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28 febbraio 2012

Wikileaks ora svela i peccati delle corporation Spiate le Ong dei diritti e dell’ambiente
di Alessandro Delfanti

L'organizzazione di Julian Assange pubblica circa cinque milioni di e-mail di Stratfor, agenzia di consulenza che per conto delle multinazionali avrebbe messo sotto controllo gruppi di boicottaggio e ong. Nel mirino, tra gli altri, gli Yes Men, artefici di una clamorosa beffa alla Dow Chemical per sollevare il caso dei mancati risarcimenti

Pensate che la privacy in rete sia messa in pericolo solo dal controllo dei governi? Siete troppo ottimisti. Ma c’è anche il lato buono della medaglia: le multinazionali hanno paura delle tattiche creative usate da Ong e attivisti per svelare i loro segreti.

Wikileaks ha reso pubbliche le strategie spionistiche delle multinazionali, che assoldano imprese di intelligence private per controllare i gruppi di boicottaggio, le Ong e i consumatori organizzati. Nel nuovo “leak” comunicato oggi da Julian Assange e chiamato “The Global Intelligence Files”, Wikileaks ha rilasciato oltre 5 milioni di email riservate dell’agenzia Stratfor, ottenute dagli hacker di Anonymous. Dalle mail si scoprono le strategie di molte imprese private.

Uno dei gruppi presi di mira da Stratfor sono gli Yes Men, un gruppo di attivisti statunitensi che prende di mira le politiche delle multinazionali, in particolare quelle legate ai problemi ambientiali. In una delle loro operazioni più famose e riuscite, gli Yes Men si erano finti portavoce della Dow Chemicals, l’azienda che ha acquisito Union Carbide, il colosso chimico responsabile del disastro di Bhopal in India. In un’intervista alla Bbc, i finti portavoce della Dow avevano promesso, nel ventennale del disastro, ciò che la popolazione di Bhopal chiede da decenni: la bonifica del sito e l’assegnazione di compensi ai parenti delle vittime. Mentre le sue azioni crollavano in borsa, la Dow si era trovata obbligata a smentire: “Era un falso, non risarciremo le vittime e non bonificheremo il sito”.

Ora Wikileaks rivela che proprio la Dow era tra i clienti di Stratfor e chiedeva di sorvegliare le attività degli Yes Men, un gruppo che lavora solo sui media – suo l’Occupy Wall Street Journal (clone dell’originale) che circolava tra i militanti di Ows. Stratfor ha intercettato decine di conversazioni via email tra Yes Men e gli attivisti indiani della città di Bhopal.In una conferenza stampa congiunta con Assange, gli Yes Men hanno sottolineato come i documenti di Stratfor, indirizzati ai direttori della comunicazione di Dow e Union Carbide, rivelano quanto le multinazionali siano minacciate da tattiche di questo tipo.

Gli analisti di Stratfor infatti si stupiscono del fatto che altre organizzazioni come Amnesty International non abbiano ancora adottato le tattiche degli Yes Men: fingersi responsabili di un’azienda o di un governo per far emergere verità scomode e soprattutto usare strategie creative sui media per far emergere i legami tra il comportamento delle aziende e problemi di interesse generale, come l’inquinamento o l’ingiustizia.

Anche Peta (People for the Ethical Treament of Animals), una delle principali organizzazioni animaliste globali, che mai si è resa protagonista di azioni violente, era nel mirino di Stratfor per conto di Coca Cola a causa delle campagne contro i test su animali effettuati dal colosso di Atlanta.

Secondo Wikileaks, altre aziende clienti di Stratfor erano Lockheed Martin e Northrop Grumman. Anche il Department of Homeland Security e i Marines hanno pagato per i servizi delle spie di Stratfor. In ogni caso il leak è solo all’inizio e nelle prossime ore e giorni Wikileaks pubblicherà migliaia di nuovi documenti.

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