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20 mag 2012

L’Attivista Chen Guangcheng E’ Arrivato a New York
di Antonio Talia e Alessandra Spalletta


Pechino, 20 mag. – Il viaggio per gli Stati Uniti di Chen Guangcheng si è concluso sabato pomeriggio: il dissidente è atterrato insieme alla moglie e ai due figli attorno alle 18 (ora locale) all’aeroporto internazionale di Newark. “Uguaglianza e giustizia non hanno frontiere”, ha dichiarato Chen alla stampa davanti agli alloggi della New York University, dove l’avvocato cieco completerà gli studi di legge su invito dell’istituto universitario. 

“La calma e la sobrietà con cui il governo cinese ha gestito la situazione mi fa sentire appagato, spero che le autorità continueranno a concedere spazi di aperture e a guadagnarsi il rispetto e la fiducia della gente”, ha poi aggiunto. 

Sorridente e sereno, sorretto dalle grucce per la rottura di un piede durante la clamorosa fuga all'Ambasciata americana di Pechino: così appare Chen nell’atto finale di un dramma che aveva innescato un terremoto diplomatico tra Cina e Stati Uniti.

“Sono grato all’Ambasciata americana per l’assistenza e al governo cinese per la promessa che i miei diritti di cittadino verrano rispettati sul lungo periodo – ha spiegato Chen ai giornalisti – credo che la promessa del governo centrale sia sincera, non ho motivo di dubitare che mi stiano mentendo”.

Il dubbio diffuso tra gli attivisti è però che una volta negli Usa la voce di Chen possa spegnersi, e con essa l’eco delle sue battaglie civili. Chen nei giorni scorsi – malgrado le rassicurazioni del governo - aveva più volte manifestato la preoccupazione per la sicurezza degli altri componenti della sua famiglia rimasti nel villaggio di Dongshigu (provincia dello Shandong), che è tuttora inaccessibile, temendo che fossero esposti a ulteriori rappresentaglie da parte delle autorità locali. In un video-testimonianza diffuso venerdì scorso Chen Guangfu, fratello maggiore di Chen Guangcheng, racconta i dettagli del cruento interrogatorio a cui è stato sottoposto subito dopo la fuga del dissidente. I timori maggiori dei sostenitori di Chen riguardano le sorti del nipone Kegui che è in carcere con l’accusa di “omicidio intenzionale” (il giovane aveva ferito con un coltello uno dei poliziotti che a fine aprile aveva fatto irruzione in casa sua dopo la fuga dell’attivista); i due avvocati noti per il sostegno ai diritti umani, Ding Xingkui e Si Weijiang,  che si erano volontariamente incaricati della sua difesa, hanno subito restrizioni per assumere l’incarico, e Chen sarà difeso da due legali governativi.

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