino che Washington.



La portavoce del Dipartimento di Stato americano Victoria Nuland ha reso noto ai margini della conferenza di Hillary Clinton che un’università americana ha già offerto a Chen una borsa di studio, e che l’attivista politico potrà essere accompagnato dalla moglie e dai due figli. “Il governo cinese ci ha comunicato che accetterà la richiesta di Chen di ottenere i documenti necessari,- ha detto Nuland- e ci aspettiamo che la procedura verrà ultimata in tempi brevi. Washington concederà la priorità alla richiesta di visto per Chen e per la sua famiglia”.



La vicenda di Chen era precipitata nella serata di mercoledì, quando il dissidente -provato dalla fuga e da anni di abusi- aveva iniziato a rilasciare dichiarazioni contrastanti. Chen raccontava di aver lasciato l’ambasciata USA per sottoporsi a cure mediche in un ospedale di Pechino solamente per timore di rappresaglie verso i suoi familiari. Il dissidente aveva anche cambiato versione sulle sue intenzioni, sostenendo in un primo momento la decisione di rimanere in Cina, e successivamente quella di chiedere asilo negli Stati Uniti.



Chen Guangcheng, quarant’anni, cieco dall’infanzia, è un avvocato autodidatta che si è battuto contro la pratica degli aborti forzati applicata dai funzionari della sua provincia per mantenere le quote di nascite stabilite dal governo centrale. Nel 2010 era stato sottoposto agli arresti domiciliari senza alcuna accusa formale, una pratica comune in Cina per tenere sotto controllo i dissidenti. L’anno successivo, sfidando la censura, aveva pubblicato un video che documentava le continue violenze cui era sottoposto dalla polizia locale.



Al momento Chen Guangcheng si trova ancora con la famiglia nell’ospedale di Pechino in cui è ricoverato per tre fratture riportate nella fuga. Se il visto di studio verrà concesso in tempi brevi, come ormai appare probabile, tanto l’amministrazione Obama che il governo di Pechino potranno smorzare i toni di una vicenda che ha tenuto entrambi sul filo del rasoio proprio nel corso di un importante vertice bilaterale.

 

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