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di Lettera22 per il Fatto - 14 settembre 2012 - di Joseph Zarlingo

Dall’Egitto arriva il commento di Hani Shukrallah, editorialista di Al Ahram, che parla di «cospirazione della convenienza». Evocando il caso delle proteste contro le vignette pubblicate nel 2005 dal giornale danese Jylland Posten e quello del predicatore cristiano fondamentalista statunitense che aveva organizzato i roghi del Corano, Shukrallah scrive: «Il motivo di questi tentativi di provocazione è chiaro: mostrare i musulmani come intolleranti, violenti, barbari, attributi che sono profondamente iscritti nel discorso razzista anti-musulmano dell’Occidente. Ed è una facile scommessa per il fatto che tra di noi ci sono quelli pronti a rispettare questo ruolo». Shukrallah aggiunge ulteriori «prove circostanziali» al suo ragionamento: nella campagna elettorale statunitense, l’ultradestra religiosa – alla cui galassia appartiene anche una parte della diaspora copta egiziana da cui potrebbe provenire il presunto autore del film incendiario – ha buon gioco a cercare di mettere in difficoltà Obama sul terreno scivoloso dei suoi rapporti con il mondo musulmano e arabo. Infine, come nel gioco delle parti ai tempi di George W. Bush, l’effetto prodotto da questa cospirazione della convenienza è di sostituire alle immagini rassicuranti delle piazze arabe piene di giovani, uomini e donne, sollevati contro i dittatori, quella delle bandiere Usa di nuovo bruciate e delle folle inferocite.

Vale la pena riprendere un passaggio dei paragrafi conclusivi dell’analisi di Shakrullah: «Nel senso più ampio, ci sono forze nei mondi arabo e musulmano la cui ragione di esistenza è l’assunto di uno scontro di civiltà, un eterno e attuale scontro tra i fedeli e gli infedeli, accusati di puntare alla distruzione dei primi. Più concretamente, però, le rivoluzioni arabe e specialmente la rivoluzione egiziana, hanno mostrato in modo luminoso e magnifico che milioni tra noi – i più coraggiosi, nobili, politicamente coscienti e pronti al sacrificio tra noi – marciano a un ritmo diverso. Hanno parlato di libertà, democrazia e diritti umani, di fratellanza e uguaglianza, e spalla a spalla hanno combattuto con grande eroismo, uomini e donne, musulmani e cristiani e atei». La stessa considerazione può valere per questo lato del mondo: anche qui ci sono forze la cui ragione di esistenza è rappresentare e alimentare lo scontro di civilità. Anche con una miccia di 13 minuti su Youtube.

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