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martedì 6 marzo 2012 08:00

Parla il sopravvissuto: Homs come Srebrenica

Il fotografo ferito e fuggito da Homs parla di un massacro indiscriminato e sistematico. La Croce Rossa aspetta di poter entrare e la gente fugge a piedi in Libano.

Paul Conroy è sano salvo in un ospedale di Beirut. Intervistato dalla Bbc ha innanzitutto voluto ringraziare gli eroi, così li ha definiti , che clandestinamente lo hanno portato in salvo, in Libano. Al rischio della vita.
48 anni, fotografo di guerra, da dieci anni operativo in tanti conflitti, Conroy ha detto alla Bbc di non aver mai visto nulla di simile a quello di cui è stato testimone a Bab Amro, il quartiere di Homs assediato e bombardato dall'esercito siriano. " L'ospedale dove sono curato era un salottino con annessa attigua cucina. I medici raccoglievano le poche medicine che si trovavano in giro e ci curavano come potevano. Ogni tanto sentivo dire, "ne abbiamo altri dieci". Non ci sono obiettivi militari a Bab Amro, è solo un sistematico bombardamento teso all'eliminazione della popolazione civile. Quello che ho visto per giorni è paragonabile al Rwanda, o a Srebrenica. Quando avranno finito ad Homs passeranno ad occuparsi di altri villaggi, di altre città, e lì non ci saranno televisioni, non ci saranno immagini. Sarà il completamento di una pura e semplice carneficina. E tra dieci anni la comunità internazionale leggerà i documenti delle inchieste e si domanderà come sia stato possibile."
I fatti sembrano dargli ragione. Mentre il convogio della Croce Rossa attende ancora l'autorizzazione del regime per poter entrare a Bab Amro, la famigerata quarta divisione corazzata, quella guidata dal fratello di Bashar, Maher, ha cominciato a bombardare un altro centro siriano, Rastan.
Intanto migliaia di siriani fuggono nel vicino Libano. Arrivano a piedi, con qualche materassino. E raccontano quel che racconta Conroy. Una donna dice come è stato ucciso a sangue freddo suo figlio, un'altra ricorda la sua bambina.

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