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17 luglio 2012

People's Daily: No A Ingerenze Straniere In Siria
di Gianluca Fedeli


Pechino, 17 lug. – “Non importa quanto possano essere buone le intenzioni, non ci sarà mai un valido pretesto per un’ingerenza straniera in Siria”. Tuona così il People’s Daily, megafono del partito comunista cinese, in un editoriale di oggi a firma di “Zhong Sheng”, ovvero “Voce del popolo”, pseudonimo usato dal giornale per esporre la linea di pensiero dei vertici. A causare la reazione è stato il voto indetto ieri dal Consiglio di Sicurezza dell’Unione Europea su un possibile intervento in Siria da parte delle potenze occidentali, le quali minacciano pesanti sanzioni.

La risoluzione, proposta da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania, consiste nel far rientrare la missione di pace dell’inviato speciale Kofi Annan sotto al capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, che  permette al Consiglio di Sicurezza di autorizzare azioni che vanno da sanzioni diplomatiche ed economiche a interventi militari nelle zone in cui sono minacciati i diritti umani. Nonostante i funzionari degli Stati Uniti abbiano precisato che attualmente non si stanno prendendo in considerazioni interventi armati, dagli articoli pubblicati sul People’s Daily trapela un certo nervosismo: “Numerose guerre scoppiate in questo nuovo secolo hanno dimostrato più e più volte che la promozione della democrazia non è altro che un  pretesto per le potenze straniere per trarre propri vantaggi”.

Il Quotidiano del Popolo ha poi fatto allusioni all’operato delle potenze occidentali in Iraq “Ingerenze straniere volte a prevenire un disastro umanitario sono encomiabili, ma non esiste forse un disastro umanitario che perdura da oltre dieci anni per il quale non è ancora stata trovata una soluzione?”.  Esplicita è invece la critica all’Occidente circa la gestione del caso Gheddafi: “tutti quelli che elogiano il modo in cui è stato rimosso il tiranno libico hanno mai pensato a quante migliaia di innocenti persone sono morte dopo che è stata dichiarata la guerra?”.

Il voto per l’abrogazione della nuova risoluzione è previsto per mercoledì, ma è facile presagire quale sarà la posizione del Dragone.

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