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giovedì 21 giugno 2012 16:58

'Chiese distrutte dai cannoni di Assad'

La clamorosa testimonianza di padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita espulso dalla Siria, la sua storia finisce sul New York Times ma viene ignorata dai media di casa nostra.

Le chiese cristiane sono state bombardate e distrutte dai canoni dell'esercito di Assad. Lo racconta un testimone d'eccezione, Padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita cacciato via dal regime nei giorni scorsi dal suolo siriano e che già nel novembre rischiò di essere espulso dal regime, in quel caso senza successo.

La storia di padre Dall'Oglio è finita anche sul New York Times, ma non ha trovato tanto spazio sui nostri giornali. Già, perché il suo racconto non va nella direzione del penseiro dominante: non c'è un assalto di estremisti islamici contro le minoranze cristiane, i rivoltosi non sono manovrati da Al Qaeda, la storia, al solito, è più complessa e spesso ad appoggiare il regime sanguinario - come abbiamo documentato in questi mesi - sono stati proprio i cristiani siriani.



E ora anche il Papa è tornato a chiedere la fine delle violenze, un'azione decisa da parte della comunità internazionale, l'apertura delle frontiere siriane per portare aiuto alle popolazioni.

"Il fatto stesso - ha detto il gesuita al Nyt - che io sono per il cambiamento, per la democrazia, per i diritti umani e per il rispetto della dignità, è considerato molto provocatorio", "ho ricevuto - ha aggiunto - un visto di sola andata per andare fuori dal Paese". Secondo al-Sarjoun Akkadi, capo del comitato di coordinamento cristiano a Latakia, una delle le poche organizzazioni cristiane che apertamente si oppongono al governo, "i cristiani sono stati spaventati per 40 anni ed è stato fatto loro credere che il regime protegge le minoranze, ma si tratta di una menzogna". In quanto a padre Dall'Oglio: "se non fosse italiano, sarebbe stato arrestato, se non ucciso". Il gesuita, da parte sua, ha spiegato di avere una certa comprensione per le affermazioni dei rappresentanti delle chiese cristiane con sede a Damasco favorevoli al regime perché queste "come tutte le organizzazioni in Siria, sono state infiltrate dalla polizia segreta". Un discorso diverso va fatto, ha detto, per il patriarca ortodosso russo Kirill che, a Mosca, avrebbe dovuto chiedere a Putin di intervenire per fermare i massacri e salvare i cristiani di Homs dalla repressione del regime.
In quanto all'estremismo islamico, esso cresce proporzionalmente all'aumentare del conflitto e della violenza, più la crisi degenera più si diffonde il fondamentalismo.



Ecco la testimonianza di Dall'Oglio ai media e alle agenzie italiane:
"Le Chiese sono state distrutte dai bombardamenti indiscriminati dell'esercito siriano, questa assoluta evidenza è negata solo da coloro che in malafede perseguono un progetto politico". E' questa l'importante e clamorosa testimonianza rilasciata al Gr Rai da padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita espulso nei giorni scorsi dalla Siria dove da circa trent'anni animava la comunità monastica di Deir Mar Musa. Dall'Oglio si è battuto in questi mesi per la fine delle violenze e della repressione del regime di Bashar al Assad e ha più volte chiesto l'invio massiccio di osservatori delle Nazioni Unite. Già in passato aveva rischiato l'espulsione per il suo impegno in favore della pace e della popolazione siriana. "Io ho visto - ha detto ancora il religioso - uno dei leader della rivoluzione di fronte a 15 salme del suo paese, suoi parenti, sunniti per altro, gridare e far gridare: 'una sola Siria per i sunniti, per i cristiani, per tutti'". "Tuttavia il contesto mediorientale - ha spiegato ancora padre Dall'Oglio - è stato iniettato di islamismo militante clandestino". "La pericolosità è però aumentata dal fatto - spiega il religioso - che ci sono molti cristiani che usano la paura dell'islamismo musulmano per giustificare un allineamento totale con la repressione a prescindere da ogni considerazione sui diritti dell'uomo". In tale drammatica situazione, spiega ancora il gesuita, "la comunità internazionale è percepita come irresponsabile".

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