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26/11/2012 13:47

Giovane copto: Morsi sta mettendo gli egiziani gli uni contro gli altri

Da giorni i giovani dei partiti liberali e laici si scontrano con gli islamisti. Il bilancio è già di due morti e oltre 60 feriti. Per la prima volta nella storia del Paese gruppi politici si fronteggiano in piazza. Nagui Damian, giovane leader della Rivoluzione dei gelsomini teme l'esplosione di una guerra civile.

Il Cairo (AsiaNews) - Per mantenere il potere, il presidente Mohamed Morsi sta mettendo gli egiziani uno contro l'altro. È quanto emerge dalle notizie di scontri esplosi in questi giorni fra manifestanti anti-Morsi e islamisti, costati già 2 morti e 60 feriti. Le proteste hanno preso di mira le sedi del Partito Libertà e giustizia e sono iniziate dopo l'annuncio delle nuove leggi costituzionali che danno al presidente poteri quasi assoluti. Fino alla pubblicazione della nuova Costituzione egli potrà "prendere qualsiasi misura idonea a preservare e difendere la rivoluzione, l'unità nazionale o la sicurezza nazionale". Tale mossa serve per proteggere il potere guadagnato dai Fratelli Musulmani: nel Consiglio della Shura (parlamento) e nell'Assemblea costituente. Essi sono i due elementi chiave per governare il futuro Egitto.

Nagui Damian, giovane copto cattolico fra i leader della Rivoluzione dei gelsomini, racconta che in questi giorni si è assistito per la prima volta a scontri fra egiziani favorevoli alla democrazia e a uno Stato laico, e islamisti. "Ad Alessandria - afferma - la grande dimostrazione organizzata dai partiti liberali della città è stata attaccata dai sostenitori del presidente. Essi temevano un assalto ai loro uffici e hanno reagito. scatenando una vera battaglia di strada con diversi feriti". Secondo il giovane questa è la prima volta che due componenti della società si affrontano in strada per motivi politici. "La divisione ai vertici del potere - spiega -  si è subito tradotta in scontri di piazza. Questi veri e propri combattimenti si sono verificati anche al Cairo, Suez, Port Said e Tajera. Tutto ciò potrebbe portare nel tempo al rischio di una guerra civile". 

Oggi, i giudici incontreranno il presidente per invitarlo a cancellare le leggi costituzionali ed evitare un tracollo ancora più forte del Paese. Ieri, la borsa del Cairo ha perso oltre il 9,9% del suo valore, uno dei risultati peggiori di sempre.  In caso di un ennesimo rifiuto da parte del presidente, diverse associazioni di giudici lanceranno uno sciopero ad oltranza, che è già iniziato in alcune corti della capitale e di Alessandria. 

Nagui Damian sottolinea che ormai anche chi ha votato per Morsi è disilluso: "Tutti si sono resi conto che i Fratelli Musulmani sono dei bugiardi. Invece di trovare una soluzione alla crisi economica, in pochi mesi essi hanno sfruttato la loro presenza capillare sul territorio, per accaparrarsi qualsiasi posizione di potere, dai sindacati alle istituzioni politiche". Il ragazzo dice che per le strade circola una battuta che afferma: "Per fortuna che i copti hanno già eletto il loro patriarca, altrimenti Morsi si sarebbe preso anche quella carica". 

Il giovane nota che cristiani e musulmani che hanno protestato contro Mubarak sono ora uniti per combattere gli islamisti. In questi due giorni, si è assistito ancora una volta ad una alleanza fra le varie componenti della società egiziana. Come nel 2011 le manifestazioni sono state organizzate dal popolo egiziano senza distinzioni di credo religioso. "La popolazione - continua Nagui Damian - non vuole che Morsi abbia tutto questo potere. Egli ha fatto la stessa mossa dei suoi predecessori: Nasser, Sadat, Mubarak, che hanno utilizzato il favore popolare per autoproclamarsi "Faraoni" con pieni poteri. Tuttavia essi avevano un linguaggio più vicino alla gente. Morsi nei suoi discorsi sfrutta invece l'islam, facendo continui riferimenti a Dio, a Maometto e al Corano, come se il suo ruolo fosse protetto dall'alto, una sorta di prescelto. Ciò sta allontanando ancora di più la gente dai partiti islamisti, compresi i musulmani più convinti".  

L'opposizione crescente ai Fratelli Musulmani, vincitori fra il 2011 e il 2012 delle prime elezioni democratiche della storia dell'Egitto e da agosto dominatori assoluti dell'Assemblea costituente, è ormai una realtà che sta emergendo con vigore anche in ambienti non politici. Diversi gruppi di opposizione sono nati in questi mesi dentro il potente sindacato dei medici, ma anche nel campo dell'istruzione e associazioni di categoria come gli avvocati.  Ieri sera, i giornalisti delle testate nazionali si sono incontrati per organizzare una copertura mediatica obiettiva sulla vicenda. Alcuni hanno fatto notare che il sito dei Fratelli Musulmani non menziona le manifestazioni contro il presidente, tace sul grande tonfo della borsa, sminuisce le critiche mosse dai leader della comunità internazionale contro il presidente, che con le sue mosse mette a serio rischio la transizione del Paese verso la democrazia.

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