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2 mag 2012

"Chen Voleva Asilo Politico, lo Hanno Minacciato"
di Antonio Talia


Pechino, 2 mag.- A Pechino sono ancora ore di tensione per la sorte di Chen Guangcheng, l’attivista politico che alcuni giorni fa si era rifugiato presso l’ambasciata americana, e che nel pomeriggio aveva deciso di abbandonare la protezione dei funzionari USA dopo un accordo con le autorità cinesi. Secondo l’allarme inviato via tweet da Zeng Jinyan, una nota attivista che è stata vicina a Chen e forse ha avuto un ruolo diretto nella fuga, il dissidente non avrebbe affatto lasciato la sede diplomatica americana “di sua spontanea volontà”, come rivelavano fonti USA nel pomeriggio, ma sarebbe stato costretto attraverso minacce rivolte alla sua famiglia, tenuta in ostaggio dalle forze dell’ordine. “Ho parlato con Chen al telefono in tarda mattinata - scrive Zeng - e mi ha detto che la decisione di abbandonare la protezione USA gli è stata estorta” . Secondo la versione della donna, Chen non è riuscito a vedere la moglie e la figlia, che giunte a Pechino sono state prese in consegna dalla polizia. Le forze dell’ordine sarebbero state pronte a rispedire la famiglia del dissidente nello Shandong, esponendola alla rappresaglia delle autorità locali. “Chen non ha detto che voleva baciare Hillary Clinton- scrive ancora Zeng- ma che voleva vederla. Era intenzionato a chiedere asilo politico in America, ma lo hanno fatto rinunciare con la forza. Adesso chiede di incontrare i membri del congresso USA e in particolare Chris Smith”. Le autorità diplomatiche americane hanno dichiarato di non essere titolate a parlare per Zeng Jinyan. Secondo alcuni reporter in zona, intorno all’abitazione dell’attivista si registra una massiccia presenza di poliziotti in uniforme e in borghese. Se la versione della dissidente venisse confermata, rischia di danneggiare seriamente l’amministrazione Obama: “Abbiamo facilitato la permanenza e la partenza di Chen in accordo col suo volere e con i nostri valori- si legge in un comunicato diffuso dal segretario di Stato Hillary Clinton nel pomeriggio - e Mr. Chen ha raggiunto un accordo col governo cinese sul suo futuro. Rendere tali impegni realtà è il prossimo obiettivo cruciale”.

USA: No Altri 'Incidenti' Come Caso Chen

Pechino, 2 mag. - Un funzionario Usa ha assicurato che non si ripeteranno 'incidenti' come quello che ha visto protagonista il dissidente cinese Chen Guangcheng accolto per sei giorni nell'ambasciata americana a Pechino. La Cina aveva chiesto agli Usa di scusarsi formalmente per aver ospitato Chen, avvocato cieco di 40 anni che da tempo si batte per il rispetto dei diritti umani. L'uomo era fuggito il 22 aprile dagli arresti domiciliari nella provincia orientale di Shandong.

Chen Guangcheng In Ospedale Per Check-Up

Pechino, 2 mag. - Il dissidente cinese Chen Guangcheng si sta sottoponendo ad un check-up nell'ospedale Chaoyang di Pechino. Lo ha confermato la moglie dell'avvocato, Yuan Weijing, che si trova nella struttura sanitaria con i due figli. "Stiamo bene. Chen si sta sottoponendo ad un controllo", ha detto la donna al quotidiano Guardian. Moglie e figli - un bambino di dieci anni e una bima di sei - hanno spiegato di essere arrivati nella capitale cinese oggi. Il 40enne dissidente cieco e' stato visto su una sedia a rotelle al nono piano dell'ospedale Chaoyang, circondato da medici in camice bianco. Uno di questi, riferisce il Guardian, stava riprendendo la scena con una telecamera. Nella struttura sanitaria dovrebbe essere presente anche l'ambasciatore Usa a Pechino, Gary Locke. Chen, secondo quanto riporta l'emittente Abc, e' stato scortato in ospedale da Kurt Campbell, il vicesegretario di Stato Usa giunto a Pechino a inizio settimana, e da Harold Koh, consigliere legale del Dipartimento di Stato Usa. Sempre secondo fonti dell'Abc, moglie e figli sarebbero arrivati a Pechino in treno, accompagnati da funzionari cinesi.

CHEN STARA' IN UN POSTO SICURO, NON HA CHIESTO ASILO Pechino, 2 mag. - Il governo cinese si e' impegnato a permettere al dissidente cieco Chen Guangcheng di stabilirsi in "un posto sicuro": lo ha riferito un funzionario Usa, precisando che l'avvocato dei diritti umani non ha chiesto asilo politico agli Stati Uniti.

CHEN PARLA AL TELEFONO CON CLINTON, "VORREI BACIARLA" Pechino, 2 mag. - "Vorrei baciarla": e' quanto ha detto l'attivista cinese Chen Guangcheng al segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, nel corso di una conversazione telefonica avuta oggi. Lo ha riferito un funzionario Usa. Dopo aver trovato rifugio nell'ambasciata americana, il dissidente cieco e' stato ricoverato in un ospedale di Pechino per un check-up; nella struttura sanitaria e' stato raggiunto da moglie e figli. La Clinton e' giunta oggi nella capitale cinese per una visita programmata da tempo.

Xinhua, Dissidente Chen Lascia l'Ambasciata Usa
di Antonio Talia

Pechino, 2 mag.- Sono ore convulse a Pechino: nel pomeriggio di mercoledì l’attivista politico Chen Guangcheng ha lasciato l’ambasciata Usa, dove si era rifugiato per sei giorni dopo una clamorosa fuga dagli arresti domiciliari. “Si sta recando in un ospedale della capitale dove verrà sottoposto a cure mediche e potrà ricongiungersi alla famiglia” ha dichiarato un diplomatico americano. Numerose fonti riferiscono che Chen non è stato consegnato ai funzionari cinesi, ma si troverebbe all’ospedale del distretto di Chaoyang scortato dall’ambasciatore USA Gary Locke. Le prime reazioni ufficiali di Pechino sono infuriate: “Non possiamo assolutamente accettare l’interferenza dell’America nei nostri affari interni. Gli Usa devono rispettare le norme internazionali, - ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Liu Weimin in una nota -adesso la Cina esige le scuse degli Stati Uniti”. Teng Biao, avvocato cinese che si occupa di diritti umani e aveva riunito un team legale per seguire la vicenda, ha reso noto che la moglie, la figlia e la madre di Chen Guangcheng sono state liberate dagli arresti cui erano sottoposte insieme all’attivista e si trovano a Pechino. “Ho ricevuto ampie rassicurazioni” ha detto l’attivista per bocca del suo legale Li Jinsong, senza chiarire però quali sarebbero i termini dell’accordo che lo hanno convinto a lasciare l’ambasciata USA. Il caso diplomatico, quindi, è ancora lungi dall’essere risolto e si moltiplicano gli interrogativi sulla sorte di Chen e della famiglia. “Tutto fa supporre che Chen Guangcheng si trasferirà con la famiglia negli Stati Uniti e accetterà lo status di rifugiato politico” aveva detto in un primo momento Nicolas Bequelin, senior researcher per l’Asia di Human Rights Watch. Poco dopo il ricercatore ha rettificato citando fonti americane:  "Chen resterà in Cina, verrà trasferito in un'altra provincia, frequenterà l'università, e i funzionari americani saranno custodi della sua sicurezza. I funzionari del Dipartimento di Stato Usa hanno affermato che è stato lo stesso Chen a dire che intende restare in Cina". Come riferisce ad AgiChina24.it l’esperto di diritto cinese Jerome Cohen, in un primo momento la richiesta di asilo politico non sembrava l’obiettivo dell’attivista: “Chen chiede da tempo l’applicazione di quei meccanismi di responsabilità a carico dei dirigenti, che nella legislazione cinese esistono, ma vengono ignorati - dice Cohen, professore alla New York University School of Law, –e  tutta la sua azione di questi anni si rivolge verso un risultato concreto, la riforma del diritto cinese”.   Chen, 40 anni, cieco dall’infanzia, è un avvocato autodidatta che aveva portato all’attenzione dell’opinione pubblica la prassi degli aborti e delle sterilizzazioni forzate applicata nella provincia dello Shandong per rispettare le quote sui figli unici decise dal governo centrale. Dopo quattro anni di detenzione era subito stato condotto agli arresti domiciliari senza un’accusa formale, una pratica illegale, ma che in Cina viene applicata di frequente ai dissidenti, accompagnata spesso da violenze e maltrattamenti. Dopo la diffusione della notizia i commentatori ultranazionalisti cinesi si sono scatenati: “La Cina è ancora una volta in una posizione passiva come 10 anni fa, quando l’America si faceva guida e portavoce dei diritti umani - ha detto il conduttore televisivo Sima Nan -, noi possiamo solo continuare a subire”.  Il caso Chen rischia di provocare una rottura diplomatica proprio alla vigilia del Dialogo Economico e Strategico Cina-Usa, che si apre domani. Un vertice programmato da tempo, per il quale sono giunti a Pechino il segretario di Stato USA Hillary Clinton e il segretario del Tesoro Timothy Geithner. 

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