Dichiarazione, di dubbia legalità, che il Ministero israeliano degli Interni sta costringendo a far firmare a determinati visitatori selezionati da Israele come risposta all'iniziativa “Welcome to Palestine”

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16 April 2012

La Flytilla e l'isteria israeliana
di Sergio Yahni
Tradotto da Marta Fortunato

Per il secondo anno consecutivo il governo israeliano ha risposto con assurda isteria  all'iniziativa Welcome to Palestine, durante la quale centinaia di attivisti internazionali hanno dichiarato apertamente la loro intenzione di visitare la Palestina al loro atterraggio a Tel Aviv.

Dallo scoppio della Seconda Intifada nel settembre 2000, decine di migliaia di attivisti internazionali si sono recati nei territori palestinesi occupati per conoscere la realtà palestinese e per esprimere la loro solidarietà partecipando a manifestazioni e condividendo la vita e le difficoltà che i palestinesi sotto occupazione devono affrontare ogni giorno.

Tuttavia, questa è la seconda volta che i partecipanti dell'iniziativa Welcome to Palestine decidono, una volta arrivati all'aeroporto Ben Gurion, di rivelare le loro vere intenzioni di viaggio. Per le autorità israeliane di immigrazione, questa decisione li ha trasformati in una "minaccia alla sicurezza".

Nella prima edizione di Welcome to Palestine il primo ministro Netanyahu si era recato personalmente all'aeroporto Ben Gurion, prima di partire per la Bulgaria e la Romania, ed aveva incaricato diverse agenzie governative, tra cui il ministro della Pubblica Sicurezza Yitzhak Aharonovitch, il Commissario della Polizia Yohanan Danino ed altri funzionari della sicurezza di “agire con fermezza contro i tentativi di creare una provocazione all'aeroporto". Netanyahu aveva inoltre incaricato le forze di sicurezza di evitare inutili frizioni con gli attivisti internazionali.

Anche se il 15 aprile non ha effettuato tale visita, i segni di isteria israeliana erano ben visibili. L'Unità di Oz, la polizia privatizzata di immigrazione di Israele, ha annullato lo sciopero previsto e la polizia israeliana ha inviato 650 poliziotti in aeroporto. Anche se alcuni dei poliziotti erano in borghese, le immagini di Ben Gurion ricordano un colpo di stato militare.

Le autorità israeliane percepiscono l'arrivo degli attivisti internazionali come un pericolo per l'immagine di Israele, che potrebbe compromettere gli attuali sforzi per cambiare l'immagine di Israele nell'opinione pubblica internazionale. Tuttavia, non c'è bisogno  di attivisti internazionali per danneggiare i tentativi di cambiare l'immagine di Israele; basterebbe leggere la nuova dichiarazione che i visitatori hanno dovuto firmare per poter entrare in Israele.

"Mi assumo la responsabilità a non essere membro di nessuna organizzazione pro palestinese e a non entrare in contatto con nessun membro di organizzazioni pro palestinesi, così come a non partecipare ad attività pro palestinesi. Se verrò sorpreso a fare una di queste azioni, verranno presi contro di me interventi legali tra cui la deportazione e il rifiuto di ingresso in Israele ".

Nei sondaggi dell'opinione pubblica internazionale, Israele è uno dei paesi più aborrito in tutto il mondo. L'indice di percezione globale EastWest del 2011 ha individuato150 su 200 paesi. Israele si trova dietro paesi come Eritrea e Ciad. E la reazione isterica agli attivisti internazionali in arrivo all'aeroporto Ben Gurion che esprimevano la loro solidarietà al popolo palestinese non serve certo a migliorare questa immagine.