30 agosto 2012

Risposta alla lettera di Eva Zaidan
di Enrico Peyretti

Ciao,

con profondo rispetto per la lettera e la sensibilità di Eva Zaidan, dobbiamo pure continuare a riflettere:
 - comprendiamo la Resistenza armata al nazifascismo, ma sappiamo che Mazzolari, già nel 1952, scriveva: "Se facessimo oggi la Resistenza come l'abbiamo fatta allora, saremmo in colpa". La nostra ricerca di lotta nonviolenta non offende assolutamente chi allora lottò con le armi per una causa giusta, non avendo o non conoscendo altri mezzi, anche se ci fu pure una Resistenza nonviolenta.
 - Li abbiamo chiamati noi gli americani in Italia, oppure vennero anzitutto per la loro guerra?
 - Se ti massacrano la famiglia, comprenderò ogni tua reazione, ma, prima, vorremo educarci insieme a non rispondere al delitto con la vendetta, catena senza fine.
 - Altra cosa, che Gandhi pure ammette, è la difesa nell'immediato, se non hai davvero altro modo, anche uccidendo chi sta per uccidere. Ma la guerra, anche difensiva, non è un tragico momento simile: è una strategia continuata, organizzata.
 - Come sai, non vogliamo dare lezioni, ma collaborare alla ricerca di strategie di pace, alternative alle armi, con chiunque.
 

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