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giugno 2012

Il regime siriano
Nota di Karim Metref

1. Il regime siriano è violento corrotto e corruttore. Ha già commesso nella sua storia molte atrocità nei confronti di ogni forma di opposizione e ne sta commettendo tuttora.

2. Il partito Baath non rappresenta più il popolo siriano, se mai l'abbia rappresentato un giorno. La sua permanenza al potere nelle condizioni attuali potrebbe portare a un vero e proprio disastro umanitario. ci vogliono condizioni di sicurezza e pace per l'organizzazione di una assemblea costituente.  

3. Il regime siriano non è una avanguardia socialista. Se è stato formalmente socialista all'inizio non lo è più da tempo. È un regime capitalista dove chi detiene il potere politico e militare ha anche il capitale.

4. Il regime siriano non è amico della causa palestinese. Se usa la propaganda populista panarabista è solo per mantenersi al potere. Altrimenti le sue mani sono sporche anche del sangue di molti militanti palestinesi.

L'opposizione

1. L'opposizione al regime baathista non è tutta rose e fiori. Il CNS, in particolare, è formato a maggioranza da elementi vicini all'islamismo radicale e sostenuto e fortemente condizionato dai principali sponsor dell'Islam più intollerante e oscurantista che sono le monarchie del golfo.

2. La vittoria,soprattutto se militare, di tali forze potrebbe essere un grave pericolo per il multiculturalismo e la libertà religiosa in Siria.

3. Né il CNS composto per lo più da elementi sconosciuti al popolo siriano e cooptati dall'estero , né un altro movimento, né tutta l'opposizione siriana rappresenta il popolo Siriano. È solo la volontà del popolo siriano che può designare la sua rappresentanza politica e non il sostegno estero, le armi o i dollari.

4. Le forze armate in campo a nome dell'opposizione hanno già commesso molti crimini di guerra anche loro. E il caos creato dalla diffusione delle armi, dall'ingresso di gruppi di terroristi e mercenari al saldo di varie potenze estere sta portando il paese al collasso.

L'informazione

1. Il regime siriano ha sempre praticato la propaganda e la disinformazione e non esita a farlo anche in questi momenti drammatici. 

2. Il CNS aiutato da potenze straniere diventate negli ultimi decenni specialiste nella manipolazione dell'opinione pubblica internazionale (Iraq, Palestina, Kossovo...) ha spesso fatto prova di malafede e volontà di manipolare la realtà a favore di un intervento militare internazionale.

3. Come in ogni buona etica giornalistica, le informazioni diffuse dai canali di stato o dalle forze politiche vicine al regime e le informazioni diffuse dai canali del CNS o dai mezzi di informazione appartenenti ai paesi che lo sostengono, se non confermate da altre fonti sono da citare, tutte, al condizionale e referendo sempre la parzialità della fonte e l'impossibilità a verificarne l'attendibilità. 

Le potenze regionali e globali parte del conflitto

1. Il sostegno dell'Iran, della Cina e della Russia non è un impegno anti imperialista ma una difesa dei loro interessi e affari nella zona.

2. I paesi e le potenze che sostengono strumentalmente l'opposizione siriana: Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Nato... non hanno nessuna lezione da dare a nessuno, né all'Iran, né alla Cina, né alla Russia. e nemmeno alla Siria.

La Nato ha creato, sostenuto e continua a sostenere dittature peggiori di quella del Baath in Siria. E ha le mani sporche del sangue di milioni di innocenti (Vietnam, Algeria, Palestina, Libano, Iraq, Afghanistan...)

Per quanto riguarda gli emirati del Golfo, è completamente surreale pensare che la teocrazia più oscurantista del pianeta -sponsor in Asia e in Africa di movimenti armati sanguinari e fautori di divisioni e massacri contro popolazioni inermi di altri gruppi religiosi- e i suoi satelliti nella regione possano sostenere una lotta per la democrazia.

La comunità internazionale

1. Gli interventi di democratizzazione armata in Iraq e Afghanistan sono da ritenere un fallimento totale. Hanno prodotto solo divisioni etniche, mafie e governi corrotti al saldo di poche multinazionali.

Il caso della Libia, ribellione armata sostenuta con appoggio aereo, non ha ancora dato tutti i suoi frutti ma sembra andare nella stessa direzione. La soluzione militare non è quindi quella da seguire.

2. La soluzione non sta nella scelta tra il campo Russia-Cina o quello NATO-Emirati del Golfo. Il popolo siriano deve avere il diritto di scegliere la propria sorte al di fuori degli interessi di tutti questi predoni.

3. Sostegno alle forze dell'opposizione democratica e della società civile che rimangono attaccate a una soluzione nonviolenta, laica, garante dei diritti di tutte le minoranze. Anche se sono nascoste e prive di megafoni, queste forze ci sono.

4. Per un cessate il fuoco immediato e bilaterale. Per una forza di interposizione internazionale. Per una tutela del diritto di tutti a ritornare nelle proprie case qual che sia la propria opinione politica e la propria appartenenza religiosa o culturale.

 

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