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07 gennaio 2012

Attivista diritti umani pestato dalla polizia gli Usa chiedono spiegazioni al Bahrein

WASHINGTON - Picchiato brutalmente dalla polizia, così l'avvocato di Nabeel Rajab ha definito il pestaggio avvenuto a Manama durante una manifestazione di protesta. Ora gli Stati Uniti, che si sono detti "preoccupati" dei metodi eccessivi usati dalla polizia del Bahrein contro i manifestanti, hanno chiesto ufficialmente al governo di investigare e di far luce sulla vicenda. Per il legale Mohammed al-Jishi, gli scontri tra forze dell'ordine e dimostranti avvengono ormai quasi giornalmente.

Secondo quanto raccontato da un ufficiale americano, Nabeel Rajab sarebbe stato buttato a terra dalla polizia,  picchiato alla testa, poi preso a calci sul collo e la schiena. Ma il ministro degli Interni del Bahrein ha negato ogni accusa e per farlo ha usato Twitter. Sul social network ha scritto che la polizia ha trovato Rajab "sdraiato a terra già ferito per essere stato colpito durante una marcia non autorizzata", e lo ha trasportato immediatamente all'ospedale.

Ma dalla sede centrale dei diritti umani del Bahrein, di cui Rajab è il presidente, è arrivata una versione diversa. Sul suo sito ufficiale il centro puntualizza che Rajab, così come conferma il suo avvocato, è stato circondato dalla polizia all'improvviso, poi picchiato e preso a calci. Ora è uscito dall'ospedale dove è stato interrogato dalle forze dell'ordine. "Siamo molto preoccupati per questo episodio" ha detto l'ufficiale americano che ha preferito restare anonimo ma ha detto che l'ambasciatore Usa ha visitato Rajab in ospedale. "Abbiamo chiesto che il governo faccia chiarezza su quanto accaduto" ha spigato l'ufficiale, "se l'uso della forza da parte della polizia è stato fuori misura, gli agenti responsabili devono essere trattenuti".

 

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