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lunedì 3 dicembre 2012 13:00

Ombre sul referendum, lo scontro nelle strade continua
di Emma Mancini



Ieri la Corte Suprema Costituzionale ha annunciato la sospensione dei lavori a causa delle pressioni che starebbe subendo dall'opinione pubblica interna

Roma, 3 dicembre 2012, Nena News - La frattura che la nuova Costituzione egiziana sta provocando nel Paese non pare destinata a risolversi a breve. Le proteste nelle principali città proseguono, fino a fermare il lavoro dell'Alta Corte egiziana. Ieri la Corte Suprema Costituzionale ha annunciato la sospensione dei lavori a tempo indeterminato a causa delle "pressioni psicologiche" che starebbe subendo dall'opinione pubblica interna.

"I giudici annunciano la sospensione delle udienze della corte fino a quando non saranno in grado di operare senza pressioni psicologiche e materiali", si legge nella dichiarazione ufficiale emessa dal Tribunale Supremo.

Le pressioni contro cui puntano il dito i giudici si sono intensificate ieri, dopo la notizia che la sentenza sulla bozza di Costituzione presentata sabato dall'Assemblea Costituente al presidente Morsi sarebbe stata posposta. Immediata la reazione popolare: migliaia di sostenitori del partito di governo Giustizia e Libertà - espressione politica dei Fratelli Musulmani - hanno circondato la sede dell'Alta Corte al Cairo impedendo ai diciannove giudici di entrare. Nella notte tra sabato e domenica, durante un sit-in di fronte alla Corte Suprema, centinaia di manifestanti pro-Morsi hanno chiesto ai giudici di non rimandare ulteriormente la decisione sulla legittimità del nuovo testo costituzionale.

L'ennesima rottura tra la magistratura egiziana e il presidente Morsi, dopo il famigerato decreto emesso il 22 novembre e con il quale il potere giudiziario è stato privato del diritto di porre il veto e annullare leggi e decreti presidenziali. La magistratura ha subito levato gli scudi, accusando Morsi di colpo di Stato e di attentato alla partizione dei poteri democratici.

Dall'altra parte proseguono le proteste delle opposizioni al governo di Morsi e alla nuova Costituzione. Un testo - accusano le opposizioni laiche, cristiane e liberali - esclusivo frutto della maggioranza islamista, che mette in serio pericolo le libertà democratiche e i diritti di donne e minoranze. Il testo è infatti stato completato dall'Assemblea Costituente durante una sessione di 15 ore, a cui liberali e cristiani non hanno partecipato per protesta. A votare a favore della bozza sono stati 85 dei 100 membri dell'Assemblea.

Interviene anche il presidente che sabato, dopo aver ricevuto in mano la bozza, ha indetto per il 15 dicembre il referendum popolare per l'approvazione definitiva della Costituzione, facendo appello al dialogo e all'unità nell'interesse del Paese: "Chiedo a tutti i cittadini di esaminare nel dettaglio e con oggettività gli articoli della bozza costituzionale. Chiedo di riaprire un dialogo vero per il bene della nazione e di porre fine prima possibile a questa fase di transizione".

Critico Mohammed El Baradei, leader di opposizione e Nobel per la Pace: "Morsi indice un referendum su un testo che mina i valori fondamentali di democrazia e libertà. La lotta continuerà". Annunciata per domani una manifestazione di fronte al palazzo presidenziale: "l'avvertimento finale", lo definiscono i gruppi di opposizione. Nena News

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