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31-10-2012

L'Ai Weiwei quotidiano - Caonima style
di Eleonora Brizi

Il 24 ottobre, mattino, arrivo allo studio come tutte le mattine. Ore 9 meno un quarto. Vado a prendere il mio té e la tazzina per il caffé (io me lo preparo a casa con la moka e lo metto nel termos che i cinesi usano per mantenere il té caldo: hanno finalmente inventato qualcosa di utile anche per gli italiani!). nell'ufficio del panzone. Quando entro ho la sensazione improvvisa di stare in una discoteca di burini.

C'e' lui, al computer, stra-concentrato, con 'Gangnam Style' a volume discretamente alto. Lo guardo e gli sorrido, come sempre (ma in realta' avrei riso per una settimana). Ma lui serissimo mi guarda e non ricambia assolutamente la mia ilarità.

Chiedo alla mia collega: 'Scusa, che razza di musica è questa? Weiwei s'è impazzito?!?!?' Lei risponde di non averne la più pallida idea.

Nessuno sa cosa stia tramando quello li'. Quel tipo fa sempre le cose ad effetto sorpresa, che soggetto.

Quando ritorno dalla cucina, mi guarda e inizia a ridere con il suo viso da :'Non sono stato io a mangiare la marmellata!'. Vi giuro che lui è veramente come i bimbi, gli viene l'espressione da uno che sta combinando una marachella. E infatti. 

Continua a sentire la meravigliosa canzone.

Dalle 9 alle 10 ci sono movimenti strani. Zhaozhao e il suo assistente devono fare un video. Weiwei grida qualcosa a qualcuno che sta uscendo, tutto infervorato. Gente che va, gente che viene.

Alle dieci arriva una collega: 'Ok, Weiwei sta ufficialmente per iniziare a ballare qui fuori!'

Corriamo tutti e lui sembra uno dei Blues Brothers, anzi due, con gli occhiali da sole e la maglia rosa fosforescente. Una 'panza' gigante tuuuuuuuuutta rosa! LA VIE EN ROSE, è il caso di dirlo. 

Quell'altro soggetto del suo amico musicista, Zuoxiao Zuzhou, nonché autore di quasi tutte le colonne sonore dei documentari di Weiwei, indossa invece i pantaloni rosa fosforescente. Sono vestiti 'a scontro'. Una mia collega, tedesca, anche lei con una maglia rosa. Lei deve fare la ragazza 'bionda' del video. Dopo alcune confessioni abbiamo scoperto che Weiwei, quella mattina, addirittura voleva rimandare l'appuntamento con i galleristi perché :'Dobbiamo ballare! Assolutamente!' Dopodiché è andata a finire che hanno ballato anche loro!

Prima di iniziare Weiwei chiede di altre persone per la coreografia. Mi guarda; io mi nascondo dietro ad una cinese perché non ho assolutamente nessuna intenzione. Mi guarda: 'Ehy you, you!'. Provo a dirgli che non conosco il balletto (ed è vero), neanche si tratti di quello di Parigi, ma il panzone si inquieta subito, 'amorevolmente' manco a dirlo : 'C'mon, just dance! Just dance!'. Dopo le sue grida da adolescente, mi piazzo vicino al cantante. 

I miei colleghi si aggiungono e io mi nascondo in seconda fila (ora che ho visto il risultato della popolarita' del video, 'grazie al cielo', direi). Anche perché  volevo veramente godermi lui.

Lui e' sempre il ''mejo'', non c'è niente da fare. È il 'mejo' anche quando si tratta di ballare. La mattina si era concentrato per imparare le mosse, come al villaggio turistico per la sigla: e alle 10 era pronto in perfetta forma. Inizia a ballare prima da solo: a me personalmente facevano male le mascelle dal gran ridere.

Ho temuto anche che, nonostante la sua famosa leggiadria, con altri due salti in piu' facesse un buco nel pavimento. Ma dopotutto lui l'ha progettato, come poteva rompersi: c'avrà pensato prima. Zhaozhao fa le riprese, un collega tiene l'I-Pad per suggerirci le mosse del balletto.

Inutile dire che è impossibile non ridere, come si vede benissimo infatti anche dal video. Alla fine della performance 'il ballerino' gronda, bisbiglia qualcosa per dire che e' stanco morto. Ma tanto di cappello: a 55 anni suonati zompa come una cavalletta. Poi con quella....... con quella stazza.

Insomma, non immaginavo nemmeno che lo avrebbero montato e postato all'istante, la sera, su youtube. Di arrivare la mattina seguente in ufficio e trovare gia' un articolo del Guardian e del Washington Post. Di andare a finire sul Corriere, sul Tg3, sul Tg5. No perche', a saperlo, mi sarei imparata le mosse!

Non immaginavo nemmeno, o forse si, che la mattina seguente il video sarebbe gia' stato vittima di censura. 'Caonima style' e' stato infatti caricato anche sullo 'youtube cinese'. Ovviamente per sole tre ore e perche' e' stato postato appositamente a mezzanotte perché a quell'ora i poliziotti dormono.

Tutto cio' perche' si tratta di Weiwei, ma soprattutto perché, nel video originale, non ci sono un paio di manette.

Molti hanno scritto di un video di protesta nei confronti del governo cinese, come sempre e come al solito. Ma stavolta, molto più probabilmente, si tratta solamente di tanta voglia di divertirsi. Vedere uno serioso come Zhaozhao sventolare le mani all'aria in una mossa da cavallerizzo, ti mette di buon umore per mezzo mese. 

Le manette ci sono,è vero, ma forse questa volta la protesta è diversa dal solito. È una protesta non cercata ma venuta spontaneamente: la pura dimostrazione che, nonostante tutto, Weiwei e' una persona ancora capace di divertirsi, e molto, di prendersi in giro e per una giornata di far divertire mezzo mondo. 

La polizia cinese ha vinto, come sempre. E' riuscita a censurare anche un video divertente di passi di danza su una canzone ridicola. Sembrerebbe che le manette abbiano dato fastidio, che proprio non si sia capito perché le abbia utilizzate. Ma il vero trionfatore è come sempre lui, per colpa loro e per merito suo. Come si fa a non considerarlo vincitore se adesso, quando ti incontrano e dici che sei dello studio di Ai Weiwei, anziche' chiederti di quando sara' la prossima mostra, la domanda e': 'Ma tu c'eri nel video???????'

A proposito di questo, nonostante non sia in esposizione il 'Gangnam Style', mi fa piacere segnalare a tutti coloro che si trovano nell'amata penisola, che il 27 ottobre c'e' stato l'opening della mostra di Ai Weiwei alla Galleria Continua di San Gimignano e che restera' aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2013.

Per maggiori informazioni potete consultare questo articolo, che ho trovato chiaro e preciso. L'esposizione non è tra le piu' complete riguardanti Weiwei, solo una parte dei lavori è presente. Ma è comunque un enorme piacere pensare che sia venuto a trovarci in Italia. 

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